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Un transgender che sfida Detroit

di Gianluigi Rossini

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 Nel 1975 l’imprenditrice Elizabeth “Liz” Carmichael annunciava il lancio dell’auto «The Dale»

 Nel 1975 l’imprenditrice Elizabeth “Liz” Carmichael annunciava il lancio dell’auto «The Dale»

16 agosto 2021
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2' di lettura

Nel 1975, mentre il prezzo della benzina schizzava alle stelle a causa della crisi petrolifera, l’ambiziosa imprenditrice Elizabeth “Liz” Carmichael annunciò The Dale, una nuova automobile che, a suo dire, avrebbe cambiato il mondo. Era gialla, a tre ruote, consumava un decimo della benzina rispetto alla concorrenza e costava meno della metà. Non molto tempo dopo Liz fu arrestata per truffa e della Dale rimangono oggi solo tre prototipi. Il documentario in quattro episodi The lady and the Dale (HBO, inedito in Italia) racconta questa storia ricostruendo l’incredibile vita di Liz Carmichael, nata negli anni 20 con il nome di Jerry Dean Michael.

Già la prima metà della vita di Jerry è un film: ha commerciato qualsiasi cosa, dagli elettrodomestici ai pesci tropicali, ha fondato un giornale, ha fatto soldi falsificando assegni. A 30 anni aveva avuto tre mogli e vari procedimenti penali, prima di incontrare la compagna definitiva Vivian, con la quale ha generato cinque figli vivendo per anni da fuggitivo. Ogni pochi mesi la famiglia doveva cambiare casa, Stato, nomi e documenti, per evitare che l’Fbi lo arrestasse. In uno dei momenti più bui, Jerry ha inscenato la propria morte per sfuggire a un’organizzazione criminale.

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Il processo di transizione iniziò poco dopo, durò più di tre anni e viene raccontato con grande tenerezza dalla figlia Candi: lei e i fratelli passarono a chiamare il padre “Jerry”, poi “zia”, poi “mamma”, elaborando la cosa in maniera graduale, senza troppi traumi. Vivian, dopo un primo shock, tornò stabilmente al suo fianco, e la famiglia restò unita. Colpisce l’affetto con cui i familiari ricordano Liz nelle interviste, il suo carisma e l’impeto vitale, pur non nascondendo i problemi ereditati dalla vita da fuggitivi.

Chiunque altro con un passato del genere avrebbe evitato i riflettori, e invece è a questo punto che Liz si lanciò nella sua impresa più ambiziosa: sfidare la grande industria dell’auto di Detroit. Finì sulla copertina di numerose riviste, raccolse entusiasmi e milioni di dollari dagli investitori, finché due giornalisti iniziarono a investigare e scoprirono che sotto il cofano della Dale non c’era granché, l’azienda era lontanissima dall’entrare in produzione mentre già vendeva licenze per i rivenditori. Proseguendo l’indagine con un’attenzione ai limiti dell’ossessione, i giornalisti collegarono Liz alla fedina penale di Jerry e inquadrarono la sua storia come quella di un inganno, di una persona che si presenta come donna ma «in realtà è un uomo», cornice tipica del tempo.

L’idea chiave di The lady and the Dale è proprio spostare il discorso dall’inganno alla complessità: la figura di Carmichael è incredibilmente stratificata e sollecita una miriade di riflessioni, dalla natura del capitalismo contemporaneo alla rappresentazione mediatica delle persone transgender. Il documentario si sofferma soprattutto su questo punto, intervistando anche studiose di storia trans come Susan Stryker. Molto interessante è pure l’aspetto visivo: al materiale d’archivio si aggiungono sequenze animate realizzate con collage di ritagli fotografici, che danno al tutto uno stile originale e divertente.

«The lady and the Dale» Nick Cammilleri, Zackary Drucker HBO (Usa)

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