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Armando Trovajoli, una leggenda in mostra

di Paola Abenavoli

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Armando Trovajoli. Foto Massimo Sestini

Armando Trovajoli. Foto Massimo Sestini

A 10 anni dalla morte, la rassegna al Museo di Roma in Trastevere è dedicata al pianista, compositore e direttore d'orchestra

27 aprile 2023
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2' di lettura

Le note universali di “Rugantino” o di “Aggiungi un posto a tavola”; l'inizio come grande jazzista e l'esibizione sullo stesso palco con “miti” come Duke Ellington, Miles Davis, Chet Baker; le oltre 300 colonne sonore di capolavori del cinema come “C'eravamo tanto amati”, “La Ciociara” o “Una giornata particolare”; la direzione, per conto della Rai, della prima orchestra stabile di musica leggera; i brani celebri, come “Che m'è ‘mparato a ffà”, che contribuì al lancio americano di Sophia Loren: sono solo una parte di un talento immenso. Quello di Armando Trovajoli, “una leggenda in musica”, così come recita il titolo della mostra che Roma Capitale dedica al pianista, compositore e direttore d'orchestra scomparso 10 anni fa.

Armando Trovajoli, a Roma una mostra lo ricorda a 10 anni dalla scomparsa

20 foto

Olgiata (Roma), Antonio Trovajoli pianista. Foto Massimo Sestini
Olgiata (Roma), Antonio Trovajoli pianista. Foto Massimo Sestini
Armando Trovajoli con Sophia Loren e Renato Zero. Archivio Mariapaola Trovajoli
Armando Trovajoli e Ettore Scola. Archivio Mariapaola Trovajoli
Armando Trovajoli, anni di preparazione Accademia Santa Cecilia. Archivio Mariapaola Trovajoli
Disegno di Ettore Scola per 84° compleanno di Armando Trovajoli. Archivio Mariapaola Trovajoli
Armando Trovajoli con Valerio Mastandrea. Archivio Mariapaola Trovajoli
Armando Trovajoli con Marcello Mastroianni a Napoli nel 1996. Archivio Mariapaola Trovajoli
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Il violino

Un percorso affascinante - visitabile al Museo di Roma in Trastevere fino al 14 maggio e curato da Mariapaola Trovajoli, Alessandro Nicosia e Federica Nicosia - tra foto, documenti, dischi, video, locandine, premi (tra cui quattro David di Donatello e cinque Nastri d'argento), oggetti, come il violino che gli venne regalato dal padre, a quattro anni, e che diede il “la” a una passione durata tutta una vita. Una passione iniziata, appunto, con il jazz, che lo porta, nel 1949, a rappresentare l'Italia al Festival Internazionale del Jazz, a Parigi.

Bach

Poi lo studio per il diploma in pianoforte e la folgorazione per Bach, autore che resterà un riferimento estetico e formativo (come sottolinea Enrico Pieranunzi) per tutta la sua produzione. Produzione che vede protagonista la commedia musicale, con la creazione di brani che sono entrati nella storia della musica e nel cuore del pubblico di tutto il mondo: da “Roma nun fa la stupida stasera” ad “Aggiungi un posto a tavola”, la capacità di essere geniali passa dal saper fare arrivare a tutti la grandezza della propria arte. Dal teatro, alla tv, al cinema, dove le sue note non sottolineano, ma sono esse stesse linguaggio: si pensi alle musiche di “C'eravamo tanto amati” o di “Una giornata particolare”, opere di Scola, con cui collaborò per quasi tutta la sua filmografia, oltre ad aver lavorato con altri grandi nomi, come De Sica, Risi, Pietrangeli, Monicelli. Una vita in musica, con uno stretto legame con Roma, immortalata con “Rugantino” e centrale in tutta la sua carriera, fino all'ultimo progetto al quale si stava dedicando (di cui la mostra propone il copione e la partitura), ovvero la versione teatrale del film “Tosca”. E Roma oggi gli rende omaggio: dopo il Ponte della Musica a lui intitolato, un altro percorso, tra immagini e memoria.

“Armando Trovajoli - Una leggenda in musica”, Roma, Museo di Roma in Trastevere, fino al 14 maggio


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