di Marco Mobili e Giovanni Parente
Via libera alle nuove regole sulla trasparenza fiscale
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La zavorra della pace fiscale pesa sul calendario di contribuenti e intermediari, che già di suo prevede un fine mese carico di impegni. Ci sono, infatti, i “classici” termini per il versamento degli acconti e la trasmissione telematica delle dichiarazioni Redditi e Irap. Un pacchetto di 62 scadenze da giovedì 25 novembre (quando ci sarà l’appuntamento con l’invio degli Intrastat) fino a martedì 30 novembre.
La principale preoccupazione per chi è in debito con il Fisco (e non solo) è la concentrazione delle rate da recuperare per la rottamazione ter e il saldo e stralcio delle cartelle.
Nonostante il pressing di tutti i partiti politici a sostegno delle richieste dei rappresentanti di imprese, professionisti e cittadini, la possibilità di una diluizione dei versamenti della pace fiscale tra fine 2021 e i primi mesi del 2022 sembra difficile da centrare. Spostare, infatti, 8 rate della rottamazione ter e 4 del saldo e stralcio al prossimo anno richiede, infatti, risorse finanziarie, che non sono disponibili per il decreto fisco lavoro collegato alla manovra.
Lo spazio minimo di intervento è un mini differimento al 31 dicembre delle rate in scadenza. Operazione non certo risolutiva, perché basta saltare solo uno degli appuntamenti o versare un importo non sufficiente per decadere dalle due definizioni agevolate.
Il problema principale è la pressione finanziaria derivante dai versamenti da effettuare. Basti pensare che oltre il 77% delle scadenze riguarda versamenti.
Il grosso è rappresentato dagli acconti d’imposta, ma tra l’altro c’è anche il pagamento in unica soluzione dell’imposta di bollo relativa alle fatture elettroniche emesse nel terzo trimestre.
Giovanni Parente
Redattore
Marco Mobili
Vice caporedattore
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