di Stefano Biolchini
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La partecipazione di nozze del 1922 con lui in veste di Pierrot e lei di danzatrice orientale a reggere un grande cuore è a doppia firma: «Edina Altara e Ninon Accornero sposi». Sarebbe stato un turbolento sodalizio d’amore, d’arte e invidie, come si conviene alle romantiche coppie del genere, ma anche una dichiarazione di poetica, perché quello fra l’artista sarda e il nobile illustratore piemontese Vittorio fu un connubio prolifico, che li vide protagonisti di successo con le loro illustrazioni prima dell’editoria per bambini (intrecciarono i loro destini sulle pagine del «Giornalino della Domenica») e poi sulla scena internazionale, con le loro interpretazioni a perdifiato nell’epoca dell’Art Déco.
Il tutto «passando da una forma all’altra nel mondo delle arti applicate», come spiega Luca Scarlini, brillante curatore della mostra dal titolo azzeccatamente viscontiano Vittorio Accornero-Edina Altara, gruppo di famiglia con immagini, al Man di Nuoro. Una mostra , va detto subito, raffinata come si conviene alla vita da fiaba di questi due artisti, protagonisti della vita mondana dell’epoca e magicamente «sospesi tra la Sardegna, il Piemonte e il mondo», che riuscirono a reinventarsi anche nel dopoguerra.
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Se della più creativa Edina sono presenti in mostra il Gesus Salvadelu del 1916 dalle collezioni del Quirinale e soprattutto i famosi oli su specchio retrodipinto che tanto piacquero a Gio Ponti, sì che li volle per le sale più eleganti dei fastosi transatlantici dell’epoca ( la Natura morta con bilance dalla nave Conte Biancamano è nelle collezioni permanenti del Man, Le nozze di Bacco e Arianna proveniente dall’Andrea Doria appartiene invece al nipote di Edina e munifico collezionista principe dei due artisti, Federico Spano), di Accornero si segnalano oltre alle sognanti e strepitose illustrazioni fiabesche e quelle per la moda, le stampe colorate a pochoir con vedute e maschere veneziane, gli oli su cartone Natura morta del 1960, per non dire dei blasonati foulard e vestiti a sua firma per la maison Gucci, che fecero la gioia della principessa Grace di Monaco, e che occupano la prima sala di questa mostra filologicamente gioiello. E ancora a far da contraltare ai collage di Edina e ai suoi ritratti di donnine sarde sono le vedute veneziane del suo compagno, che tanto piacquero a Dino Buzzati che ne scrisse con trasporto sulle pagine della «Domenica del Corriere» e i molti bozzetti dai suoi allestimenti per il Teatro alla Scala. Da ultimo, nel giardino di delizie che è questa esposizione, si segnala il denso catalogo edito da Silvana Editoriale.
Vittorio Accornero-Edina Altara, gruppo di famiglia con immagini
Nuoro, Man, fino al 23 gennaio 2022
Stefano Biolchini
redattore
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