di Roberto Da Rin
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Tocca a lui. “O Messias chegou”. È arrivato il Messia. A San Paolo, a Rio de Janeiro, a Porto Alegre sono migliaia a esultare per la vittoria di Jair Messias Bolsonaro, vincitore alle presidenziali del Brasile. Il Messia - chi l’avrebbe detto - si impone con l’elogio della pazzia, diramato con Whatsapp.
Una vittoria annunciata, dopo il successo al primo turno del 7 ottobre. L’appoggio ricevuto è stato quella della Troika brasiliana (Biblia, boi e balla), ovvero Evangelici, agrobusiness e lobby delle armi. E pure i mercati finanziari brindano: l’indice Ibovespa della Borsa di San Paolo ha toccato un nuovo record.
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Incerte e ondivaghe le ricette economiche presentate: il ministro in pectore, Roberto Guedes, è stato in parte sconfessato. Le sue politiche annunciate, ultraliberiste, non piacciono alla maggior parte dei brasiliani. Quindi è difficile prevedere quali saranno i primi provvedimenti adottati e non vi è ancora alcuni tipo di certezze.
Intanto però i fondi che hanno in pancia azioni brasiliane, in Asia, hanno registrato un +8% (a Singapore) e in Giappone un +15 per cento.
La vittoria di Bolsonaro passerà alla storia non solo per la scelta di un candidato che ostenta una linea violenta, sessista e razzista ma per le modalità della vittoria. È il primo candidato al mondo ad aver beneficiato di soli 9 secondi al giorno di spazio in tv. Quasi zero i costi della sua campagna elettorale. E anche Facebook e Twitter hanno giocato ruolo marginale. Bolsonaro ha vinto con i gruppi WhatsApp che in Brasile ha 120 milioni di utenti.
Roberto Da Rin
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