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Terzo settore, il digitale aiuta a valutare gli impatti sociali

di Alessia Maccaferri

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Banco Alimentare. In tutta Europa i banchi alimentari impiegano oltre 37mila persone (dato 2020), l'85% sono volontari

Banco Alimentare. In tutta Europa i banchi alimentari impiegano oltre 37mila persone (dato 2020), l'85% sono volontari

Dalla Federazione Banchi Alimentari alla Fondazione Pavesi, TechSoup Italia sperimenta un’interfaccia per monitorare risultati di enti e progetti

21 aprile 2022
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3' di lettura

Ogni anno i banchi alimentari europei raccolgono oltre 860mila tonnellate di cibo vicino alla scadenza o con problemi di etichettatura o packaging. Eccedenze alimentari che - anziché finire nella spazzatura - vanno a nutrire milioni di persone attraverso il lavoro capillare di distribuzione di oltre 48mila organizzazioni non profit. Un’attività complessa e, per molti tratti, simili alla logistica. «Sino al 2020 raccoglievamo i dati con Excel, un lavoro enorme. Complicato dal fatto che la fonte erano 29 paesi che sono nostri membri» spiega da Bruxelles Angela Frigo, segretaria generale della Federazione Europea Banchi Alimentari.

Uno strumento per prendere decisioni

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Da lì la necessità di implementare nuove tecnologie ponendosi la domanda di cosa misurare e come farlo, con quali metriche e indicatori uniformi e condivisi. «I dati sono fondamentali non solo per la rendicontazione comunque preziosa per l’attività di advocacy presso istituzioni come la Ue, l’Onu o la Fao, ma anche come strumento per prendere decisioni strategiche e in modo veloce, come vediamo adesso con l’emergenza Ucraina» aggiunge Frigo.

Una piattaforma per progettisti e tutti gli stakeholder

Da questa esigenza è nata la collaborazione con TechSoup Italia per sperimentare Impact Room, soluzione tecnologica messa a punto dall’impresa sociale aderente al network mondiale che supporta la transizione digitale del terzo settore. Con questa interfaccia multilingua le singole organizzazioni nazionali della Feba potranno entrare nella piattaforma e inserire i dati relativi al proprio paese. «Per il futuro oltre che a lavorare a livello regionale e locale - aggiunge Frigo - puntiamo a rendere più automatizzato il flusso informativo». Impact Room consente di misurare nel tempo l’impatto sociale sulla base di indicatori quali-quantitativi. I dati su enti, beneficiari o progetti vengono raccolti non solo ex post ma ex ante e in itinere. Inoltre ogni interfaccia è progettata sulla base delle esigenze della non profit, degli indicatori specifici che si individuano. Inoltre vi possono accedere non solo le persone dell’ente di terzo settore ma anche eventuali beneficiari o partner di progetto. Come accadrà con gli insegnanti, i volontari e i professionisti della Fondazione Alessandro Pavesi Onlus, che dal 2008 realizza progetti di contrasto alla dispersione scolastica, in particolare nel Rione Sanità e a Scampia.

Come leggere i cambiamenti nel tempo?

«Da anni volevamo rendicontare in modo oggettivo i nostri progetti. Non solo per noi ma anche per tutti i partner e per tutti coloro che ci sostengono dal punto di vista finanziario», spiega Maurizio Pavesi, presidente della fondazione napoletana. Ma come tradurre in indicatori la complessità delle persone? Quali parametri utilizzare per valutare i progressi di 650 ragazzi? «Di certo non bastano, per esempio, le assenze per descrivere la dispersione scolastica. Allo stesso modo dobbiamo esplorare più dimensioni per dar conto della ricchezza della persona» racconta Pavesi, che sta mettendo a punto il sistema di misurazione e gli indicatori con il supporto scientifico di Aiccon-Università di Bologna. «Questo prodotto è volutamente semplice ma è strategico perché di fatto è uno strumento impact management, che consente di osservare nel tempo una serie di dimensioni che riguardano i diversi stakeholder. È importante non solo come strumento di rendicontazione ma per leggere i cambiamenti. Ha grandi potenzialità, per esempio, nell’ambito dell’inserimento lavorativo o nelle fondazioni di comunità» spiega Paolo Venturi, direttore di Aiccon.

Con questo approccio il beneficiario viene messo al centro delle attività e dell’indagine. «Con Aiccon vogliamo costruire una partnership di lungo periodo - spiega Fabio Fraticelli, chief operating officer di TechSoup Italia - Gli scienziati sociali hanno le competenze per definire le metodologie per la valutazione di impatto e gli indicatori mentre noi abbiamo il know how informatico per definire le interfacce di prese dati adeguate. Sono due aree contigue, aspetti che si integrano e si contaminano in modo positivo». Di fatto, Impact Room potrebbe diventare uno strumento non solo di gestione per le non profit ma anche di studio di efficacia delle policy messe in atto.

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