di Andrea Gagliardi
Migranti, Meloni: "Italia non può rimanere sola"
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Partirà in Senato l’esame del nuovo decreto sui migranti, varato dal Consiglio dei ministri Cutro, e mercoledì dovrebbe essere assegnato alla commissione Affari costituzionali. Occhi puntati in particolare su eventuali modifiche alle misure sulla protezione speciale umanitaria, su cui c’è stata un’interlocuzione, come accade non di rado, fra l’ufficio legislativo del Quirinale e quello di Palazzo Chigi, prima della chiusura del testo definitivo, poi emanato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il nodo che rimane incagliato nel decreto flussi approvato dal governo dopo la strage dei migranti di Cutro è l’eliminazione della protezione speciale per i vincoli familiari del richiedente asilo. L’articolo 7 del testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, voluto fortemente della Lega, è stato oggetto di una interlocuzione tra Quirinale e governo e sarebbe ancora al centro di una moral suasion da parte del Colle nei confronti di Palazzo Chigi.
Il rischio prospettato dal Colle era che immigrati in attesa dell’esame sulla domanda di protezione internazionale rischiassero l’espulsione da un giorno all’altro. E grazie all'interlocuzione si è mitigato l'impatto aggiungendo una norma transitoria che estende l'efficacia della disciplina previgente alle istanze presentate sinora e ai casi in cui il migrante sia stato già chiamato dalla questura.
L’obiettivo sarebbe però ammorbidire ancora la norma che ora consente di espellere una persona anche «qualora esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare». Una soluzione per una versione del testo più umanitaria, da realizzare in sede di conversione in legge del decreto, che vedrebbe disponibili Fratelli d’Italia e Forza Italia, si basa anche sui numeri: nel 2022 la norma, rinforzata dal governo Draghi, aveva permesso l’emersione dalla clandestinità di circa 10mila persone, numeri consistenti che ora tornerebbero a non avere possibilità di essere regolarizzati.
La norma, la cui eliminazione è stata decisa all’ultimo momento nel testo del decreto, prevedeva che si tenesse conto «della natura e della effettività dei vincoli familiari dell’interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonché dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese»
Andrea Gagliardi
redattore
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