Cultura
Pubblicità

Cultura

Art Basel tende al rosa

di Gabi Scardi

Immagine non disponibile
. Jordan Casteel, «Twins», 2017, esposto ad Art Basel dalla Galleria Casey Kaplan

. Jordan Casteel, «Twins», 2017, esposto ad Art Basel dalla Galleria Casey Kaplan

12 giugno 2017
Pubblicità

4' di lettura

Art Basel 2017, diretta da Marc Spiegler, compie quarantotto anni e li porta splendidamente. Con la sua corte di fiere satelliti (Liste, Scope, Volta 13, Photo Basel, Design Miami-Basel, Miami Beach, Hong Kong e Art Basel Cities con Buenos Aires), questa kermesse mantiene di gran lunga un primato tra le fiere d’arte contemporanea, riuscendo ad attrarre collezionisti da ogni parte del mondo. Risultato indiscutibile ma non ovvio: il numero di fiere negli ultimi anni è salito esponenzialmente, al punto da affaticare anche i più dedicati dei globe trotter; questo vale per i collezionisti tanto quanto per i galleristi, i cui calendari hanno ormai densità da puzzle e complessità da rebus.

Un altro elemento che rischia di avere un impatto è il cambio di data dell’inaugurazione della Biennale di Venezia: un piccolo terremoto; perché mentre prima, data la prossimità delle due inaugurazioni, ogni due anni collezionisti e professionisti d’oltreoceano si organizzavano per trascorrere due settimane in Europa, tra Venezia e Basilea, ora il flusso è stata scompaginato, e per molti di loro si tratta di scegliere.

Pubblicità

Quest’anno però la presenza di Documenta e di Skulptur Projekte, che aprono rispettivamente a Kassel e a Münster nei giorni immediatamente precedenti Art Basel, genera una congiuntura perfetta; è molto probabile che, attratto dalla possibilità di approfittare dei due eventi, il mondo dell’arte arrivi al completo già per la preview del 13 giugno. Grande attesa dunque per i galleristi, per i quali la partecipazione ad Art Basel è un traguardo, ma anche un grande impegno. Collezionisti arriveranno dagli Stati Uniti, dai paesi emergenti, e il fatto di aver attivato l’appuntamento ad Hong Kong ha contribuito a coinvolgere un collezionismo orientale, che ora tende a frequentare anche la sede di Basilea. Il fenomeno si è andato sviluppando con grande rapidità: se al loro primo affacciarsi i collezionisti di aree non occidentali del mondo si interessavano soprattutto ad artisti dei loro stessi luoghi di provenienza, e parevano attratti dalla ricerca sui materiali e sugli stili più che dai contenuti, la situazione è andata cambiando velocemente. Oggi il loro contributo alla fiera di Basilea è determinante.

Questa 48esima Art Basel si compone di 291 gallerie, da 35 paesi di tutto il mondo. L’impianto resta quello degli anni passati. Oltre alla main section Galleries, le sezioni sono Statements (progetti individuali di artisti emergenti) e Features (progetti di artisti storicizzati), il programma Film, Unlimited (la sezione più spettacolare in quanto dedicata alle installazioni di carattere museale e di più ampio formato), le Conversations e il Messeplatz project e Parcours, con interventi site-specific e performances nella città.

L’Italia, drammaticamente assente sulla scena internazionale delle Biennali e delle grandi mostre, è invece ben presente ad Art Basel con ventuno gallerie; a riprova del fatto che mentre sulla piattaforma internazionale le istituzioni faticano a farsi rispettare, le competenze nel paese ci sono, e chi le detiene viene riconosciuto. Nella Galleries, parteciperanno in 15: Alfonso Artiaco, Galleria Continua, Massimo De Carlo, Galleria dello Scudo, A arte Invernizzi, kaufmann repetto, Lia Rumma, Magazzino, Gió Marconi, Galleria Massimo Minini, Galleria Franco Noero, Galleria Christian Stein, Galleria Tega, Tornabuoni Art, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, ZERO. Feature, dedicata a progetti di artisti storicizzati, vede presenti Galleria Raffaella Cortese, Mazzoleni, P420, Studio Trisorio, Vistamare. Noire Contemporary Art torna nella sezione Edition.

«Noi porteremo artisti sensibili al contesto e alla situazione sociale; molti dei quali donne; come Andrea Bowers, Latifa Echakhch, Judith Hopf; ed è una sfida, perché a Basilea le opere di artiste donne sono ancora molto meno vendute di quelle degli uomini. Vedremo se il mercato risponderà» dice Francesca Kaufmann. Mentre Raffaella Cortese sostiene di aver riscontrato un desiderio, anche da parte dei collezionisti, di tornare a vedere mostre. Un segno importante di attenzione nei confronti dei contenuti, al di là dei meccanismi del mercato. L’attenzione internazionale per gli artisti italiani degli anni Sessanta e Settanta è sicuramente di supporto alle gallerie del paese; ma prova della forza e dell’ambizione con cui, da anni si presentano internazionalmente sta nella presenza di ben sette di loro anche nella sezione Unlimited. Qui Cortese presenta, insieme a Sprovieri, un’installazione del trentanovenne Francesco Arena; un risultato non da poco, considerando la difficoltà di accesso degli artisti italiani di quella generazione sulla scena internazionale.

Interessante a Basilea è il fatto che vi convergano molte delle figure chiave del mondo dell’arte: oltre a galleristi e collezionisti, sono presenti figure istituzionali, direttori e curatori di musei e di biennali. Attese quest’anno Beatrix Ruf (Stedelijk Museum Amsterdam), Philip Tinari (Ullens Center di Beijing), Gabi Ngcobo (curatrice della X Biennale di Berlino), Elmgreen & Dragset, artisti e curatori della prossima Biennale di Istanbul, Kasper König (direttore artistico di Skulptur Projekte); e ci sarà Gianni Jetzer (curator-at-large dell’Hirshhorn Museum e Sculpture Garden di Washington, D.C.) che cura anche la sezione di Art Basel Unlimited.

Interessanti anche i talks nei quali molto spazio verrà dato alla discussione intorno al collezionismo; uno, per esempio, verterà sulla funzione dei social media nell’acquisto di arte. Ma non ci sarà solo mercato: si vedrà ad esempio Annette Messager conversare con la nuova direttrice della Tate Dr. Maria Balshaw, e Candice Breitz e Zanele Muholi, entrambe artiste, discutere sulla situazione degli artisti in Africa. Altri saranno coinvolti in presentazioni di diverso genere e performance; per esempio Claudia Comte sarà sulla Messeplatz con l’installazione NOW I WON.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy