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La Commissione Giustizia della Camera ha concluso il voto degli emendamenti alla proposta di legge che dichiara la gestazione per altri reato universale, cioè perseguibile anche se commesso all’estero. È stato approvato in particolare un emendamento della maggioranza che prevede la punibilità dei soli cittadini italiani. Le opposizioni hanno votato contro. Il via libera formale, con il mandato al relatore dopo il parere delle altre Commissioni sarà dato la prossima settimana.
«Abbiamo concluso l’esame degli emendamenti e adottato una piccola riformulazione del testo base. Siamo convinti che il divieto già operante in Italia abbia impedito che negli anni si sviluppasse questo mercato che invece si è sviluppato all’estero. Ecco perché con il testo, così come riformulato, estendiamo la punibilità di questo reato a tutte le condotte commesse all’estero. È un divieto operativo, cogente, e sono sicura che disincentiverà il ricorso a questa pratica fermando il turismo procreativo e più in generale quel mercato che si è creato e di cui anche la recente fiera svoltasi a Milano è testimonianza». Così Carolina Varchi (FdI), relatrice del provvedimento che introduce il reato universale di maternità surrogata, al termine dell’esame degli emendamenti in Commissione. «È stato evitato il contingentamento dei tempi, e nella mia qualità di relatrice ringrazio il presidente della commissione, Ciro Maschio, per aver saputo gestire questi lavori senza fare ricorso a strumenti che, ancorché previsti dal regolamento, avrebbero inasprito il dibattito».
Anche i parlamentari del Pd hanno votato contro ai due emendamenti di Riccardo Magi (+Europa) che miravano a depenalizzare la gestazione per altri (gpa), presentati alla proposta di legge che dichiara la gpa reato universale. I due emendamenti andavano in senso opposto alla proposta di legge della maggioranza: il primo eliminava la pena del carcere, mantenendo la multa da 600mila a un milione di euro; il secondo depenalizzava la condotta prevedendo una sanzione amministrativa da 5.000 a 50.000 euro. Su entrambe gli emendamenti il Pd in Commissione Giustizia ha votato contro, come il centrodestra, mentre M5S ha sostenuto la proposta di Magi. Si è trattato degli unici due emendamenti in cui le opposizioni non hanno votato all’unanimità.
«La priorità della destra è limitare i diritti. Pnrr, alluvione, asili, inflazione vengono dopo, forse. Ora la loro urgenza è attaccare le famiglie arcobaleno e i loro figli: la corsa forsennata in commissione giustizia per una legge folle lo dimostra. Continueremo a opporci». Lo sostiene su Twitter Alessandro Zan, responsabile diritti del Partito democratico, in riferimento al ddl sulla maternità surrogata. «La gpa è una pratica che mi vede fermamente contraria: rappresenta una violenza verso il corpo della donna e una commercializzazione dell’essere umano» , scrive su Facebook la senatrice del Pd Valeria Valente. «La proposta della destra è però una legge “bandierina”, pasticciata sul piano giuridico, che rischia solo di esporre i bambini alla solitudine e all’assenza di qualsiasi forma di tutela o rete di protezione, mancando nel nostro Paese una buona e giusta legge sulle adozioni. Proprio per questo condivido totalmente l’appello rivolto al Parlamento dalla Rete No gpa. Dobbiamo dire No a questa pratica e sostenere iniziative internazionali, le uniche davvero utili per la sua messa al bando. Dobbiamo dare, al contempo, risposte giuridiche certe all’interno del nostro ordinamento nell’interesse dei minori».
«Sottoscrivo l’appello della Rete No gpa che, richiamando la Corte costituzionale, definisce la maternità surrogata una offesa della dignità della donna che mina nel profondo le relazioni umane. L'appello è teso a richiamare il parlamento e la politica tutta a confermare il divieto di maternità surrogata nel nostro paese: obiettivo pienamente condivisibile, a mio parere». Così a capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella. «La legge sul reato universale voluta da Fratelli d’Italia si configura come un manifesto politico più che un reale tentativo di dissuasione dall’uso della gpa che sta trasformando il corpo della donna e della sua creatura in un valore di mercato. Il testo dell’appello, invece, sollecita “uno sforzo ad assumere impegni anche a livello internazionale”: questo sarebbe ben più efficace di una legge di dubbia applicabilità».
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