di Giancarlo Mazzuca
(ANSA)
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Scostamento di bilancio-sì o scostamento di bilancio-no? Ci ricordiamo tutti l'ampio dibattito di oltre dieci anni fa sui mass media italiani ai tempi della crisi economica internazionale dopo il fallimento della Lehman Brothers nel 2008 e il crollo delle Borse: chi diceva che era necessaria un drastico intervento del governo, costi quello che costi, chi continuava a dare priorità assoluta al rigore economico tenendo conto dei livelli già raggiunti dal nostro disavanzo pubblico che non poteva essere ulteriormente ampliato.
Un dibattito che andò avanti per tanto tempo e che, nel quarto governo Berlusconi, si trasformò in una specie di duello tra il Cavaliere, favorevole agli scostamenti di bilancio, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ben deciso ad arginare la crescita esponenziale del debito. Il braccio di ferro ebbe contraccolpi, tanto che finì con la caduta di quel governo, che dovette lasciare il posto ad un esecutivo tecnico presieduto da Mario Monti.
Ma chi aveva ragione tra Berlusconi e Tremonti? Gli economisti non hanno dubbi: Il ministro faceva bene ad insistere sul rigore di bilancio anche perché l'Italia era stata ufficialmente ammonita dall'Europa con una lettera di richiamo firmata dal presidente della Bce, il francese Jean Claude Trichet, e da chi era già stato designato suo successore al piano più alto del grattacielo di Francoforte, l'allora governatore della Banca d'Italia Draghi.
E, gli strani scherzi del destino, proprio Draghi si ritrova alle prese con lo stesso amletico dubbio che ebbe quel governo, dovendo oggi fronteggiare il caro-bollette che sta mettendo in grave crisi tantissime imprese e famiglie italiane. Rammentando forse quel cartellino rosso mostrato nel 2011, il presidente del Consiglio è stato, in questi giorni, molto categorico: sì ai nuovi interventi per fronteggiare l'escalation tariffaria, no allo scostamento di bilancio. Con quel precedente di undici anni fa alle spalle, il premier non potrebbe ora fare diversamente anche se diversi osservatori sostengono il contrario perché, con il caro-bollette in atto, c'è già stata un'impennata dell'inflazione a dispetto di un certo ottimismo - è il caso del commissario europeo Paolo Gentiloni – che qualcuno continua a manifestare.
Di fronte all'attuale scenario verrebbe quasi da dire: per fortuna che c'è Mario… In effetti, di fronte alla nuova emergenza, tra Covid che scende e recessione che sale, la situazione rischia di diventare molto più grave di quella che fummo costretti ad affrontare nel 2011 quando, dopo il governo Berlusconi, arrivò l'esecutivo guidato da SuperMario 1 (Monti) con il difficile compito di farci ripartire sul fronte economico. Oggi possiamo invece contare su SuperMario 2 (Draghi): speriamo che i suoi risultati siano migliori di quelli ottenuti undici anni fa.
Giancarlo Mazzuca
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