di Gerardo Di Francesco e Simone Ranucci Brandimarte
(pookpiik - stock.adobe.com)
4' di lettura
È stata da poco pubblicata la XVII edizione del Global Risk Report 2022 del World Economic Forum (WEF). Un report di grandissimo valore per tutta la comunità assicurativa mondiale, basato sul sondaggio condotto tra esperti e decision-maker dei vari settori dell'economia globale, che analizza la percezione dei rischi a livello internazionale. Ne emerge un mondo alle prese con sfide epocali, spesso percepite con timore, verso cui certamente il connubio tra assicurazioni e tecnologia può e potrà giocare un ruolo importante.
Al centro delle preoccupazioni mondiali ci sono la crisi climatica, avvertita come necessaria e soprattutto urgente, e la cyber sicurezza, amplificata dalla crescente dipendenza dai sistemi digitali degli ultimi anni in tutte le aree di business e dal conseguente aumento di cyber attacchi su scala globale.
I rischi ambientali, in particolare, assumono un ruolo sempre più predominante. Basti pensare che negli ultimi 50 anni il numero di eventi climatici estremi è aumentato di 5 volte, ed è destinato a crescere ancora nel prossimo futuro. Ogni giorno nel mondo ci sono in media 40 morti per disastri naturali, quali alluvioni, cicloni e terremoti, il cui aumento è dovuto al riscaldamento globale. A livello mondiale, solo nel 2021, cambiamenti climatici e catastrofi naturali hanno avuto un impatto negativo per 343 miliardi di dollari, attestandosi così come il terzo anno più costoso di sempre, ma solo il 38% delle perdite era coperto da un'assicurazione*.
Appare chiaro quindi come l'universo assicurativo debba ampliare le sue prospettive e andare incontro alle nuove esigenze dei cittadini per aiutarli a mitigare questi nuovi rischi.
La prima risposta deve tuttavia arrivare dagli strumenti tecnologici messi a disposizione. Grazie all'innovazione possiamo realizzare prodotti assicurativi parametrici basati su dati meteorologici provenienti da satelliti, che consentono una gestione del rischio più mirata. Oppure l'utilizzo di piattaforme per la gestione digitale di cat bond (obbligazioni-catastrofe, strumenti di debito ad alto rendimento progettati dalle società del settore assicurativo per raccogliere fondi in caso si verifichino catastrofi naturali) e di conseguenza automatizzare e velocizzare i processi; o ancora smart contract che permettono di eseguire transizioni automatiche per la liquidazione istantanea di zone colpite da catastrofi.
Fondamentale diventerà nei prossimi anni il contributo della space economy: i satelliti in orbita possono fornire dati in tempo reale sui cambiamenti atmosferici in atto e aiutare l'industria assicurativa a sviluppare nuovi prodotti basati su questi nuovi parametri. Alla base di tutto questo deve esserci tuttavia la capacità di quantificare i sinistri derivanti da tali calamità per poter creare polizze adeguate. Infine, sarà necessario sviluppare prodotti assicurativi dedicati per impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che permettano indennizzi su base di performance e di business interruption, per dare maggiore resilienza a un settore che diventerà sempre più predominante nell'economia globale dei prossimi anni.
Altro tema che preoccupa fortemente gli intervistati è quello della cyber sicurezza. Secondo l'ultimo Rapporto Clusit nel 2021 si sono registrati 170 attacchi informatici al mese, contro una media di 156 nel 2020. Il danno economico del cyber crime ha raggiunto così intorno ai 6 trilioni di dollari solo lo scorso anno. Gli attacchi informatici hanno colpito in maniera indistinta privati cittadini ed enti pubblici, con casi di rilevanza internazionale capaci di causare ingenti conseguenze sia sul piano economico che su quello diplomatico.
L'utilizzo sistematico di tecnologie sempre più avanzate in ogni ambito delle nostre vite comporterà ovviamente nuovi rischi. Pensiamo al settore della mobility. Dal report sulla mobilità 2031 realizzato da EY IIA - Italian Insurtech Association emerge che il pericolo maggiore collegato alla cyber security è legato alle vulnerabilità delle interfacce di connessione dei nuovi veicoli (44%), seguito dalla possibilità di dirottamento o furto di veicoli a guida autonoma (30%) e dalla possibile violazione della privacy legata al tracciamento degli spostamenti (26%). Pertanto, sarà fondamentale prevedere eventuali attacchi già nelle prime fasi di implementazione e progettazione dei veicoli, adottando un approccio “security by design”.In questo panorama, dove le persone vivono in un clima di insicurezza digitale e le aziende in un mondo in cui le minacce interne (intenzionali o accidentali) rappresentano il 43% di tutte le violazioni, l'insurtech potrebbe intervenire in maniera costruttiva ampliando l'offerta di prodotti assicurativi cyber sempre più integrati. In particolare:
•Soluzioni Cyber risk a garanzia di minacce hacker integrate nei servizi di connettività;
•Abilitazione della rete distributiva assicurativa a servizi di cyber security in accoppiata a polizze Cyber;
•Distribuzione di prodotti cyber embedded nella vendita dell’hardware;
•Creazione di un pool cyber sulla scorta dell’esperienza del pool inquinamento per far fronte a rischi catastrofali in questo ambito.
Soluzioni altamente tecnologiche e innovative, come quelle descritte sopra, unite a una maggiore cooperazione e coordinamento a livello globale, possono rappresentare le fondamenta per affrontare in modo efficace le sfide che si presenteranno nei prossimi anni, con una gestione dei rischi più accurata, volta a prevenire i pericoli anziché curarli.
* Fonte Report 2021 «Weather, Climate and Catastrophe Insight» di AON
Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA - Italian Insurtech Association e Gerardo Di Francesco, Vicepresidente di IIA
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy