di Nicol Degli Innocenti
L’hotel Idle Rocks
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LONDRA - Ovunque ci si trovi in Cornovaglia, terra di leggende e di contrabbandieri, si è sempre vicini al mare. A guardare la cartina questa regione dell'Inghilterra sembra un guanto di terra che si estende verso occidente per raggiungere l'oceano. La penisola di Roseland, o terra delle rose, è il dito più delicato di questo guanto, che racchiude e protegge un piccolo gioiello: il villaggio di pescatori di St Mawes, sospeso tra il mare e l'estuario del fiume Fal.
Circondato da acqua su tre lati, è abbastanza remoto da essere un'oasi di pace che sembra lontana mille miglia dal resto del mondo, ma senza essere inaccessibile. Si può raggiungere in meno di un'ora da Truro se si viaggia in treno e da Newquay se si arriva in aereo, mentre ci vogliono cinque ore per fare il percorso in auto da Londra. D'estate St Mawes, amatissima destinazione per chi fa vela o windsurf, si merita il soprannome di “Saint Tropez britannica”, ma è fuori stagione che diventa il rifugio ideale. La posizione protetta crea un micro-clima benevolo, nonostante i temibili venti e le imprevedibili piogge della Cornovaglia.
Non è un caso che qui vicino ci sia Tregothnan, l'unica piantagione di tè in Gran Bretagna, che produce varietà talmente pregiate che vengono esportate anche in Cina e in India. Si possono visitare vigneti come Trevibban Mill che producono vini sia bianchi che rossi oppure i molti giardini dei dintorni, che cambiano totalmente aspetto a seconda della stagione.
Da St Mawes si possono fare gite in barca lungo la costa, esplorando le numerose calette e insenature a volte profonde come fiordi, oppure fare passeggiate lungo il promontorio, guardando il mare dall'alto e scoprendo luoghi magici come l'antica chiesa di St Just, circondata da piante di fiori e alberi tropicali piantati molti decenni fa da un prete con il pollice verde.
Il luogo migliore dove stare è Idle Rocks, un boutique hotel proprio al centro del paese, affacciato sul piccolo porto di St Mawes, con una terrazza dalla quale si possono toccare le onde e osservare le barche che vanno e vengono. Nomen omen, “rocce pigre” rende l'idea dell'aria rilassata dell'albergo, che crea all'istante l'effetto vacanza. Aperto dal 1913 nell'edificio che un tempo era stato la panetteria del paese, l'hotel è stato completamente ristrutturato e rinnovato un secolo più tardi da David e Karen Richards, che lo hanno trasformato in un hotel a cinque stelle.
Idle Rocks dal 2016 fa parte della collezione Relais & Chateaux, ed è un hotel di lusso nella versione più discreta e sottile del termine, senza ostentazione e con un'atmosfera rilassata e informale. Tutto è studiato per far sentire a casa gli ospiti, i cui nomi di battesimo sono scritti a mano su una lavagna sulla porta della loro camera. Nelle 18 stanze, una diversa dall'altra, domina il colore blu del mare e del cielo, in tutte le sue gradazioni, mentre nei salotti e nel ristorante i cuscini di sedie e divani e i quadri alle pareti hanno colori più accesi. Ci sono antichi remi appesi e scatole ricoperte di conchiglie, sculture di pesci e granchi e quadri di artisti contemporanei del posto.
L'albergo è radicato nel territorio: il ristorante, guidato dallo chef Dorian Janmaat, allievo di Raymond Blanc con due stelle Michelin, crea piatti sofisticati usando solo prodotti della zona e ingredienti locali, pesci e crostacei naturalmente ma anche verdure di stagione. Per coronare una giornata di mare, natura e relax la Reef Knot Retreat al primo piano dell'hotel offre trattamenti di bellezza, aromaterapia e massaggi.
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