di Luca Orlando
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«Il momento peggiore? Quando andavo a riprendere i campionari nelle portinerie dei clienti, lì dove li avevo lasciati, perché in quei mesi le aziende neppure mi ricevevano, il senso di impotenza era assoluto». Tempi duri ma ormai alle spalle, quelli ricordati da Alessandro Tessuto, alla guida di Clerici Tessuto, 350 addetti, storica azienda del tessile comasco, oltre 100 anni di storia. Il crollo delle vendite del 38% è ormai un ricordo e i ricavi, dopo due anni di crescita sostenuta, tornano ora sui livelli record del 2019, 65 milioni di euro. «La fascia alta di mercato - spiega l’imprenditore - è quella che ha tenuto maggiormente e anche ora ci dà soddisfazione. Certo, se in passato la visibilità degli ordini era di alcuni mesi, oggi l’incertezza è cresciuta, il nostro mestiere si è complicato». Mestiere legato alla fornitura di tessuti di altissima qualità, con clienti che spaziano dai brand del lusso transalpini ai big italiani, che hanno in Alessandro Tessuto un punto di riferimento certo. «Vediamo buoni risultati in Francia e Germania, così come negli Usa, che sono in ripresa. Cina e Giappone invece sono mercati in grande difficoltà.
Il 2023? Pieno di incertezze, anche per il caro energia. Noi ad ogni modo andiamo avanti cercando anche di inserire giovani in azienda. Ricerca non facile, perché ormai qui siamo arrivati a rubarci le persone».
Luca Orlando
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