Meloni: Sì a obiettivi Green, ma Ue non decida tecnologie. Confidiamo in buon senso su biocarburanti
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Stop alle auto inquinanti dal 2035 ma con la possibilità di includere come alternativa ai motori termici, quelli con biocarburanti. È questa la posizione ufficiale dell’Italia al tavolo Ue sulla transizione green relativa alle automobili.
La richiesta è arrivata a Bruxelles con una lettera inviata dai ministri Salvini, Urso e Pichetto Fratin ed è stata poi spiegata dalla stessa premier Giorgia Meloni: «Sul tema delle auto, quella dei biocarburanti può essere una sfida che ci possiamo intestare, noi siamo all’avanguardia».
L’obiettivo è dunque quello di arrivare una totale assimilazione dei biocarburanti ai carburanti sintetici per l'uso dopo il 2035. I biocarburanti avrebbero quindi lo stesso ruolo degli e-fuels sostenuti da Berlino su cui la Commissione Ue ha aperto a un compromesso. Su questo l’Italia intende battersi fino in fondo. L’idea è che, se la Commissione dà il via libera agli e-fuels sostenuti dalla Germania, poi deve accontentare anche l’Italia e gli altri paesi più avanti su un’altra tipologia di carburante, quelli per l’appunto bio.
Lo ha spiegato in modo chiaro la premier Meloni: «Ci sono delle tecnologie sulle quali l’Italia, e dunque l’Europa, sono potenzialmente un’avanguardia e, rispetto a un’ipotesi di questo tipo, decidere di legarsi a tecnologie che invece sono di fatto detenute come avanguardia da nazioni esterne all’Unione è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema». Il senso è che: optare per l’auto elettrica favorirebbe la Cina notoriamente all’avanguardia su questo fronte, mentre includere l’opzione biocarburanti incentiverebbe la competitività di paesi come l’Italia che in questo settore sono più avanti di altri. Quello che rimane fermo è l’obiettivo della transizione green mentre la richiesta è di maggiore flessibilità sulle tecnologie per arrivarci. Il passaggio all’auto elettrica dal 2035 è inoltre ritenuto rischioso per l’industria italiana. Secondo il ministro delle imprese e del made in Italy sarebbero a rischio almeno 80mila posti di lavoro.
Lo spiega bene Filiera Italia, un’associazione che unisce il mondo dell'agricoltura e quello dell'industria alimentare: l’Italia è leader nella sperimentazione e produzione di sementi e tecnologie produttive che rendono la produzione di materia prima agricola per biocarburanti perfettamente sinergica, complementare e migliorativa della stessa produzione agricola realizzando un perfetto modello di economia circolare. A partire dalla produzione di biomasse agricole non alimentari in terreni degradati ed inquinati, la coltivazione per alcuni anni di particolari varietà vegetali per biofuels consentirà infatti negli anni successivi nuovamente la coltivazione di colture alimentari in quei terreni. Inoltre, dalla trasformazione di queste materie agricole non alimentari provenienti da terreni severamente degradati, derivano sottoprodotti da impiegare come input agricoli di alta qualità, come ammendanti e fertilizzanti. Si incoraggia così l'adozione di pratiche di carbon farming e si contribuisce alla produttività agricola.
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