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Dall’Algeria al Qatar, gli accordi che l’Italia punta a stringere sul gas

Ucraina, Draghi: anche se stop a gas russo no problemi a breve

Dopo l’Algeria, il ministro degli Affari esteri Di Maio è volato in Qatar insieme all’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, per una visita di due giorni anticipata da una telefonata del premier Mario Draghi all’emiro Tamin Bin Hamad Al Thani

7 marzo 2022
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2' di lettura

L’Italia accelera la ricerca di fonti energetiche alternative al gas russo. «Stiamo pianificando altre missioni per diversificare ulteriormente le forniture energetiche all’Italia. Abbiamo definito un piano italiano di sicurezza energetica per tutelare i nostri cittadini e le nostre imprese». È quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parlando da Doha, in Qatar, dove ha incontrato l'emiro qatarino, Tamim bin Hamad Al Thani. Di Maio è stato accompagnato dall'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. La visita è stata preparata da una telefonata del premier Mario Draghi all’emiro.

Quella del ministro degli Affari esteri è stata l’ennesima tappa del percorso che punta a ridurre la dipendenza dell’Italia dal gas russo. Un’operazione che implica, anche, un aumento delle forniture da parte di altri paesi. «Sono stato in Algeria e Qatar - ha spiegato Di Maio -, e farò altri viaggi. Questi Paesi hanno detto che accresceranno la loro partnership energetica con l’Italia. L’Italia ha così tanti amici e partner nel mondo che non dovrà subire alcun ricatto energetico».

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Ruolo di primo piano del Qatar

Se l’obiettivo è diversificare le fonti di approvvigionamento, il Qatar può avere un ruolo cruciale: terzo produttore di gas naturale al mondo (oltre 177 miliardi di metri cubi all’anno), per l’Italia è al momento il terzo esportatore di gas naturale - dopo appunto la Russia e l’Algeria - e il primo di gas naturale liquefatto, per una fornitura di 6,9 miliardi di metri cubi l’anno pari a quasi il 10% del totale delle importazioni, contro il 40% del gas russo. Algeri intanto ha già promesso a Roma di aumentare di circa 2 miliardi di metri cubi le sue forniture per arrivare a 30 già “nei prossimi mesi».

La linea Cingolani

Ma quale potrebbe essere la linea del Governo in materia di politica energetica? Oltre alle mosse del presidente del Consiglio Draghi, che è volato a Bruxelles con il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani per discutere di una strategia europea contro un’eccessiva dipendenza dei 27 dall’importazione di gas russo, qualche elemento lo si può intuire dalle indicazioni fornite dallo stesso Cingolani. In un’intervista, il ministro ha fatto presente che servirà riaumentare le estrazioni dai giacimenti di gas italiani e vendere le rinnovabili «a prezzi equi». Cingolani ha spiegato che «non ha senso agganciare il costo delle rinnovabili al gas», che è la materia prima «oggi più cara» e che «un tetto ai prezzi potrebbe aiutare».

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