Manovra, Meloni: "Commissione Ue dice che abbiamo fatto ottimo lavoro"
Momento conviviale per i senatori di Fratelli d’Italia al Senato dopo il via libera definitivo alla manovra. Dopo il voto, terminata la seduta dell’Aula, un nutrito gruppo di senatori di FdI, tra i quali anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, si è riunito alla buvette intorno ad un tavolo imbandito con due forme di caciocavallo, pane e bottiglie di spumante. “Viva la Puglia”, ha acclamato qualcuno all’arrivo delle forme di caciocavallo. Clima rilassato anche in Transatlantico tra auguri e saluti.
Via libera dell’Aula del Senato alla legge di bilancio. I sì sono stati 109, 76 i contrari e un astenuto. Con la fiducia del Senato la legge di bilancio diventa legge. La seduta è stata poi sospesa. Riprenderà alle 15:30.
Quella sul Reddito di cittadinanza «è stata definita la guerra ai poveri: queste sono espressioni gravemente irresponsabili che hanno generato le minacce di morte al presidente del Consiglio e a sua figlia, le minacce di morte al ministro Crosetto, al presidente La Russa e anche a tanti di noi». Lo ha detto il capogruppo dei senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan durante la dichiarazione di voto in Aula al Senato sulla fiducia alla manovra.
Sono terminate in Aula a Palazzo Madama le dichiarazioni di voto sulla fiducia chiesta dal governo sulla legge di bilancio. Al via il voto per appello nominale dei senatori.
«Alla prima prova seria di governo il vostro esecutivo ha fallito. Non ha rispettato le promesse elettorali, non ha affrontato nessun problema strutturale, non ha cambiato quanto fatto dal governo Draghi, che pure avete fatto cadere, sull’energia, non è neppure stato in grado di gestire decorosamente il processo di presentazione e approvazione della manovra». Lo ha detto in Aula al Senato il leader del Terzo Polo Carlo Calenda in dichiarazione di voto sulla manovra. «E a Salvini e Berlusconi - ha continuato Calenda - chiedo: avete mandato via con arroganza e supponenza Mario Draghi a ridosso della sessione di bilancio per fare questo scempio? Mi verrebbe da dire, nel dialetto che mi accomuna alla presidente Meloni, “Aridatece Mario”. Voteremo convintamente contro questa indecorosa legge di bilancio».
«Per voi saranno briciole ma forse siete seduti da troppo tempo su questi banchi. Per noi è un impegno inderogabile e le porteremo a mille euro». Così la capogruppo di Forza Italia in Senato Licia Ronzulli, rivolgendosi all’opposizione e rivendicando l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75 prevista in manovra.
Al via la seduta dell’aula del Senato, con le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal Governo sulla manovra. Il voto finale al provvedimento è atteso nella tarda mattinata.
Il Senato si appresta a far scattare il semaforo verde definitivo per la manovra 2023. L’esame del Ddl di bilancio riprende alle 9 con le dichiarazioni di voto, il voto di fiducia e il voto finale sul provvedimento. Il Governo Meloni ha posto la questione di fiducia sul testo approvato in prima lettura dalla Camera. In particolare, alle 9 sono previste le dichiarazioni di voto e la votazione nominale con appello; seguirà la votazione elettronica del ddl di bilancio 2023 nel suo complesso. La manovra sta dunque per ottenere il via libera definitivo prima del 31 dicembre. Viene così meno il rischio dell’esercizio provvisorio.
Il rischio di rincari sulle bollette si annida nell’ultima bozza del decreto Milleproroghe. Mentre il Senato a fatica completa l’approvazione della manovra, in cui 21 miliardi su 35 sono stanziati contro il caro energia soprattutto per i prossimi tre mesi, nel decreto varato una settimana fa dal Consiglio dei ministri potrebbe entrare una misura che avvicina al capolinea la tregua fra fornitori e clienti, sancita la scorsa estate dal governo Draghi. Se fosse confermata nel testo definitivo, che a breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, da una parte verrebbe prolungata di altri due mesi, fino a giugno 2023, la sospensione delle modifiche unilaterali ai contratti di luce e gas. Dall’altra, si introdurrebbe una novità: la sospensione non si applicherebbe più ai rinnovi di quelli in scadenza, e quindi le società fornitrici potrebbero modificare le condizioni generali sul prezzo rispettando il preavviso di tre mesi. Tutto è, però, ancora in bilico: secondo fonti governative, la misura è ancora sottoposta a valutazioni politiche del governo e tecniche del Mef. L’ipotesi di rivedere la sospensione introdotta ad agosto dal dl Aiuti bis, arriva dopo un duplice e contrastante intervento sulla materia, da parte di Antitrust e Consiglio di Stato, anche alla luce del pressing degli operatori dell’energia.
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