Australian Open, "Djoko o non Djoko"? L'odissea di Novak
2' di lettura
Novak Djokovic ha già lasciato l’Australia. La Corte federale ha respinto il ricorso del tennista numero 1 al mondo e le speranze di giocare agli Australian Open sono così terminate. La Corte Federale infatti ha respinto l’appello della stella del tennis contro l’ordine di espulsione dal Paese pendente nei suoi confronti.
I tre giudici hanno confermato la decisione presa venerdì dal ministro dell’immigrazione di annullare il visto del 34enne serbo per motivi di interesse pubblico. Generalmente un ordine di espulsione include anche un divieto di tre anni di ritorno in Australia. L’aereo con a bordo il tennista serbo è decollato dall’aeroporto di Melbourne alle 12,30 italiane diretto a Dubai.
È stata quindi confermata la motivazione con cui il ministro aveva annullato il visto dello sportivo non vaccinato contro il covid-19 ovvero che la sua presenza sul territorio australiano potrebbe essere un rischio per la salute e il “buon ordine” e “potrebbe essere controproducente per gli sforzi di vaccinazione da parte di altri in Australia”.
Djokovic si è detto estremamente deluso per la decisione della corte federale, oltre che a disagio per tutta l’attenzione mediatica scatenata dalla vicenda, ma ha aggiunto che rispetterà la decisione e lascerà il Paese. Dovrà anche pagare le spese legali. A questo punto sarà l’italiano Salvatore Caruso, 28 anni, di Avola (Siracusa) a giocare al primo turno degli Australian Open al posto di Djokovic in qualità di ripescato. «Mi prenderò del tempo per riposare, spero di poter giocare nuovamente gli Australian Open», ha concluso il campione serbo.
Il governo australiano si è detto soddisfatto della decisione della Corte federale: «Accolgo con favore la decisione di mantenere forti i nostri confini e proteggere gli australiani», ha detto il premier Scott Morrison. «Questa decisione è stata presa per motivi di salute, sicurezza e buon ordine, in quanto ciò era nell’interesse pubblico. Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici venga protetto», ha aggiunto il primo ministro.
Per il presidente serbo Aleksandar Vucic, Novak Djokovic può tornare a testa alta nel suo Paese. In dichiarazioni alla stampa dopo il decreto di espulsione del campione dall’Australia, Vucic ha detto di aver parlato con il tennista e di avergli detto che tutti lo aspettano in Serbia, tutti attendono che torni nel suo Paese dove è sempre il benvenuto. «Quelli che pensano di aver affermato dei principi hanno dimostrato di non avere principi. Hanno maltrattato un tennista per dieci giorni per poi prendere una decisione che conoscevano dal primo giorno», ha detto il presidente serbo.
L’Atp, l’associazione che riunisce i giocatori professionisti del tennis maschile di tutto il mondo, scrive, infine, in un comunicato che l’espulsione di Djokovic dall’Australia «mette fine a una serie di eventi profondamente deplorevoli» e che «le decisioni dei tribunali in materia di salute pubblica devono essere rispettate» ma che «l’assenza (di Djokovic) agli Australian Open è una sconfitta per il tennis».
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy