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Formula 1, Hamilton torna vincere ma è Leclerc il migliore di giornata

di Alex D'Agosta

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Il podio del Gran premio di Silverstone  di Formula 1 (Afp)

Il podio del Gran premio di Silverstone di Formula 1 (Afp)

A Silverstone vince il campione Mercedes, davanti al ferrarista e a Bottas. Verstappen finisce in ospedale dopo uno scontro

18 luglio 2021
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5' di lettura

La verità è che in questo week-end di grandissima Formula 1 nel Gran premio della Gran Bretagna si è visto di tutto e di più, ma quello che ha colpito davvero è stata proprio la costanza di Hamilton nel credere di farcela nonostante partisse apparentemente svantaggiato già delle prove e dalle nuove qualifiche «sperimentali» di sabato. Senza farsi ovviamente scrupoli sulle aspettative degli avversari: è lui il migliore, è lui il più grande, è lui il «cannibale». In gara, infatti, non si è proprio guadagnato il rispetto e l’ammirazione che gli si addicevano un tempo, quando partiva e non si vedeva più, tanto che le telecamere lo inquadravano all’inizio e poi dovevano seguire le posizioni di rincalzo.

Stavolta invece Hamilton aveva cominciato all’inseguimento e sopratutto si era subito reso protagonista di un episodio molto discutibile all’inizio e di una «cattiveria» significativa alla fine, prima ai danni di Verstappen e poi di Leclerc, mentre entrambi conducevano il Gran premio. Così, ha prevalso il suo carisma, la sua costanza, un passo migliore, un consumo gomme meglio gestito e una strategia che, pur tenuto conto di un pit stop lento e una penalità fin troppo esigua di dieci secondi, lo hanno portato comunque ad arrivare primo e a chiudere un gap che è passato a solo 8 punti mondiali di ritardo nella classifica piloti. Una gara, quattro storie e tre candidati alla vittoria.

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Nonostante sia il re indiscusso di questa pista (sono otto volte, contro le cinque di Jim Clark e Alain Prost), Hamilton ha vinto in Gran Bretagna quando buona parte del mondo probabilmente gli tifava contro. Un po’ perché tanti hanno iniziato a simpatizzare Verstappen, attuale leader della classifica piloti. In parte perché la Ferrari ha ritrovato una competitività in modo sorprendente fra. Ma dopo cinque domeniche di «rinuncia» alla vittoria di fila, con in mezzo anche un quindicesimo posto, il sette volte campione del mondo di Formula 1 doveva reagire in casa. Ora o mai più: il contratto, esoso, per la prosecuzione, era già firmato da tempo: doveva arrivare il momento di dimostrare di valere ancora tutti quei soldi. Tuttavia Hamilton si è davvero messo in evidenza solo negli ultimi dei 52 giri della gara di domenica. Si dovrebbero quindi evidenziare quattro momenti dove è stato tutt’altro che il migliore. Sabato nella primissima sprint race della storia della Formula 1 è vero che scattava in testa della «griglia di qualifica» al primo posto, ma Verstappen ha preso immediatamente la testa della mini-corsa da 17 giri e ha vinto davanti a lui e Bottas, conquistando tre punti contro due e uno dei piloti della Mercedes. Una prima sperimentazione di gara che aveva già visto emergere Leclerc al quarto posto, generosamente davanti a entrambe le McLaren di quasi 13 secondi. E che ha visto una grandissima rimonta al primo giro di Alonso così brillante ed esaltante che verrà ricordata e riproposta per sempre nella storia di questo sport: solo Raikkonen, Schumacher e pochi altri infatti hanno saputo conquistare tante posizioni così nei primissimi secondi di un gran premio.

La «seconda fase» di questo tutt’altro che noioso Gp inglese riguarda la domenica, la gara «vera», ma è durata solo tre giri perché già nella primissima tornata, giunti alla Copse, Hamilton e Verstappen, che stavano già duellando dalla prima curva, sono andati a toccarsi in un punto sbagliato e troppo veloce. In piena accelerazione, infatti, Verstappen apparentemente sbaglia e va a muro a quasi 300 all’ora, con un impatto successivamente stimato con una decelerazione di ben 51G. Sulle prime non sembrava del tutto giusto penalizzare Hamilton pesantemente perché si era infilato all’interno di una curva dove notoriamente è molto difficile sorpassare in quanto si è in piena accelerazione. E il motivo del contatto era dovuto a un leggero «rialzo» del suo pedale che ha portato la ruota di Verstappen a toccare la sua. Idealmente, in quella situazione, almeno uno dei due avrebbe dovuto andare oltre i track limits, ma Hamilton, essendosi già affiancato al suo avversario, gli ha dato possibilità di scegliere: difendersi o rinunciare alla posizione. Verstappen ha quindi cercato una difesa ma a fronte di un sorpasso così folle, la minore esperienza lo ha portato a sbagliare e a uscirne perdente e ammaccato. Ne è seguita una lunghissima pausa di ripristino tecnico delle barriere ma anche di riflessione da parte dei commissari che, a gara ripartita, hanno annunciato solo dieci secondi penalità per Hamilton.

Ovviamente un episodio del genere ha fatto e farà molto discutere. La terza fase è compresa dalla ripresa al giro quattro, con ripartenza da fermi dopo oltre mezz’ora di sosta, fino quasi alla fine. A quel punto, dopo il trambusto dei primi minuti, Leclerc era sgattaiolato in testa e ci è rimasto a lungo, lunghissimo, anche dopo il secondo start, senza mai essere attaccato o avvicinato veramente fino a pochi minuti dalla fine. Si è detto che Hamilton avrebbe avuto tutto il tempo di riprenderlo, però dopo alcuni giri dalla ripresa è stata annunciata la sua penalità di 10 secondi. Così la Mercedes ha aspettato la sosta ai box per pagare il proprio debito e, giro per giro, Hamilton è riuscito a ridurre il suo distacco su Leclerc con gradualità, azzerandolo a pochi giri dal termine, quando la Ferrari ha iniziato a perdere colpi e iniziare a girare significativamente più lenta. Da lì in poi si è iniziato a dissolvere il sogno in rosso.

La quarta e ultima fase è stata quella della sofferenza. Giro per giro i numerosi tifosi ammessi a Silverstone anche loro a titolo «sperimentale», questa volta in termini pandemici (non vigeva infatti l’obbligo di indossare la mascherina nonostante il pienone), hanno iniziato a scaldarsi come mai prima per il loro innegabile beniamino. Quando ne mancavano sette, otto, le ultime tornate stavano facendo sudare tutti gli amanti del cavallino rampante come non accadeva da tanto tempo. C’era infatti una Ferrari davanti, in testa, che iniziava a perdere terreno. Tempo prima, addirittura al quindicesimo giro, Leclerc iniziava a lamentare perdita di potenza e doveva lottare non solo con Hamilton, ma anche con la trentina quasi di bottoni del volante iper tecnologico, sul quale doveva impostare alcune sequenze dettate dai box mentre stava correndo, visto che ai team è consentito suggerire ma non modificare alcuni significativi parametri del sistema propulsivo. Sul finale, perciò, il povero Leclerc aveva a che fare con una macchina probabilmente non al meglio della sua forma ma comunque ben impostata nell’assetto, grazie soprattutto al nuovo «fondo» che, dopo averlo provato in Austria, ha fatto il suo debutto venerdì.

Piccoli deviatori di flusso che hanno permesso di ridurre gli svantaggi contro le vetture più performanti di questa stagione ma non sono stati sufficienti per arginare il degrado degli pneumatici e, forse, anche la stanchezza psicologica di Leclerc. Alla fine, dopo qualche giro veloce e solo pochi tentativi sotto Drs, il monegasco si è visto «infilare» da Hamilton proprio alla Copse, nella stessa curva e più o meno nelle stesse condizioni in cui Hamilton aveva messo Verstappen al primo giro. Con la differenza che al ferrarista poteva andare bene accettare di cedere la posizione ad Hamilton per arrivare sotto alla bandiera a scacchi e quindi finalmente di nuovo sul podio e con tanti punti da incorniciare per Maranello. Niente festa grande per l’anniversario numero 70 dalla prima vittoria del cavallino a Silverstone, insomma, ma almeno la riscossa dalla debacle francese è stata compiuta.


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