di Laura Cavestri
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Milano è piena di grù. Metrature ampie, terrazzi, garage e prezzi che lievitano al metro quadro. E c’è una Milano – c’era prima della pandemia ma ora è in crescita – che non ce la fa a permettersi anche solo un affitto a canoni di mercato. Per valutare cosa si sta facendo nasce un osservatorio per monitorare le politiche abitative a favore degli affitti a basso costo. Presentato il nuovo “Osservatorio ESR”, promosso da Compagnia delle Opere, Confcooperative Habitat, Fondazione Housing Sociale, Fondazione Welfare Ambrosiano, Fondazione Cariplo, Legacoop Lombardia e Redo Sgr, con la collaborazione di Nomisma.
Un centro di monotoraggio creato per volontà di diversi soggetti attivi nella città di Milano i quali – mantenendo ognuno la propria autonomia – hanno deciso di coordinare la loro visione rispetto al tema centrale dell’abitare a Milano e nello specifico delle abitazioni accessibili a basso costo.
I numeri li aveva forniti Nomisma qualche mese fa. La città di Milano dispone di poco meno di 800mila alloggi, l’80% dei quali è di proprietà di persone fisiche. Ciò si traduce in un patrimonio abitativo perlopiù frazionato tra piccoli proprietari.
Nel segmento dell’edilizia residenziale sociale ( periodo 2010-2019), in questo numero si può includere una offerta convenzionata pari a 6.284 alloggi (di cui solo 2.192, il 35%, destinati alla locazione) e a 2.178 posti letto per studenti universitari.
In questo panorama, l’offerta dell’ERS investe solo un certo tipo di target, ma ne lascia scoperti altri. I canoni medi di locazione praticati, infatti, sono compresi tra gli 80-100 euro al mq annuo (Iva compresa) e, se arredati, tra i 110-120 euro al mq (Iva inclusa). Per gli alloggi studenteschi si parla di valori compresi tra i 320 euro al mese in camera doppia e 550 euro al mese in camera singola. Il target medio, la fascia di età 34-44 anni e le tipologie studente, giovane coppia, monogentitori, ma anche famiglie, lavoratori e pensionati. Si parla di 88.500 nuclei familiari variamente determinati, che rappresentano l’11,6% del totale che percepisce stipendi compresi tra i 1600 e i 2euro euro al mese.
Dove però l’edilizia a canone calmierato non arriva, secondo Nomisma, è quella fascia di popolazione che può permettersi solo un canone compreso tra 50-80 euro al mq l’anno, percependo redditi compresi tra 1000 e 1500 euro al mese. E si tratta di 146.500 nuclei familiari, oltre il 19% del totale senza una adeguata offerta abitativa.
L’Osservatorio ESR si pone l’obiettivo di monitorare l’impatto delle politiche abitative che regolamentano la produzione di edilizia in locazione a basso costo e vuole offrire la propria collaborazione alle Istituzioni locali – nel pieno rispetto delle differenze di ruolo – riguardo la necessaria – e non più improcrastinabile – revisione di alcuni atti necessari che regolano la materia, in particolare la delibera 42/2010 che, a 11 anni di distanza, necessita di un adeguamento rispetto alle nuove esigenze. Si punta anche a dialogare con Aler ed MM per realizzare una nuova visione di riqualificazione dei quartieri che veda il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati con l’obiettivo di realizzare luoghi accoglienti, vivibili evitando di creare quartieri “ghetto”.
«Con la nascita di questo Osservatorio – ha detto Guido Bardelli, presidente della Compagnia delle Opere – i soggetti protagonisti dell’housing sociale si coordinano, lavorano insieme, verificando e confrontandosi con il Comune di Milano sulle politiche abitative che verranno perseguite»
«Come rendere Milano inclusiva? – ha affermato Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat –.Riuscendo ad accogliere non solo gli stranieri, ma anche gli studenti che non possono pagare affitti folli e – soprattutto – i lavoratori umili ma fondamentali, come i tramvieri che, senza case “giuste”, a Milano, non possono vivere ma solo sopravvivere. Il Modello di Milano non è Londra, ma è Milano» .
«L'osservatorio – ha aggiunto Giordana Ferri, ddrettore esecutivo di Fondazione Housing Sociale – rende visibile non solo la domanda, ma anche la dimensione e l’efficacia della risposta. Per poter rendere efficienti le politiche abitative, progettarne di nuove e far crescere la partnership pubblico privato è fondamentale monitorare e comprendere i bisogni in continua evoluzione».
«L’azione di Fondazione Cariplo e di Fondazione Housing Sociale – ha detto Sergio Urbani, direttore generale di Fondazione Cariplo – ha come obbiettivo quello di sviluppare modelli innovativi per rispondere alla crescente emergenza abitativa attraverso la promozione di iniziative di housing sociale e favorire la nascita di comunità resilienti e solidali».
“Come Legacoop Lombardia – ha dichiarato Matteo Busnelli, coordinatore dipartimento Housing di Legacoop Lombardia – ci poniamo l’obiettivo di contribuire alla definizione di nuove regole e alla creazione di condizioni affinché Milano non si trasformi in una città esclusiva, in dialogo aperto e continuo con un’amministrazione comunale che si pone gli stessi obiettivi».
«Il social housing – ha concluso Fabio Carlozzo, amministratore delegato di Redo Sgr – è un vero e proprio servizio all’abitare, che funge da fattore abilitante per lo sviluppo della città sia nella sua funzione attrattiva che in quella inclusiva per i nuovi residenti, per gli studenti e i giovani nelle prime fasi della carriera lavorativa e per i segmenti economicamente svantaggiati, rinnovando così quel mix sociale dalla quale non si può prescindere nel tracciare uno scenario urbano di sviluppo sostenibile».
Laura Cavestri
Redattrice di Economia
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