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Pnrr: nel 2022 da centrare 102 obiettivi per 40 miliardi. Protocollo con i sindacati

Draghi: "Prima sfida è l'attuazione del Pnrr, piano per rilancio di tutto il Paese"

Draghi: è sfida decisiva, tutti i soggetti coinvolti contribuiscano con rapidità, efficienza, onestà. Via libera Ue alla rata italiana da 24,1 miliardi entro tre mesi

23 dicembre 2021
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4' di lettura

«Questo è solo l’inizio di un lungo processo. C’è bisogno di un impegno quotidiano fino al 2026. Aver conseguito i 51 obiettivi previsti dal Piano è importante, ma non è il momento di adagiarsi per l’obiettivo raggiunto». Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha spronato così i ministri in apertura della cabina di regia dedicata al Recovery plan.

Passaggio preliminare per l’invio al Parlamento della relazione con i dettagli dello stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Mentre arriva il via libera dall’Ue alle rate semestrali delle risorse del Pnrr riconosciute all’Italia (la prima da 24,1 miliardi giungerà tra due-tre mesi), la sfida per il nuovo anno si fa ancora più ambiziosa: le riforme da approvare sono 66, 102 gli obiettivi da raggiungere per assicurarsi seconda e terza rata dei fondi europei, in tutto 40 miliardi.

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Cgil, Cisl e Uil firmano protocollo con Draghi

I segretari della Cgil, Maurizio Landini, della Cisl, Luigi Sbarra e Uil, Pierpaolo Bombardieri hanno firmato un protocollo con il presidente del consiglio Mario Draghi per l’attuazione del Pnrr. Perevista l’attivazione di “tavoli nazionali di settore finalizzati e continui nei quali sia dato conto delle ricadute sociali, economiche e occupazionali degli investimenti».

«Occasione unica per cambiare la percezione dell’Italia»

«L’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è una sfida decisiva per il Paese, da cui dipende la nostra credibilità nei confronti dei cittadini e dei nostri partner. Mi auguro che tutti i soggetti coinvolti possano contribuire alla sua realizzazione con rapidità, efficienza, onestà» scrive il premier nella premessa alla relazione al Parlamento sul Pnrr. Concetti ribaditi anche nel corso della riunione con i ministri più dierattamente inteerssati al piano di riforme. «Se vogliamo che la percezione dell’Italia all’estero cambi in modo permanente - ha detto Draghi - , questa è un’occasione unica: dimostrare che tutte le risorse del Piano sono spese correttamente e onestamente, evitando fenomeni di corruzione e infiltrazioni delle organizzazioni criminali. E le vostre amministrazioni - anche in questo caso - svolgono un ruolo fondamentale».

Inizio di un lungo processo: impegno fino al 2026

L’esordio è stato positivo. «L’Italia rispetta l’impegno a conseguire tutti i primi 51 obiettivi entro la fine di quest’anno, per presentare la domanda di pagamento della prima rata di rimborso, pari a 24,1 miliardi di euro» ricorda Draghi nella premessa alla relazione al Parlamento. Ma, ha aggiunto a voce, «questo è solo l’inizio di un lungo processo. C’è bisogno di un impegno quotidiano fino al 2026. Aver conseguito i 51 obiettivi previsti dal Piano è importante, ma non è il momento di adagiarsi per l’obiettivo raggiunto».

Le 66 riforme per il nuovo anno

Il Pnrr prevede nel 2022 l’approvazione di 66 riforme: 23 con atti legislativi e 43 con atti normativi secondari, concentrati per lo più nel secondo trimestre dell’anno. Entro il 30 giugno 2022 sono previste la riforma della carriera degli insegnanti e la delega sul codice appalti pubblici. Entro il 31 dicembre un sistema di formazione di qualità per le scuole, un sistema di certificazione della parità di genere e meccanismi di incentivazione per le imprese, la legge annuale sulla concorrenza 2021. In totale quasi un terzo (154 su 520) degli obiettivi Pnrr sono riforme, tra cui 59 leggi.

Gli obiettivi (102) da centrare per 40 miliardi di fondi

Nel 2022 in tutto andranno centrati 102 obiettivi per assicurarsi seconda e terza rata dei fondi europei, in tutto 40 miliardi. Nel dettaglio andranno raggiunti 47 obiettivi nei primi sei mesi dell’anno e 55 nella seconda parte del 2022. Per ottenere due tranche rispettivamente da 19 e 21 miliardi. In totale da qui al 2026 i fondi sono suddivisi in 10 rate: per vedersi staccare tutti gli assegni l’Italia dovrà realizzare in tutto 520 obiettivi.

Dal 2022 relazione a Camere aprile-settembre con il Def

La relazione al Parlamento delinea anche i tempi del futuro monitoraggio sull’attuazione delle riforme: «A partire dall’anno 2022, le relazioni saranno trasmesse al Parlamento entro la prima metà di aprile, in corrispondenza con la trasmissione del Documento di economia e finanza (Def), ed entro la fine di settembre. Questa scelta è conforme anche al calendario previsto per il monitoraggio dei Piani nazionali di ripresa e resilienza in sede europea» si legge nella bozza del testo che il governo invierà non solo alla Camere ma anche alla Conferenza unificata e al Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale.

Tavolo parternariato non ha equivalenti in Ue

A proposito del tavolo per il parternariato, nella relazione si sottolinea anche che «la scelta di costituire un organismo ad hoc rappresenta un modello che - secondo le analisi condotte dal Comitato economico e sociale (Cese) dell’Unione europea - non ha per ora equivalenti negli altri Stati membri, nei quali il coinvolgimento delle diverse parti sociali è attuato con modalità diverse, spesso senza una formalizzazione né un riconoscimento normativo esplicito».

Fondi europei: prima rata da 24,1 miliardi

Intanto il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni ha siglato gli “operational arrangements” relativi al Pnrr dell’Italia. Arriva così il via libera dell’Ue alle rate semestrali delle risorse del piano riconosciute all’Italia. Vengono fissate le regole condivise in base alle quali saranno poi fatte le verifiche per lo sblocco definitivo nei fondi, semestre per semestre. La prima richiesta di pagamento dell’Italia alla Commissione europea vale 11,5 miliardi di euro in sovvenzioni e 12,6 miliardi di euro in prestiti, per un totale di 24,1 miliardi di euro. Il via libera alla prima arriverà tra i due e i tre mesi. La procedura prevede che il governo possa ora inoltrare la sua prima richiesta di pagamento. La Commissione avrà due mesi per adottare la valutazione preliminare sul conseguimento dei 51 obiettivi previsti quest’anno dal Pnrr. Toccherà poi al Comitato economico e finanziario esprimersi nel giro di un mese. La Commissione infine convocherà il comitato di esperti per l’ok definitivo.

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