di Emiliano Sgambato
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«Dopo un lungo negoziato diplomatico e tecnico, condotto insieme al mondo imprenditoriale del comparto, e a seguito del protocollo siglato nell'aprile 2020, è arrivato il via libera delle autorità competenti di Pechino alle importazioni delle nostre varietà da risotto, vere eccellenze del Made in Italy agroalimentare». Riso Scotti annuncia così di essere «la prima riseria italiana a sbarcare in Cina».
«Il negoziato – spiega Alessandro Irico, direttore qualità Riso Scotti – ha comportato un lungo lavoro per il quale ogni azienda ha dovuto declinare le proprie modalità organizzative legate in particolare alle procedure di sicurezza e prevenzione fitosanitaria. Anche se i regolamenti europei sulla sicurezza dei prodotti alimentari sono i più stringenti, le agenzie fitosanitarie cinesi hanno, infatti, effettuato controlli molto severi e pignoli prima di autorizzare l’import del nostro riso, mandando per mesi diverse delegazioni per verificarne l’eccellenza dei nostri metodi di produzione».
Dopo che Riso Scotti si è accreditata come riseria, è poi partita una procedura lunga e complessa per la registrazione alle Dogane cinesi: «un complicato iter burocratico – raccontano dall’azienda – imposto da Pechino per garantire l'autenticità del prodotto in ingresso, che l'export department Riso Scotti ha portato avanti con tenacia e caparbietà, supportato da un quotidiano impegno del backoffice e della logistica estero».
Cosi da pochi giorni, grazie ad un importante ed instancabile impegno corale, il primo di una lunga serie di container di Arborio Riso Scotti è stato sdoganato a Shangai dal distributore Guanyi e attende di essere gustato dai consumatori cinesi, che potranno iniziare ad acquistare riso italiano online e trovare il nostro Arborio nelle migliori catene del foodservice.
«Un via libera tanto atteso su un mercato di primaria rilevanza per l’agroalimentare italiano - dichiara Clara Zanacco, export general manager Riso Scotti –. Si tratta di un successo per Riso Scotti, che guarda a nuove quote di mercato, e per tutta la filiera risicola nazionale, primo produttore europeo, per la quale si apre ora un mercato importante, con milioni di cinesi pronti ad apprezzare il nostro risotto».
Si tratta di un mercato potenziale di decine di milioni di consumatori, in un Paese che del riso ha fatto il simbolo della sua cultura rurale e gastronomica, pilastro della dieta quotidiana, e che ne è il più importante produttore al mondo. L’Italia è il primo produttore dell’Unione europea con 228mila ettari coltivati e 4mila aziende che raccolgono 1 milione di tonnellate di riso lavorato, assicurando oltre il 50% della produzione di riso, che si distingue da quello coltivato nel resto del mondo grazie a varietà tipiche che esaltano le specificità dei nostri territori di origine.
Riso Scotti distribuisce i suoi prodotti in oltre 80 Paesi nel mondo, molti extra-europei, potendo contare su solide partnership con valenti operatori locali. «È fortemente impegnata nell'Europa dell'Est – ricorda una nota – dove in Romania è stato avviato nel 2005 il “Progetto Danubio”, un innovativo progetto agro-industriale, che ha sancito di fatto il processo di internazionalizzazione del marchio e di trasferimento della cultura italiana della lavorazione del riso: Riso Scotti, infatti, è riuscita a esportare all'estero il suo “sistema”, consolidando in primis la propria posizione sul mercato europeo».
Emiliano Sgambato
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