di Andrea Carli
Il totale dei presenti in carcere, drasticamente sceso durante il primo anno della pandemia, è tornato a crescere (foto Ansa)
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In carcere, purtroppo, ci si ritorna. A mettere in evidenza questo aspetto è un passaggio del 18esimo rapporto Antigone, presentato oggi, giovedì 28 aprile. Al 31 dicembre 2021, dei detenuti presenti nelle carceri italiane, solo il 38% era alla prima carcerazione. Il restante 62% in carcere c’era già stato almeno un’altra volta. Il 18% c’era già stato in precedenza 5 o più volte. La percentuale di chi ci è stato più volte cala per gli stranieri, ma sale per gli italiani, per i quali si immaginerebbe invece che i percorsi di reinserimento sociale siano più facili.
In media vi è una percentuale pari a 2,37 reati per detenuto. Al 31 dicembre 2008 il numero di reati per detenuto era più basso di 1,97. Dunque diminuiscono i reati in generale, diminuiscono i detenuti in termini assoluti ma aumenta il numero medio di reati per persona. Ciò è indice dell'aumento del tasso di recidiva. I reati più presenti sono quelli contro il patrimonio (31 mila), quelli contro la persona (23 mila) e le violazioni della normativa sulla droga (19 mila). Seguono a una distanza significativa le violazioni della normativa sulle armi (9.249), reati contro la pubblica amministrazione (8.685), di stampo mafioso ex 416bis (7.274) e contro l’amministrazione della giustizia (6.471).
Al 15 marzo 2022 erano 32.460 le persone in misura alternativa alla detenzione. Di queste, 20.347 (il 62,7%) si trovavano in affidamento in prova al servizio sociale, 11.241 (il 34,6%) in detenzione domiciliare, 872 (il 2,7%) in semilibertà. Il 9,3% delle persone in misura alternativa (ovvero 3.017) era composto da donne. Una percentuale maggiore rispetto a quella delle donne in carcere, dovuta alle pene brevi generalmente comminate alle donne e alla scarsa pericolosità sociale. La misura della messa alla prova riguardava inoltre 24.402 persone. Si conferma molto limitata l’area delle sanzioni sostitutive(semidetenzione e libertà controllata) - che riguardava solo 129 persone - che la legge delega sulla riforma del processo penale vuole infatti rafforzare. Sono 8.860 le persone sottoposte a lavori di pubblica utilità, quasi esclusivamente (93,1%) per violazioni del codice della strada. La misura di sicurezza della libertà vigilata interessa infine 4.617 persone.
Il totale dei presenti, drasticamente sceso durante il primo anno della pandemia, è tornato a crescere. Si è passati dalle 53.364 presenze della fine del 2020 alle 54.134 della fine del 2021. A fine marzo 2022 i detenuti nelle carceri italiane erano 54.609. Il tasso di affollamento ufficiale medio era del 107,4%. Ufficiale, perché nei fatti - sottolinea l’indagine - a causa di piccoli o grandi lavori di manutenzione, la capienza reale degli istituti è spesso inferiore a quella ufficiale. In alcune regioni il tasso di affollamento medio è più alto della media nazionale del 107,4%: in Puglia è pari al 134,5%, in Lombardia al 129,9 per cento. A fine marzo l’affollamento a Varese era del 164%, a Bergamo e a Busto Arsizio del 165% e a Brescia “Canton Monbello” addirittura del 185%.
Al 31 marzo 2022 erano 2.276 le donne presenti negli istituti penitenziari italiani, pari al 4,2% della popolazione detenuta totale. Osservando l’andamento del dato percentuale negli ultimi trent’anni, emerge come variazioni significative siano avvenute nel corso degli anni ‘90, arrivando a superare il 5% tra il 1991 e il 1993 e scendendo al 3,8% nel 1998. Negli ultimi due decenni, la percentuale di donne detenute si è invece sempre attestata intorno al 4%, subendo alcune oscillazioni ma restando costantemente all’interno del punto percentuale. Delle 2.276 donne detenute al 31 marzo 2022, 727 sono di origine straniera ossia il 31,9%. La percentuale è leggermente superiore a quella degli uomini detenuti stranieri, pari al 31,3%. Per le donne straniere, i primi due paesi di provenienza sono la Romania (24,9%) e la Nigeria (16,5%), seguite a distanza dal Marocco (5,8%), dalla Bosnia Erzegovina (5,1%) e dalla Bulgaria (4%).
Andrea Carli
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