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È considerato una soluzione di compromesso, una figura equidistante tra renziani e minoranze che potrebbe fare la differenza all'interno di un partito che, dopo la sconfitta del 4 marzo, è sempre più caratterizzato da malumori ed equilibri precari. È vicino al segretario uscente - è stato prima Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio poi ministro delle Infrastrutture nel suo esecutivo - ma ha anche criticato la sua linea, soprattutto nel momento in cui si è consumata la scissione a sinistra che ha portato alla nascita di LeU. È considerato un “renziano indipendente”. I renziani, che possono contare sulla gran parte dei mille delegati, puntano a farlo eleggere direttamente dall'assemblea, e tenerlo in sella fino al 2021. Delrio ha il sostegno anche del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.
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