Ministro Piantedosi: governo impedisce soccorsi? Grave falsità
5' di lettura
«Per la doverosa ricostruzione dei fatti, che in quella sede deve avvenire, sulla vicenda sta indagando la Procura della Repubblica di Crotone. Attenderemo, pertanto, con fiducia e rispetto l’esito degli accertamenti giudiziari». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sul naufragio dei migranti al largo delle coste di Steccato di Cutro, nel crotonese. Il bilancio della tragedia dei migranti, ha spiegato, «non è ancora definitivo», ma «gli aggiornamenti giunti dalla Prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di accoglienza richiedenti asilo, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati».
«I sopravvissuti sono afghani, iraniani, pakistani, palestinesi, siriani e somali. Appresa la notizia del naufragio - ha detto il responsabile del Viminale -, mi sono immediatamente recato a Cutro per testimoniare, a nome del Governo, il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti, nonché alle Amministrazioni locali».
Nel suo intervento Piantedosi ha messo in evidenza che «da Frontex non sono giunte segnalazioni di pericolo, non sono arrivate chiamate di soccorso. L’esigenza di tutela della vita - ha aggiunto - ha sempre la priorità, quale che sia l’iniziale natura dell’intervento operativo in mare. In altre parole, le attività di law enforcement, che fanno capo al Ministero dell’Interno, e quelle di soccorso in mare, che competono al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esigono la cooperazione e la sinergia tutte le volte che i contesti operativi concreti lo richiedono, e in primis quando si tratta di salvaguardare l’incolumità delle persone in mare».
«Il quadro normativo nazionale, peraltro sottoposto a vincoli di natura internazionale con specifico riguardo alla materia del soccorso in mare, non è assolutamente stato modificato dall’attuale Governo - ha continuato -. Peraltro, le modalità tecnico-operative dei salvataggi non possono essere in alcun modo sottoposte a condizionamenti di natura politica o a interventi esterni alla catena di comando. Dunque, sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili».
«Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023 - ha ricordato il ministro -, le nostre Autorità hanno gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell’immigrazione illegale, la sola Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate. Dunque, dati alla mano, è del tutto infondato che le missioni di law enforcement non siano in grado di effettuare anche salvataggi».
Secondo Piantedosi «è essenziale chiarire che l’attivazione dell’intero sistema Sar (ricerca e soccorso, ndr) non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Solo ed esclusivamente se c’è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l’evento operativo è gestito come un intervento di polizia, anche in ragione di quanto prima osservato circa la capacità di soccorso delle nostre unità navali. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione».
«Sulla base degli elementi acquisiti dal Ministero della giustizia - ha sottolineato -, gli scafisti decidono di sbarcare in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli; il piano prevedeva l’arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma».
Il responsabile del Viminale ha spiegato quanto è accaduto. Intorno alle 4 di domenica «sull’utenza di emergenza 112 giunge una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale che veniva geolocalizzato dall’operatore della Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone e comunicato, con le coordinate geografiche, alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Crotone. È questo il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l’esigenza di soccorso per le autorità italiane».
Nei momenti immediatamente precedenti al naufragio la navigazione, ha continuato Piantedosi, «era proseguita fino alle 3.50, allorquando, a circa 200 metri dalla costa, erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare. In quel frangente, la barca, trovandosi molto vicino alla costa ed in mezzo ad onde alte, urta, con ogni probabilità, il basso fondale (una secca) e per effetto della rottura della parte inferiore dello scafo, comincia ad imbarcare acqua».
Piantedosi ha spiegato che alla gravità della condotta criminale degli scafisti «facevo riferimento quando, con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l’immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime. Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato - ha concluso -. La sensibilità e i principi di umana solidarietà che hanno ispirato la mia vita personale, sono stati il faro, negli oltre trent’anni al servizio delle istituzioni e dei cittadini, di ogni mia azione e decisione». Al termine dell’informativa, c’è stata la standing ovation dei deputati del centrodestra. Mentre tutti i deputati di maggioranza hanno battuto le mani in piedi, quelli di opposizione sono rimasti immobili.
Il Pd attacca. «Alla fine quelle vite si potevano salvare, lo ha detto il comandante della Guardia Costiera di Crotone - ha ricordato Peppe Provenzano (Pd), intervenendo dopo l’informativa - . Il governo deve essere indagato per strage colposa come disse anche Meloni il 14 aprile del 2015, dopo il naufragio a largo di Lampedusa. Ma allora il naufragio avvenne a 200 miglia dalla costa, questo a 200 metri».
«Dove è Matteo Salvini, perché continua a scappare dal parlamento come un coniglio e non si assume le sue responsabilità? Se ritiene di rispondere solo a se stesso si guardi allo specchio e si dimetta», ha affermato la deputata M5s, Vittoria Baldino, alla Camera nel corso dell’informativa. Poi ha sottolineato che «l’autorità nazionale responsabile della convenzione Sar è il ministro Salvini che ha voluto la delega ai porti per continuare a padroneggiare sull’immigrazione».
«La segretaria Schlein come primo atto è venuta in commissione alla Camera ed ha usato i morti per chiedere le dimissioni dI Piantedosi, Salvini in quanto capo della guardia costiera e Giorgetti perchè a capo della guardia di finanza. È il solito film che in questo Paese vediamo da 30 anni - ha detto Riccardo Molinari,capogruppo della Lega, in un passaggio del suo intervento alla Camera nel corso del dibattito sull’informativa di Piantedosi -: sono giorni che si parla di esposti in procura, giorni che qualcuno di fatto sta chiedendo l’intervento delle manette perchè non si sono vinte le elezioni».
A fine giornata, da Palazzo Chigi è giunto un commento dell’intervento di Piantedosi alla Camera. «Palazzo Chigi - si legge in una nota - si unisce al cordoglio espresso in Parlamento dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per la tragedia del naufragio di Cutro, ed esprime il suo plauso per l'esposizione puntuale dei fatti. In attesa dell'esito delle indagini della magistratura, da tale esposizione è emerso con chiarezza che, al momento della segnalazione di Frontex, l'imbarcazione non presentava problemi di navigazione.Il naufragio non può quindi essere responsabilità della Guardia Costiera né della Guardia di Finanza che hanno operato con correttezza. Come ha sottolineato il ministro Piantedosi - si legge ancora nel documento -, non ci sono state carenze nelle operazioni di soccorso, la tragedia è stata pertanto causata dal comportamento criminale degli scafisti».
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy