di Sara Deganello
La One to One chair di Alessandro Stabile e MartinelliVenezia, in plastica riciclata, è venduta smontata
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«Usare la plastica riciclata non basta, ci serve un’idea forte». È questa la premessa del progetto One to One, iniziato sei anni fa dal designer Alessandro Stabile e dal duo MartinelliVenezia, che ora ha trovato un sbocco commerciale e viene presentato all’interno della cornice di Alcova, al Fuorisalone. Si tratta di una sedia, la Oto (One to One, appunto) Chair, fatta in plastica riciclata, che è venduta (online) smontata, in un imballaggio progettato in polpa di cellulosa riutilizzata e riutilizzabile, direttamente all’utilizzatore finale.
Il processo permette di risparmiare in alcuni passaggi cruciali. Innanzitutto la produzione: tutti i pezzi escono da un’unico stampo, in forma ridotta, piatto, che è fatto con un terzo del materiale necessario per realizzare uno stampo per una sedia in plastica classica, come quelle da giardino. Con conseguente minore energia e minore costo. Si aggiunge anche un minore spazio occupato, con benefici nella fase di magazzino e di trasporto. E un risparmia sull’assemblaggio, che viene fatto direttamente a casa, aggiungendo anzi un valore ulteriore, personale, all’oggetto. La Oto è monomaterica, si può smaltire quindi facilmente, anche se l’idea di base è che duri nel tempo e che vada a sostituire le sedie di plastica di bassa qualità che conosciamo tutti. È infine democratica, visto che mantiene un prezzo al pubblico basso.
I designer che hanno sviluppato la Oto Chair avevano cominciato a riflettere su un progetto di iperserialità in ottica sostenibile, dal punto di vista della produzione, della tecnologia, del metodo di vendita e dell’uso. «Il risultato è anche meglio del concept», spiega Alessandro Stabile: «Abbiamo cambiato il packaging rendendolo in polpa di cellulosa riciclata e ricilabile, e abbiamo stretto una partnership con Ogyre per cui per ogni sedia venduta viene recuperato mezzo chilo di rifiuti dal mare». Il passaggio cruciale è stato anche quello di passare dalla ricerca all’industrializzazione. «Abbiamo trovato un imprenditore che ha creduto molto nell’idea tanto da fondare un brand che si chiama One to One», continua Stabile. La sedia sarà solo il primo prodotto: non venderà solo arredamento ma per esempio i prossimi progetti in sviluppo sono zaini, abbigliamento e un profumo, sempre con un approccio innovativo».
Sara Deganello
redattrice
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