Economia
Pubblicità

Economia

Pirateria, associazioni e aziende scrivono alla Commissione europea

Immagine non disponibile

Ottanta tra aziende e associazioni del mondo della cultura e dell'audiovisivo chiedono ai vertici europei di implementare il Digital Services Act

21 aprile 2021
Pubblicità

2' di lettura

Responsabilità inclusiva, da parte di tutti i soggetti che a vario titolo operano sul web, ed approcci ed obblighi adeguati, come il Kybc - Know Your Business Customer, per contrastare in modo diretto ed efficace il fenomeno della pirateria digitale, uno tra i principali freni nello sviluppo dell'industria culturale e audiovisiva nonché mina vagante nei confronti dei consumatori e degli utenti del web in termini di sicurezza, violazione della privacy, furto di dati e phishing: è la sintesi di una lettera appello inviata da 80 tra associazioni ed aziende rappresentanti dell'industria culturale ed audiovisiva italiana ed internazionale ai membri del Consiglio e del Parlamento Europeo.

Il testo inviato a Bruxelles pone l'attenzione sul fatto che nel Digital Services Act (DSA), lo strumento del KYBC - Know Your Business Customer, che attraverso un reale tracciamento alla fonte di informazioni utili ad identificare il business del richiedente ed evitando il proliferare di gruppi criminali che lucrano violando la legge risulta efficace per combattere l'anonimato di chi opera illegalmente sul web, possa essere esteso a tutti gli intermediari, e non solo verso chi opera sui marketplace online come invece proposto nell'articolo 22 dalla Commissione Ue. Se così non fosse, si legge nella lettera, si renderebbe meno efficace l'azione di contrasto al fenomeno della pirateria che negli anni si è evoluta tecnologicamente rendendo più difficoltose le attività di enforcement.

Pubblicità

Secondo gli ultimi dati legati alla pirateria in Italia, rilevati da Ipsos per Fapav, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, emerge chiaramente come gli italiani da casa abbiano compiuto nell'ultimo anno, complice il lockdown, molti atti illeciti per fruire di film, serie, programmi ed eventi live anche sportivi, per 243 milioni atti di pirateria contro i 69 milioni di un bimestre medio riferito al 2019. Ma nell'ultimo anno sono aumentati in modo esponenziale tutti i reati di carattere informatico così come le frodi online: in questa direzione è cresciuto anche il fenomeno dei domini ingannevoli.

«Riteniamo - spiega Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della Fapav - che mantenere aperto il confronto con le istituzioni europee sul tema della lotta alla pirateria sia fondamentale soprattutto in questo momento in cui si stanno definendo gli aspetti legati al Digital Services Act. Si tratta di tutelare oltre che le industrie culturali anche i cittadini e la loro sicurezza sul web. La partita è ancora aperta, l'auspicio è che si continui a lavorare in modo sinergico e inclusivo permettendo all'intera filiera dei contenuti audiovisivi di proseguire a sviluppare prodotti e servizi frutto di talento, creatività e ingegno, senza dover continuamente combattere contro l'illegalità diffusa».

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy