di Laura La Posta e Marco Valsania
La Ad del Gruppo 24 Ore, Mirja Cartia d'Asero, al convegno di San Francisco del tour Road to Trento 2023
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Oltre ottomila i partecipanti online alla tappa di San Francisco di Road to Trento 2023, il tour estero ideato dal Sole 24 Ore per tracciare un percorso di avvicinamento al Festival dell’economia di Trento di fine maggio. Dopo il successo del convegno di Lugano, con oltre tremila collegati in streaming, è stato l’evento americano a riscuotere consensi all’estero, sabato 25 febbraio. Grande interesse, dal vivo e in remoto, dunque, per il secondo degli appuntamenti internazionali, studiati per far vivere tutto l’anno la kermesse trentina, amplificandone la dimensione internazionale, in partnership con le ambasciate italiane nel mondo e con il supporto di Enel.
Se il seminario in Svizzera a inizio mese era focalizzato sulla transizione ecologica tra finanza digitale e sfida energetica, il tema dell’evento statunitense è stato «Innovazione tecnologica tra rivoluzione industriale e geopolitica». Tra i relatori spiccava il guru dell’Artificial intelligence (Ai) Keith Strier, vicepresidente del colosso Nvidia, membro della Commissione Usa sul tema e co-presidente della task force di esperti dell’Ocse sempre in materia di Ai. Di rilievo anche la presenza di Sean Randolph, direttore del Bay Area Council Economic Institute, che ha fatto il punto sull’innovazione nella Silicon Valley. A fare da anello di congiunzione tra Italia e Stati Uniti sulle tecnologie e gli investimenti ha pensato Alberto Sangiovanni Vincentelli, fondatore di imprese di successo in Silicon valley, docente all’Università di Berkeley e promotore dello sbarco a Milano dell’acceleratore americano di startup SkyDeck.
L’evento si è svolto nella sede di San Francisco del nuovissimo Innovit, l’Italian innovation & culture hub che promuove l’innovazione italiana nel cuore della Silicon valley. Organizzato dal Sole 24 Ore, dall’Ambasciata a Washington, dal Consolato generale a San Francisco e da Innovit, rappresenta, come detto, il secondo lancio estero del Festival dell’economia di Trento (gestito dal Sole 24 Ore con Trentino Marketing dal 25 al 28 maggio). Il convegno è stato aperto dagli interventi dell'Ambasciatrice Mariangela Zappia e dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini. A seguire, introdotti dal Console generale a San Francisco Sergio Strozzi, sono intervenuti l'amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore Mirja Cartia d'Asero e il direttore di Innovit, Alberto Acito. Nei panel si sono confrontati (oltre ai citati Sean Randolph, Keith Strier e Alberto Sangiovanni Vincentelli), Giulia Baccarin ( Ceo di Mipu Società Benefit), Assia Grazioli Venier (partner fondatrice di Muse Capital), Alessandro Ratti (direttore della divisione di Ingegneria elettronica dell'acceleratore Slac della Stanford University e Gionata Tedeschi (direttore generale Innovazione e Sostenibilità del Gruppo 24 Ore).
Randolph ha posto l’accento sulla «collaborazione tra Usa e altre democrazie nelle tecnologie critiche» in risposta a mire strategiche della Cina. Ratti ha raccontato « la simbiosi tra la ricerca nei laboratori nazionali e quella nell'accademia e nell'industria», con un «grande fervore su machine learning e Ia». Baccarin ha raccontato il ruolo di tecnologie Ia nella fabbrica predittiva, «efficiente, sostenibile, inclusiva» e Grazioli Venier ha enfatizzato che «diversità e qualità del capitale possono stimolare l'innovazione». Per Tedeschi «l’innovazione è oggi «al centro di ogni strategia di crescita», anche per questo «nell’economia delle connessioni e contaminazioni, un evento sull’innovazione come quello a cui stiamo partecipando, diventa centrale per avvicinare le distanze fra ricerca ed imprese, cosi come fra il mercato americano e quello italiano».
Il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, in videocollegamento da Milano, ha sottolineato come il Festival dell’economia di Trento abbia come tema «Il futuro del futuro, le sfide di un mondo nuovo» e che «la sfida più grande è sul fronte dell’innovazione». In corso c’è un «confronto serrato sull’hi-tech: da una parte gli Usa, dall’altra la Cina, con l’Europa che dovrebbe impiegare in modo più strategico le risorse disponibili». La scelta degli Usa per la seconda tappa internazionale del Festival riconosce che sono «un territorio di crescita per le aziende italiane, con opportunità tuttora da cogliere per un Paese, l’Italia, forse piccolo ma ricco di innovazione».
L’evento di San Francisco intendeva infatti contribuire a rafforzare il filo diretto sull’innovazione tra Italia e Stati Uniti. Un filo oggi misurato dalle stesse cifre dell'interscambio: il contributo all’export verso gli Usa di medium e high tech italiano nell’ultimo anno è stato valutato in almeno 13 miliardi di dollari. E se prodotti a più alto contenuto tecnologico, stando a nuovi dati dell’Agenzia Ice, non sono stati immuni a flessioni, settori di punta hanno inanellato incrementi significativi: dall’aerospazio alle life sciences e ai materiali avanzati.
Sono passi avanti che fanno parte di una nuova immagine emergente del made in Italy, che nel 2022 in tutto ha esportato negli Usa quasi 70 miliardi, in crescita del 13,4% sul 2021. Non basta: tratto distintivo di una nuova identità è anche la spinta a più stretti legami tra l’ecosistema italiano e quello americano dell’innovazione. I ponti hi-tech tra Italia e Stati Uniti mostrano le opportunità di business e partnership contenute nella corsa globale alle rivoluzioni tecnologiche.
Per il Console generale a San Francisco, Sergio Strozzi, due sono le direttrici da seguire nel cuore della Valle del silicio: «Ampliare la conoscenza da parte degli investitori degli ecosistemi italiani più innovativi, per riposizionare l’Italia come meta d’investimenti in quest’area così ricca di capitali; e poi assistere le imprese italiane nei contatti con gli stakeholder locali».
Ma le innovazioni rappresentano non solo una leva di business: sono sempre di più una sfida anche per la sicurezza nazionale. La posta in gioco, discussa nell’evento, è alta. «Nell’attuale scenario geopolitico, l’innovazione tecnologica è più che mai centrale, perché è proprio sul terreno delle tecnologie emergenti, dominanti nell’economia e nella società di domani, che si gioca la competizione sistemica in atto sul piano globale. È quindi fondamentale che Italia, Europa e Stati Uniti, che condividono valori e visione, siano uniti nella ricerca e nell’innovazione», ha affermato l’ambasciatrice italiana a Washington, Mariangela Zappia, nel suo video-intervento. Non solo: le tecnologie emergenti «assumono ormai una dimensione trasversale», investendo cioè sia la sfera economica che politica, di sicurezza e Difesa, sino agli «aspetti etici» sollevati dall'intelligenza artificiale.
In questo scenario, ha rilevato l’ambasciatrice Zappia, per l’Italia la cooperazione con l'America è «pilastro di un’alleanza strategica». Ed è «fondamentale per valorizzare la ricerca e il sistema industriale italiano», perché gli Stati Uniti restano protagonista indiscusso: «Sono il Paese con il maggior numero di premi Nobel, le università che guidano i ranking internazionali, gli ecosistemi più competitivi al mondo». Un Paese dove «prosperano le imprese più avanzate e viene investita la metà del venture capital mondiale».
Anche il pioniere italiano dell’informatica in California, Alberto Sangiovanni Vincentelli, si è detto convinto del fatto che «una più stretta collaborazione con l’ecosistema statunitense possa aiutare enormemente l’economia italiano». Il docente di Berkeley e co-fondatore di due società che hanno rivoluzionato la produzione di microprocessori, Cadence e Synopsys, ha affermato che sta « cercando di aiutare il più possibile questo sforzo». A margine dell’evento, Sangiovanni Vincentelli ha raccontato la sua esperienza a capo del Comitato di advisory del programma SkyDeck Europa. Lo sbarco oltreoceano dell’acceleratore di startup americano è appena avvenuto nell’ambito di Mind - Milano Innovation District, il distretto dell’innovazione nato nell'ex area Expo. Il nuovo acceleratore, che gode dell’esperienza dell’omonima iniziativa dell'Università di Berkeley, cuore della Silicon valley, è sostenuto dall’hub di innovazione italiano Cariplo Factory e dal gruppo internazionale di real estate Lendlease, con il sostegno economico di Regione Lombardia e di Fondazione Cariplo. Il pedigree è d’eccezione: SkyDeck di Berkeley è considerato uno dei principali hub per l'innovazione, nella classifica dei primi cinque acceleratori delle università americane. Le startup che ha sostenuto, grazie ad una rete di 415 advisor e 70 partner industriali, hanno raccolto complessivamente oltre 1,5 miliardi di dollari. Numeri di buon auspicio per l’analoga iniziativa italiana, al suo debutto.
Ampio spazio dell’evento è stato poi dedicato agli sviluppi e agli impatti dell'intelligenza artificiale (Ia) su Paesi e imprese. Non poteva essere altrimenti, vista la presenza nel primo panel di Keith Strier, vicepresidente del colosso Nvidia e a capo della task force di esperti sull’intelligenza artificiale voluta dall’Ocse. «C’è concorrenza e cooperazione attorno all'intelligenza artificiale – ha affermato Strier - . Ma quello che ha accelerato enormemente il progresso è il diffuso riconoscimento da parte degli Stati che gestire l’intelligenza artificiale sia un imperativo tanto economico sia di sicurezza. Bisogna cooperare: non esiste un singolo vincitore in questa gara».
Strier è in posizione privilegiata per dar conto del potenziale delle nuove rivoluzioni tecnologiche: è responsabile delle iniziative globali di Ia di Nvidia. E calcola che almeno 80 Paesi si siano ormai dotati di una strategia nazionale sull'intelligenza artificiale. Una diffusione che può diventare gara salutare, non solo corsa al riarmo segnata da tensioni geopolitiche: l’intelligenza artificiale può migliorare la competitività e la qualità della vita dei Paesi. E l'Italia, ha spiegato, può rivendicare inizi incoraggianti. «L'Italia ha cominciato a pianificare una strategia Ia prima di altri, dal 2019 - ha raccontato -. Se la completa realizzazione è lenta, ci sono progressi in settori chiave, come manifatturiero, agrifood e Sanità». Non solo: nel nostro Paese grandi aziende e Pmi adottano soluzioni di Ia e nuova spinta può giungere «dalla transizione gemella in Europa verso economia digitale e verde».
L'impatto dei cambiamenti tecnologici in atto si fa sentire anche in un settore cruciale quale quello dei media. L’amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore, Mirja Cartia d’Asero, presente al convegno di San Francisco, ha rilevato che lo scenario è in rapida trasformazione: dopo la diffusione di tecnologie ormai mature come il mobile, i web channel e il cloud, è arrivata l’ondata dei big data e del machine learning. «Basti pensare a pochi numeri chiave - ha raccontato Cartia d’Asero -. Sono quasi sette miliardi nel 2023 le persone connesse con uno smartphone (con un reach dell’86% sulla popolazione mondiale, secondo la società di analisi Statista). Sono oltre 65 miliardi i messaggi scambiati ogni giorno su Whatsapp, nelle stime di Connectiva Systems. Il mercato dei big data supererà i 50 miliardi di dollari quest’anno, sempre secondo Statista. Quanto al metaverso, gli utenti Roblox giornalieri superano i 58 milioni. Quindi è il mercato che ha chiesto alle società media di investire nelle nuove piattaforme social, nel data management e nell’uso dell’intelligenza artificiale».
Non stupisce, dunque, che le aziende del settore abbiano avviato un «percorso di trasformazione», dove «la combinazione di qualità e credibilità diventa ancora più importante», ha rimarcato l’amministratrice delegata. «Grazie alle nuove tecnologie - ha aggiunto - al nostro Gruppo è stato possibile operare non solo come media company leader nell'informazione economico finanziaria, ma divenire una piattaforma di riferimento al servizio dei mercati, composta da informazione, formazione, software e banche dati, sviluppo di community relazionali, progettazione di nuovi format ed eventi, come questo prestigioso convegno di San Francisco e come il Festival dell'economia di Trento». La Ad ha spiegato che il Sole 24 Ore ha due obiettivi: «internamente, essere sempre più digital first, usando l'intelligenza artificiale per personalizzarne la fruizione; esternamente diventare partner dei nostri clienti, accompagnandoli lungo la catena informazione-formazione-nuove connessioni per diventare sempre più competitivi».
Dopo San Francisco, i prossimi appuntamenti di Road to Trento 2023 sono in programma, sempre grazie alla collaborazione con le ambasciate, il 15 marzo ad Abu Dhabi, sul tema «Italia ed Emirati arabi uniti verso la Cop28 di Dubai», e il 29 marzo a Johannesburg, su «Cooperazione scientifica e sviluppo» e sulle relazioni tra il nostro Paese e il Sudafrica. Il testimone passerà poi al Festival dell’economia di Trento, in programma dal 25 al 28 maggio, dedicato al tema «Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo».
Marco Valsania
Giornalista
Laura La Posta
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