di Giulia Crivelli
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Brunello Cucinelli è il fondatore dell’azienda e del marchio che porta il suo nome, nato in Umbria 43 anni fa. Questo è un fatto noto a moltissime persone. In tanti sanno anche che l’imprenditore è oggi presidente esecutivo della società e dell’omonima fondazione, intitolata a lui e alla moglie Federica. Fino a poco tempo fa ha conservato pure la carica di amministratore delegato ed è stato lui a portare l’azienda in Borsa, nel 2012. Ma forse non tutti sanno che Brunello Cucinelli, come si legge anche nel più recente comunicato sui risultati economici, quelli, eccezionali, del primo semestre 2021, è direttore creativo della società. Ed è proprio per questo ruolo che Cucinelli ha appena ricevuto a Londra il premio Designer of the Year (stilista dell’anno) dall’ edizione britannica di GQ , il mensile del gruppo Condé Nast che si rivolge prevalentemente a un pubblico maschile (anche se negli ultimi anni le definizioni di magazine maschile e femminile sono andate sfumando). GQ sta infatti per Gentlemen’s Quarterly, ovvero trimestrale per uomini, con un riferimento alle origini, quando appunto la rivista aveva una scadenza diversa da quella di oggi.
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LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 01: Brunello Cucinelli and Quentin Tarantino attend the 24th GQ Men of the Year Awards in association with BOSS at Tate Modern on September 1, 2021 in London, England. Pic Credit: Dave Benett
Il marchio Brunello Cucinelli non è semplicemente un brand del lusso made in Italy. Il posizionamento è molto alto, certo, ed è legato alla qualità dei materiali, in primis il cashmere, e delle lavorazioni. Negli anni e grazie alla visione estetica del suo fondatore, le collezioni Brunello Cucinelli da uomo – e poi da donna, da bambino e per la casa – hanno assunto una personalità sempre più riconoscibile. Cosa molto diversa dall’essere sempre uguali a se stessi: proprio perché si ha una personalità forte – vale per i marchi ma anche per le persone – si può cambiare, evolvendo, stagione dopo stagione. Dai maglioni coloratissimi dei primi anni, che spezzarano la consuetudine del cashmere nelle sole tonalità naturali, il marchio ha fatto tantissima strada, componendo un puzzle fatto di dettagli sartoriali e di stile dovuti soprattutto al direttore d’orchestra, Brunello Cucinelli, di una squadra di persone che lavorano all’ufficio stile diventata sempre più grande. Non sono in tanti, nel panorama italiano e internazionale, a coniugare una visione creativa a quella imprenditoriale e finanziaria e forse anche per questo Cucinelli è apparso particolarmente lusingato dal premio di GQ.
Il premio è stato consegnato alla Tate Modern, una delle gallerie d’arte più famose di Londra, in occasione dell’evento “cornice” GQ Men of the Year, giunto alla ventiquattresima edizione, che rappresenta uno dei massimi momenti di incontro tra personaggi dello spettacolo internazionale. Ospiti di Brunello Cucinelli e della sua famiglia, alcuni attori d amici vicini al brand, tra i quali Jonathan Bailey, Jack O'Connell, il presidente e ceo del circuito della Formula 1 Stefano Domenicali e il campione del mondo di calcio dei mondiale 2006 Andrea Pirlo.
Nel corso della serata GQ ha premiato tra gli altri Anthony Hopkins, il regista Quentin Tarantino (nella foto in alto con Brunello Cucinelli) e il cantante Ed Sheeran. GQ ha così motivato il riconoscimento a Brunello Cucinelli: «Il termine italiano sprezzatura è meraviglioso - la traduzione più vicina in inglese è una sorta di “leggera, studiata noncuranza”. Brunello Cucinelli, è il sovrano incontrastato della sprezzatura e, proprio come la parola, non ne esiste una facile traduzione o paragone: è unico nel suo genere. Dal 1978 ha iniziato la sua attività credendo fermamente in una sorta di capitalismo umanistico, ha sostenuto l’artigianalità nel mondo della couture, e ora è a capo di una casa di moda che incarna un profondo rispetto per gli artigiani anche se genera un fatturato annuo di oltre mezzo miliardo di euro. Il suo nome è sinonimo di eccellenza italiana».
«Vorrei dedicare il mio premio alla mente e al cuore delle donne e degli uomini di ogni tempo e di ogni parte del mondo, ai miei maestri che con la loro parola illuminante mi hanno insegnato una visione universale del creato e quel capitalismo umanistico che oggi mi viene così benevolmente ed estesamente riconosciuto – ha detto Brunello Cucinelli, visibilmente emozionato –. È proprio grazie ad esso che nel lavoro abbiamo trovato e coltivato la dignità morale ed economica dell'essere umano, la garbata crescita, l'armonia tra il profitto e il dono e il rispetto del creato del quale, per la piccola parte alla quale sono stato chiamato, mi sento fedele e premuroso custode. Che il Creato ci protegga. Grazie, grazie a tutti».
Giulia Crivelli
fashion editor
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