di Filomena Greco
(IMAGOECONOMICA)
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La manifattura del Piemonte chiude il 2022 meglio del previsto e, soprattutto, fa meglio della media italiana grazie al contributo del settore automotive. È il quadro che emerge dall’analisi congiunturale curata dall’Ufficio Studi di Unioncamere Piemonte , presentato con Unicredit e Intesa San Paolo, i due principali istituti di credito del territorio. L’indice della produzione manifatturiera è cresciuto del 2,7% nell’ultimo trimestre del 2022, portando il risultato dell’intero anno a +3,4% dopo la crescita di oltre il 10% del 2021.
Dall’analisi delle risposte di un campione qualificato di oltre 1.500 imprese emerge come, dopo un lieve rallentamento del terzo trimestre dell’anno scorso, la produzione negli ultimi tre mesi dell’anno sia tornata a salire grazie al contributo del settore più significativo per il Piemonte, quello dei trasporti.
Dopo la variazione positiva del 5,2% registrata nel periodo gennaio-marzo 2022, l’incremento medio trimestrale si è attestato al +3,8% nel II trimestre seguito da una fase di rallentamento della crescita (+1,7% nel terzo trimestre) e da una ripresa del ritmo negli ultimi tre mesi dell’anno. Dati che si inseriscono in un contesto globale che sembra confermare che il rischio recessione sia scongiurato, anche in Europa, regione colpita dalle incertezze del conflitto russo-ucraino e dalle dinamiche inflattive.
La performance migliore è stata quella della filiera dei mezzi di trasporto (+8%), risultato della crescita della produzione di auto (+14,1%), accanto alla buona tenuta della componentistica (+7,7%), a compensare la contrazione del settore aerospaziale (-1,4%). In crescita la produzione delle imprese dell’elettronica (+5,9%), seguite dal settore legno e del mobile (+5,3%). Bene anche la filiera del tessile e abbigliamento (+4,1%) mentre la meccanica cresce ma resta sotto la media (+2,4%).
Nell’ultimo trimestre dell’anno poi, grazie al buon andamento dell’automotive, Torino cresce più delle altre province (+4,6% sullo stesso periodo del 2021) e archivia un 2022 comunque in crescita del 3,7% rispetto al 2021. Nel complesso, il Piemonte è andato meglio del Veneto ma è stato meno brillante della Lombardia.
Punto debole, come emerge dallo studio, è la frenata degli investimenti determinata, in un caso su cinque, dai rincari dell’energia. Un’azienda su due in generale dice di non aver comunque programmato investimenti mentre resta lo zoccolo duro di un 33% di imprese che continua a investire. Aumenta il peso degli investimenti in efficientamento energetico, che si conferma essere un vero e proprio driver.
Filomena Greco
redattrice
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