di Francesco Prisco
Sanremo, sarà Gianni Morandi a cantare l'Inno Nazionale
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Sono stati 10 milioni 757 mila pari al 62.4% di share, i telespettatori che hanno seguito ieri su Rai1 la prima serata del festival di Sanremo 2023 (dalle 21.18 all’1.40). L’anno scorso la prima serata del festival era stata seguita in media da 10 milioni 911 mila spettatori pari al 54.7% di share. La prima parte della prima serata (dalle 21.18 alle 23.44) ha raccolto 14 milioni 170 mila spettatori pari al 61.7% di share; la seconda (dalle 23.48 all’1.40) è stata seguita da 6 milioni 296 mila pari al 64.7%. Nel 2022 la prima parte della serata d’esordio del festival aveva raccolto il 54.5% con 13 milioni 805 mila spettatori, la seconda il 55.4% con 6 milioni 412 mila. Si tratta del miglior risultato di share dal ’95. L’età media degli ascoltatori è stata di 53 anni.
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Metti una sera il presidente della Repubblica a Sanremo. Mettilo per un attimo accanto alla più nota influencer del Paese che, dietro le quinte, si fa un selfie con lui e lo posta su Instagram. Metti l’affaccio dal balconcino laterale dell’Ariston, la standing ovation di due minuti del pubblico e Gianni Morandi che canta l’Inno di Mameli, prima che Roberto Benigni si soffermi sui suoi articoli «preferiti» della Costituzione. Tutto questo è stato la prima serata del 73esimo Festival della canzone italiana, eccezionale per forza di cose: c’era Sergio Mattarella tra il pubblico e non era mai accaduto che un presidente della Repubblica assistesse a una serata di Sanremo. Ma è stata anche la lettera anti sessista a sé stessa in (finto) nude look di Chiara Ferragni e Blanco che, per vendicarsi degli in-ear guasti, ha sfasciato a calci l’allestimento floreale del palco tra i fischi del pubblico.
Mattarella all’Ariston (Ansa)
Ma siccome Sanremo resta una gara, andiamo alla classifica delle prime 14 canzoni eseguite che vede al primo posto Marco Mengoni, seguito da Elodie, Coma Cose, Ultimo e Leo Gassmann. Poi Mara Sattei, Colla Zio, Cugini di Campagna, Mr. Rain, Gianluca Grignani, Ariete, Gianmaria, Olly e Anna Oxa. Nella prima serata di festival ha votato la sola sala stampa.
Morandi e Amadeus (Lapresse)
Si è aperto in maniera davvero atipica il quarto Festival consecutivo diretto da Amadeus che, accanto a sé sul palco, ha l’inedita accoppiata Morandi-Chiara Ferragni. Lei entrerà in scena indossando un coprispalle impegnativo (c’è sopra ricamato lo slogan «Pensati libera»). Lui giganteggerà nel medley delle sue canzoni più brutte. Sanremo 2023 è una «festa» - questa almeno sembra l’intenzione - dove non manca un pensiero alle vittime del terremoto in Turchia e Siria. La prima canzone, dopo l’Inno d’Italia, è comunque la Carta scritta dai padri costituenti.
Roberto Benigni (Ansa)
«Sono davvero felice di essere qua», dice Benigni, «perché questo Festival è davvero un’edizione speciale. È tutto nuovo. Anche l’Ariston sembra uscito dalla fabbrica ora. Il presidente della Repubblica, grande novità: non è mai stato a Sanremo. Presidente, lei è al suo secondo mandato. Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto. E attenzione: già pensa di fare sesto e settimo. Vuole arrivare a quota 100... Questo chiede pieni poteri: vuole fare la marcia su Sanremo». Poi ironizza sulla lunghezza dello show: «Ma glielo avete detto al Presidente quanto dura Sanremo? Presidente, se vuole, può andar via a metà serata: alle 3 di notte».
Mattarella con Benigni e Lucio Presta (Ansa)
Per Benigni la musica «è la regina delle arti: tutte le arti tendono alla musica. Ineffabile: l’anello tra il concreto e l’astratto». Questa edizione di Sanremo, secondo il Premio Oscar, «è davvero importante perché si celebra il 75esimo anniversario della Costituzione. Che c’entra con Sanremo? C’entra perché la Costituzione è un’opera d’arte e canta. Ogni parola della Costituzione è evocativa». La Costituzione «è come il primo verso di “Volare”: penso che un sogno così non ritorni mai più». Poi si sofferma su «l’Italia ripudia la guerra: se le altre nazioni avessero adottato questo articolo, non avremmo avuto più la guerra sulla faccia della terra».
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Quindi è il momento dell’articolo 21 che «sembra scritto da un bambino». Ossia: «Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Come dire che tutti hanno bisogno di respirare. E, se l’hanno scritto, vuol dire che ce n’era proprio bisogno. Perché quando c’era il fascismo non si era liberi di dire quello che si voleva. Neanche Sanremo si sarebbe potuto fare. Si cantava sempre la stessa canzone...» I costituenti «hanno scritto la Costituzione ma l’ultima pagina l’hanno lasciata bianca: dobbiamo scriverla noi con la nostra vita. La Costituzione dobbiamo attuarla ogni giorno. I nostri padri avevano un sogno. Noi una cosa sola dobbiamo fare: far diventare questo sogno realtà». Con un’apertura così, la serata non può che essere in discesa.
Alle 23.33, come si sarebbe detto una volta, colpo di scena: Chiara Ferragni appare sul palco con un vestito che sembra trasparente. «Voglio però tranquillizzare tutti: non sono nuda, quello che vedete è un disegno del mio corpo». E poi legge una lettera alla bambina che è stata: «Tutte le volte che non ti sei sentita abbastanza brava, abbastanza bella, abbastanza intelligente lo eri». Parte un’invettiva contro il sessismo. E si commuove. «Ti vorrei abbracciare, piccola Chiara. E dirti che sono fiera di te».
Blanco sfascia l’allestimento floreale a pedate (Lapresse)
Colpo di scena bis: a mezzanotte torna sul palco Blanco, dopo che si era già esibito in Brividi con Mahmood. Deve eseguire L’isola delle rose, suo ultimo singolo, ma non gli funzionano gli in-ear, gli auricolari spia. E allora smette di cantare e sfascia a calci l’allestimento floreale del palco tra i fischi del pubblico. Amadeus prova a portar pace: «Noi lo vogliamo sentire il singolo di Blanco. Va bene se lo canti più tardi?» Il pubblico non è d’accordo. Non se ne farà niente: «Non ci sono le condizioni. Ragazzi, era dai tempi di Bugo e Morgan...», commenta il direttore artistico. A spazzare via le rose sfasciate dal palco ci penserà Morandi nelle inedite vesti di addetto alle pulizie.
Marco Mengoni (Ansa)
Tornando alla gara, si parte con una Anna Oxa più sofisticata che mai alle prese con Sali e il poco ispirato Gianmaria di Mostro. Mr. Rain (Supereroi) scommette sull’effetto tenerezza: coro di bambini «angeli con un’ala sola». Marco Mengoni (Due vite), predestinato alla vittoria finale, fa esattamente ciò che ci si aspetta da lui. Si conferma fresca e simpatica Mare di guai di Ariete. Ultimo, altro grande favorito, soffre un po’ la difficoltà tecnica di Alba. Coma_Cose (L’addio) meno interessanti della loro precedente apparizione sanremese. Astutissimo r’n’b easy listening quello di Due di Elodie. Si conferma non male il pezzo di Leo Gassmann (Terzo cuore) ma paga pegno a un’interpretazione non proprio impeccabile. Oggetti misteriosi i Cugini di Campgana di Lettera 22 mentre Gianluca Grignani farfugli del rapporto controverso col padre in Quando ti manca il fiato. Chiudono il quadro l’inconsistente urban di Olly (Polvere), il divertente tormentone dei Colla Zio (Non mi va) e Duemilaminuti, brano di Mara Sattei ottimamente confezionato.
Francesco Prisco
Redattore
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