di Nicola Barone e Andrea Carli
Mattarella cita pestaggio Firenze: violenza contro dei ragazzi
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Il giorno dopo il corteo anarchico contro il 41 bis e a sostegno di Alfredo Cospito a cui hanno partecipato un migliaio di persone, Torino fa la conta dei danni delle violenze e dei danneggiamenti provocati dai manifestanti. Monumenti e muri delle case imbrattate, vandalizzate alcune decine di auto posteggiate, scritte pure sulla basilica della Consolata, patrona del capoluogo piemontese, vetrine di banche, compagnie assicurative, e negozi spaccate a colpi di mazza, cassonetti dei rifiuti dati alle fiamme, segnali stradali divelti.
Intanto, sono al vaglio degli investigatori le immagini del pomeriggio di violenza e dell’ingente materiale sequestrato nei controlli preventivi effettuati dalla Digos torinese nelle ore precedenti la manifestazione. Il bilancio è di due agenti di polizia feriti, 160 persone identificate, 11 fogli di via in corso di notificazione, 37 persone denunciate.
Ma sabato 4 marzo è stato un giorno all’insegna delle piazze. Quella pacifica fiorentina, dove i sindacati hanno promosso un’iniziativa a difesa della scuola e della Costituzione, dopo il pestaggio di due studenti del liceo classico Michelangiolo ad opera di alcuni membri di Azione Studentesca e dopo le parole del ministro Valditara sulla lettera della dirigente scolastica del liceo Leonardo da Vinci. Un corteo che ha fatto da cornice alle prove di dialogo tra Elly Schlein, espressione della nuova guida del Pd, e Giuseppe Conte, leader di M5s.
E poi la piazza milanese, anch’essa pacifica, che ha posto l’attenzione sulla tragedia dei migranti a Cutro, nel crotonese, e ha criticato la politica di gestione dei flussi del governo Meloni. Infine, quella di Torino, organizzata da centinaia di anarchici, arrivati anche dall’estero, a sostegno di Alfredo Cospito. Un corteo, quest’ultimo, che ha registrato scontri con le forze dell’ordine, ricorso a bombe carta da parte dei manifestanti, vetri delle auto spaccati, gravi disagi per la circolazione.
A completare il quadro della giornata, uno striscione comparso davanti al liceo classico Carducci di Milano, che ritrae il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, a testa in giù e con due croci sugli occhi. Immediata la reazione delle forze politiche, che hanno condannato quanto accaduto. «Un gesto di qualche isolato ma brutale, brutto, violento e pesante», ha sottolineato il preside del liceo Andrea Di Mario. «Il Liceo Classico Statale “Giosuè Carducci” di Milano - ha scritto in una circolare indirizzata a studenti, genitori e docenti e pubblicata sul sito della scuola - è da sempre e sempre più uno spazio plurimo, aperto, pacifico: democratico! Il carducciano è rigoroso e non accetta la logica da curva violenta». Valditara si è congratulato. «Complimenti ad un preside coraggioso, consapevole del suo alto ruolo istituzionale», ha scritto in un tweet, commentando la circolare del preside del Carducci. La presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi ha apprezzato il gesto di Di Mario. «Una bellissima lettera», ha commentato su Facebook.
Il leader di M5s Giuseppe Conte ha invece attaccato il ministro dell’Istruzione: « Valditara - ha scritto su Facebook - non si smentisce: il suo spirito democratico e il richiamo dei principi costituzionali affiorano a intermittenza, a seconda del contesto. Il Ministro colpisce con critiche e censure la preside Savino, che ha scritto una lettera ineccepibile per condannare la violenta aggressione agli studenti fiorentini del Liceo “Michelangiolo”, mentre interviene prontamente ad applaudire la lettera del preside Di Mario, del liceo milanese “Carducci”, che giustamente condanna le inqualificabili immagini e relativi messaggi contro il Ministro stesso e il Presidente del Consiglio».
La manifestazione di Firenze ha fornito l’occasione per riavviare un dialogo tra Pd e Cinque Stelle, dopo i mesi di gelo seguiti alle elezioni politiche del 25 settembre. La stretta di mano, lo scambio di battute, la foto, i selfie. La piazza fiorentina antifascista ha fotografato un’alleanza possibile. Schlein e Conte si sono fatti ritrarre insieme in una foto “allargata” anche a Maurizio Landini, segretario di quella Cgil che, con le altre sigle sindacali, ha organizzato la manifestazione. I tre si sono incontrati nel retro del palco della manifestazione fiorentina, e hanno conversato per alcuni minuti. Hanno parlato di scuola, sanità pubblica e difesa della Costituzione, alcuni dei temi su cui è possibile una convergenza e un lavoro comune. «Hanno condiviso l’importanza di essere in questa piazza - spiega chi ha parlato con i due leader politici - Entrambi sono rimasti colpiti dalla forza e dall’energia prodotta dalla mobilitazione della piazza».
L’obiettivo della iniziativa a Firenze è stato quello di dire no alla violenza ribadendo che l’affermazione e la difesa dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza costituiscono un preciso dovere per tutta la comunità scolastica.
È prematuro parlare di rinnovata sintonia fra i due maggiori partiti all’opposizione, una volta alleati, ma il corso politico inaugurato dalla neosegretaria del Pd rende (ora) possibile una prospettiva comune su più piani.
Secondo la questura, alla manifestazione nel capoluogo toscano hanno aderito circa 10.000 persone. Per gli organizzatori sono state oltre 25mila. Al corteo ha partecipato anche la preside del liceo Leonardo Da Vinci. La preside è l’autrice della lettera in cui ricordava che «il fascismo nacque dall’indifferenza». In piazza Santa Croce è apparso anche uno striscione di solidarietà con l’anarchico Alfredo Cospito, con la scritta “con Alfredo contro il 41 bis”.
Un’altra manifestazione si è svolta a Milano. Questa volta l’obiettivo è stato quello di criticare le politiche del governo sui migranti. Partito nel pomeriggio da piazza Oberdan, il corteo è terminato in piazza Duca D’Aosta, in corrispondenza della stazione Centrale pochi minuti prima delle 18:00. Un migliaio di manifestanti ha sfilato per le strade della zona. In corrispondenza della stazione è stato esposto lo striscione che apriva il corteo con scritto “Verità e giustizia per il naufragio di Crotone. Basta morte nel Mediterraneo”. Alla manifestazione ha preso parte anche Cecilia Strada, figlia di Gino Strada, che ha spiegato quale fosse lo scopo dell’iniziativa indetta da 7 Ong tra cui Emergency e Resq. «Basta morti in mare e aprire i canali d’accesso sicuri e legali - ha sottolineato -, perché è indecente che il nostro Mar Mediterraneo sia diventato il più grande cimitero a cielo aperto del mondo».
Sempre nel capoluogo lombardo, davanti al liceo Carducci è stato esposto uno striscione con la A simboleggiante l’anarchia e con le sagome del presidente del consiglio, Giorgia Meloni, e del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, a testa in giù e con due croci sugli occhi. A stretto giro le forze politiche hanno condannato quanto accaduto. Solidarietà ai due ministri è stata espressa dal sindaco Sala, dal presidente della Camera Fontana, dal capogruppo del Pd a Montecitorio Serracchiani e da quello al Senato Malpezzi. Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ha parlato di «segnale grave e inquietante».
A Torino invece gli anarchici hanno organizzato un corteo in solidarietà con Alfredo Cospito. In testa uno striscione nero con scritto in bianco. «Al fianco di Alfredo al fianco di chi lotta». Nel tardo pomeriggio le forze dell’ordine hanno dovuto intervenire con gli idranti e i lacrimogeni nella zona del mercato di Porta Palazzo, per allontanare i manifestanti lontano dal centro, dopo scene da guerriglia urbana. Il raduno degli anarchici, di cui il tam tam era cominciato molti giorni fa, era cominciato a metà pomeriggio in piazza Solferino, a poche centinaia di metri dal cuore di Torino. Ma un fitto cordone di polizia e carabinieri, con lo schieramento di numerosi mezzi, ha sbarrato da subito ogni via d’accesso alle sedi delle istituzioni e alle strade del centro affollate, come ogni sabato, da migliaia di persone, torinesi e turisti.
Ma l’attenzione mediatica è stata in gran parte sulla manifestazione anti fascista di Firenze. La presenza dei leader delle principali forze politiche di opposizione ha acceso inevitabilmente i riflettori su questa iniziativa promossa dai sindacati. «Se noi ci troviamo qui con il segretario del Pd - ha detto Conte - vuol dire che su partite concrete noi ci siamo, che riguardano tutti, non solo le forze progressiste, siamo in piazza per difendere principi costituzionali, il problema non è il primato e le leadership della sinistra: a noi interessa come M5s lavorare per rafforzare l’azione politica di forze progressiste. Se col nuovo vertice del Pd questo dialogo rafforzerà questo orizzonte ben venga per tutta l’Italia».
«Sono molto felice che ci sia qui una grande delegazione del Partito democratico, che ci sia qui il Movimento cinque Stelle, che ci siano qui altre forze civiche e della sinistra ecologista - ha detto Schlein -, credo che sia un bel segnale che su alcune battaglie fondamentali, come abbiamo sempre detto, noi dobbiamo lavorare insieme sia in Parlamento che nel Paese, per organizzare una opposizione. Noi ci saremo». I temi, ha aggiunto, sono «la difesa della scuola pubblica, la difesa della sanità pubblica, la difesa del lavoro, il salario minimo, la difesa della Costituzione, la battaglia contro l’autonomia differenziata».
Quanto alla posizione del Pd sulla crisi ucraina, la segretaria del Pd ha chiarito che «non è mai stato in discussione il nostro pieno supporto al popolo ucraino ad un anno dall’invasione criminale voluta da Putin, ma credo anche che la sinistra debba continuare a perseguire un mondo di pace, un futuro di pace, mobilitarsi in questa direzione chiedendo all’Unione Europea un forte impegno ed anche un forte protagonismo politico diplomatico. Le due cose non sono in contraddizione». C’è anche chi parla di una rivalità fra due forze, Pd e Cinque Stelle, che ora, dopo Firenze, hanno scoperto di assomigliarsi un po’ di più.
Nicola Barone
Redattore
Andrea Carli
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