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Il culto delle armi e il suo peso elettorale

di Marco Valsania

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Meeting annuale della National Rifle Association (Reuters)

Meeting annuale della National Rifle Association (Reuters)

3 ottobre 2017
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2' di lettura

Un altro massacro. Di proporzioni difficilmente immaginabili. Un altro, terribile tributo di sangue sull’altare del culto delle armi negli Stati Uniti.

Con il bilancio delle vittime - e il conto dei fucili in possesso del folle assassino - crescerà di nuovo adesso anche il dibattito nel Paese sulla necessità di leggi e normative più restrittive che aiutino a prevenire simili eccidi. Ma ben difficilmente, come già avvenuto in anni recenti dopo la strage nella scuola elementare di Newtown in Connecticut o dopo quella nella sala da ballo di Orlando, scatteranno cambiamenti radicali.

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La combinazione dell’influenza della grande lobby delle armi e d’una cultura politica intrisa dagli omaggi al Secondo emendamento della Costituzione - quello che per i suoi fautori garantirebbe il facile diritto individuale a ogni genere di armi - rendono riforme profonde una strada tuttora in salita in America. Massacro dopo massacro, finora è rimasta inascoltata la voce di chi crede che quell’emendamento sia obsoleto e male interpretato (molti storici concordano che sia uno dei più maldestri capitoli della Costituzione e che intendesse riferirsi in realtà a milizie statali). Mentre ha continuato a prelevare la voce della Nra, la lobby della National Rifle Association guidata da Wayne LaPierre, che da decenni si è affermata come potente macchina politica conservatrice in urne locali e nazionali al di là dei cinque milioni di suoi iscritti.

Basta ricordare che il presidente Donald Trump ha fatto della difesa assoluta del Secondo emendamento un leitmotiv della campagna elettorale. E che solo pochi giorni or sono, in un’elezione primaria repubblicana in Alabama per la corsa al seggio senatoriale reso vacante dal Segretario alla Giustizia Jeff Sessions, il vincitore, l’ex magistrato 70enne Roy Moore, ha chiuso l’ultimo comizio sfoderando una pistola a dimostrazione della sua fede. Dall’opposizione democratica - compreso l’ex rivale di Trump alle presidenziali Hillary Clinton - ieri si sono levati forti appelli a legislazioni per rendere più severi i controlli sulle armi e a resistere alle pressioni della Nra. La presa di posizione assieme più tersa e impotente è arrivata dal senatore Chris Murphy del Connecticut: «Solo in America questi terribili massacri avvengono con tanta regolarità, devono cessare».

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