di Fernanda Roggero
La suggestiva Rocca di Frassinello, progettata da Renzo Piano, sede anche di eventi e concerti
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La chiave per stupire gli amici, ora che finalmente si può tornare ad organizzare una cena in più di due persone? Questa volta ho trovato la perfetta arma segreta. Il sound sommelier.
Mi sono imbattuta quasi per caso nella sua rubrica su una prestigiosa rivista di vino. Mi ha conquistato maritando una delle mie canzoni francesi preferite, La Mer di Charles Trenet, a un grande Chardonnay d'Oltralpe. E quindi lo chiamo. Gli spiego quante persone ho intenzione di invitare e che cosa penso di proporre a tavola. Cena piemontese: vitello tonnato con giardiniera, brasato al Barolo e Bunet. Anche i vini, rigorosamente, delle mie terre. Beh non proprio. Vorrei stare in Monferrato, ma un Grignolino non può reggere l'impatto con il brasato. E dunque Langa, con due vini firmati Ceretto, l'Arneis Blangé 2017 e il Nebbiolo Bernardina 2016. Per finire in bellezza con il Barolo Chinato di Cocchi.
Paolo Scarpellini si è inventato il mestiere di sound sommelier da cinque anni. Dopo una prima vita da critico musicale e dj e una seconda vita da esperto di viaggi, vino e gastronomia. Le cene private sono un'appendice, l'impegno maggiore è nel creare un adeguato tappeto sonoro alle degustazioni di grandi case vinicole. Affabile, ma con piglio professionale, mi informa che sarà necessario un sopralluogo (anche per verificare la qualità dell'impianto sonoro) e che la sera della cena dovrà assaggiare i piatti prima del servizio. Quello che era nato come un incontro informale sta per diventare un piccolo evento.
Il sound sommelier Paolo Scarpellini.
Scarpellini s'impossessa della casa. Mentre dispone casse e subwoofer, mi racconta che dietro al suo lavoro ci sono anni di studi. Come spiegano i neuroscienziati – e come approfondisce anche il libro di Barbara Sgarzi Social Media Wine, che racconta il mercato del vino in Italia anche attraverso il ruolo delle emozioni e il neuromarketing – le nostre percezioni legate ai cinque sensi sono convogliate in un'unica zona del cervello, l'ipotalamo. Ci sono stati anche molti test con le cavie: hanno fatto assaggiare prima un cibo in assenza di rumori e poi abbinato a una musica. In questo caso pare che le percezioni aumentino a dismisura. Speriamo succeda anche a noi, dico io.
Ecco dunque il copione della cena-concerto, di suoni e sapori. Nel momento di servire il bianco, Scarpellini spiega perché un vino biondo e seduttivo, estivo e fragrante come questo Blangé, richiama alla memoria le atmosfere spensierate delle estati anni Sessanta, i jukebox in spiaggia. E mi fa ascoltare la musica, secondo lui, adatta. Ma questa è la vecchia sigla della Domenica Sportiva! Effettivamente, si tratta di A Taste of Honey di Herb Alpert. «Introdotto da batteria e trombone, si manifesta subito l'orecchiabile ritornello di tromba, mentre ci sale al naso un bel bouquet di fiori d'acacia, seguito da sentori di agrumi, mela, pera e nocciola», dice Scarpellini. «Dopo il secondo stop ritmico e il rinnovato ritornello, invece, arriva nel vino qualche accenno di sapidità che si innesta a meraviglia sulla spiccata acidità della giardiniera».
Sono colpita. Per il brasato innaffiato dal Nebbiolo, il consiglio musicale è Paolo Conte, con la sua ipnotica Max. «Mentre la voce selvatica e profonda di Conte suggerisce note di liquirizia, tabacco e sottobosco, l'agile bolero esalta persistenza e tonica tannicità, come pure il corpo consistente e ben frollato della carne nel piatto», sostiene il sound sommelier. Per il Bunet, Scarpellini ha pensato a Life di Ludovico Einaudi.
Penso che alla fine di questo esperimento non sarò più in grado di godermi un bicchiere di vino senza sapere che ritmo ha. Ma se il sound sommelier non può apparire a comando c'è sempre la Wine Listening . Basta loggarsi al proprio account Spotify, scaricare l'app omonima, aprirla e fotografare l'etichetta della bottiglia. Alla base c'è un algoritmo che riconosce 2,5 milioni di vini e associa a ognuno il suo sottofondo. Non resta che scoprire la selezione musicale della mia cantina.
Fernanda Roggero
Collaboratore
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