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Migranti, Merkel: senza un accordo Ue avanti con coalizione dei volenterosi

Vertice Ue, Conte pronto a mettere il veto

28 giugno 2018
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2' di lettura

«Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi. Questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino 3». Lo ha detto Angela Merkel parlando al Bundestag, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles. La cancelliera ha anche sottolineato che «chi chiede asilo non può scegliersi il Paese in cui chiederlo». Quindi Merkel ha aggiunto: «fino a quando su tutto questo non ci sarà un consenso a 28 andremo avanti con una coalizione dei volonterosi».

La cancelliera ha sottolineato che per far fronte ai flussi migratori, oggi peraltro molto ridotti in Germania, si debba ricorrere a «misure nazionali ed europee». Ad esempio c'è molta attenzione ai movimenti secondari: «li dobbiamo
regolare e guidare meglio», ammette Merkel alle prese con una crisi di governo esplosa proprio sulle politiche di accoglienza - una sorta di regolamento di
conti rispetto alla decisione del 2015 di aprire le porte a un milione di profughi provenienti dalla rotta balcanica. Un gesto che aiutò ad alleggerire il carico di altre nazioni europee.

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Merkel e gli accordi bilaterali

In filigrana quel che emerge dalle parole di Merkel al Bundestag è una sorta di approccio tipico delle cooperazioni rafforzate. Non potendo chiudere, almeno per ora, un accordo a livello europeo, meglio procedere con quelli bilaterali con i singoli paesi interessati. Da questo punto di vista, la Germania ha già nel cassetto accordi sulle politiche di accoglienza e la gestione dei profughi e dei richiedenti asilo con la Spagna e la Francia. Ieri sera, quasi a sorpresa, è arrivata anche la disponibilità della Grecia . In pratica manca solo quello con l’Italia. Una strategia, quella di Merkel, che se si completasse le permetterebbe probabilmente di «convincere» il suo alleato riottoso Seehofer e schivare così la crisi di governo.

Non a caso, sempre stamattina, sono arrivate parole «dolci» verso la posizione italiana. «L'Italia ha diritto a che il fondo fiduciario per il Nordafrica venga finanziato meglio. E qui mancano i soldi. E questo va migliorato». A partire da giovedì pomeriggio si capirà meglio cosa succederà sul fronte migranti.

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