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Un settembre amaro per le Borse, ma per Piazza Affari il bilancio è meno pesante

di Eleonora Micheli e Andrea Fontana

La Borsa, gli indici del 30 settembre 2021

Il Ftse Mib nel mese ha arginato le perdite all'1% circa. In netto calo anche l'euro, sotto la soglia di 1,16 dollari

30 settembre 2021
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4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Volatilità. Questa la parola chiave per descrivere l’ultima seduta di settembre per le Borse europee, che alla fine hanno chiuso deboli, accusando nel mese la performance peggiore del 2021. Anche Wall Street ha chiuso in ribasso, con perdite superiori all’1% per Dow Jones e S&P 500.

A questo punto gli investitori, dopo aver archiviato il bilancio del terzo trimestre, si interrogano sull’andamento che registreranno i mercati nello scorcio finale dell’anno e che sarà influenzato dalla ripresa dell’economia e dalle mosse delle principali banche centrali al mondo. Milano ha terminato in calo dello 0,21%, con lo spread in risalita sopra i 105 punti . E’ l’unica Borsa in Europa a non archiviare settembre come il peggior mese dell’anno, sebbene la perdita sia stata attorno all’1,25%. D'altra parte gli indici generali Stoxx600 e Eurostoxx50 sono arretrati del 3%. Intanto desta preoccupazione l'andamento dei tassi , in particolare quelli americani con il rendimento sui Treasury a dieci anni che di nuovo ha superato l'1,54%. Così il dollaro corre ancora dopo aver toccato i massimi da 18 mesi contro yen e da oltre un anno contro l'euro. La moneta unica è schiacciata sotto la soglia di 1,16 dollari.

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Da inizio anno il Ftse Mib mantiene un rialzo del 15,5%

Per Piazza Affari la performance negativa di settembre non è la peggiore dell'anno, visto che gennaio e aprile avevano accusato flessioni superiori, mentre da inizio 2021 il saldo per il Ftse Mib continua a essere molto brillante: +15,5% superato in Europa solo da Amsterdam (+23%) e da Parigi (+17%). Oltre all'ormai tradizionale cautela degli investitori a settembre, il mese è stato segnato dalla crescente consapevolezza della stretta monetaria in arrivo da parte delle banche centrali (i rendimenti dei Treasury Usa a 10 anni che erano in area 1,3% a fine agosto viaggiano a 1,53-1,54% e quelli del bund tedesco nella medesima scadenza sono passati da -0,38% a -0,19%) oltre che dall'allarme per la situazione del colosso cinese dell'immobiliare Evergrande. La fiammata dei prezzi dell'energia e il timore di una crisi energetica in Cina hanno poi condizionato l'atteggiamento degli investitori nelle ultime sedute.
Tornando alla performance odierna, Francoforte ha ceduto lo 0,68%, Parigi lo 0,62%, Amsterdam lo 0,5% e Londra lo 0,3% in una giornata di vendite concentrate su utility, viaggi e retailer, mentre hanno guadagnato le società minerarie nonostante la frenata dei prezzi di molte materie prime (rame, alluminio, nickel, zinco) dovuta alle quotazioni del dollaro.

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Wall Street in rosso, occhi sui bond

Wall Street, dopo un avvio in rialzo, ha frenato e chiuso in deciso ribasso (Dow Jones -1,59%, Nasdaq -0,44%, S&P 500 -1,19%), pagando dazio al rialzo dei tassi. Inizialmente gli indici hanno beneficiato dei dati sui sussidi settimanali alla disoccupazione negli Stati Uniti che, risultando deludenti, hanno allontanato lo scenario che la Federal Reserve possa abbracciare presto una politica monetaria più rigorosa. Sul fronte macro è stata diffusa anche la lettura finale del Pil del secondo trimestre, rivista al rialzo al +6,7% dal precedente +6,6%. Intanto gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo per il fatto che sarà evitato lo shutdown, anche se il problema è solamente rinviato di qualche settimana, Tornando ai sussidi, il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, nella settimana terminata il 25 settembre, è aumentato di 11.000 unità a 362.000, le attese erano per un dato a 335.000.

Sul fronte azionario, anche per il mercato Usa, come per l'Europa. settembre sarà il peggior mese dell'ultimo anno , mentre il trimestre si chiuderà sicuramente in positivo, il sesto consecutivo, per lo S&P 500. Ma gli investitori già guardano avanti e si interrogano su ottobre che solitamente corrisponde di solito all'inizio di una stagione positiva per i titoli. Anche lo scorso anno,nel mese, i tre maggiori indici hanno accumulato solidi guadagni.

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A Milano occhi puntati su Mediobanca, male Nexi

Sull'azionario milanese,sono andati bene i petroliferi e i titoli del risparmio gestito (Banca Mediolanum, Azimut, Finecobank). La migliore è stata Recordati (+3%). Si è distinta anche Mediobanca (+1%) dopo il rafforzamento del patto che controlla circa il 10% dell’istituto. Per contro sono andate ancora male le Telecom Italia (-1,8%), tanto da raggiungere i minimi dal novembre 2020, sotto 34 centesimi per azione. Giù anche Enel (-2%) in una seduta negativa per le utility europee. La peggiore del Ftse Mib è stata Nexi, giù di quasi il 3%.

Fuori dal listino principale, Zucchi ha festeggiato la semestrale segnando la seconda miglior performance di Piazza Affari con un rialzo di oltre il 15%. Nel primo semestre 2021 il gruppo ha registrato un fatturato consolidato di 44,6 milioni (+66,7%). Le vendite comprendono 4 milioni della nuova controllata Zuckids e 0,2 milioni della nuova attività della Basitalia.

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Per analisti è tornato il «super dollaro», petrolio in recupero

Il petrolio è in recupero, dopo la frenata della vigilia provocata dai dati sulle scorte americane. Ad ogni modo il Brent rimane sotto gli 80 dollari al barile e il Wti vale meno di 76 dollari al barile. Il focus in questo periodo è in particolare sui prezzi di petrolio e gas, che tengono in scacco l'economia mondiale. Le prime sedute della settimana, infatti, sono state dominate dalla crisi energetica, per via del rialzo delle quotazioni di greggio, metano e altre risorse. Sul valutario, l'euro è scambiato su livelli che non si vedevano da fine luglio 2020, ben al di sotto della soglia di 1,16 contro il dollaro. Il rialzo dei rendimenti dei Treasury e il fatto che il dollaro sia ancora visto come un bene rifugio favoriscono gli acquisti della valuta. al punto che gli analisti ritengono sia tornato il momento del super-dollaro.

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