di Carlo Marroni
(ANSA)
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Papa Francesco fa un passo avanti e spezza ogni cautela diplomatica che sembrava avesse avuto nei primi giorni dell'aggressione della Russia: «La Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi a disposizione per la pace». All'Angelus, di domenica Bergoglio parla di Ucraina «dove scorrono fiumi di sangue e di lacrime», dice: «Non si tratta solo di un'operazione militare ma di guerra che semina morte, distruzione e miseria». E allora dà il via ad una complessa operazione diplomatica, che parte dal Segretario di Stato e arriva fino all'invio di due cardinali di peso in Ucraina per cercare di aprire delle nuove strade di mediazione. E in tutto questo caos si spezza (o comunque si interrompe) il filo di dialogo con il patriarca ortodosso di Mosca Kirill – era in agenda un possibile incontro entro l'estate, come annunciato dall'ambasciatore della Russia presso la Santa Sede, incontrato dal Papa giovedì scorso a sorpresa – che ha confermato di essere completamente succube del Cremlino.
Molto decise le dichiarazioni del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin: «Quello che si deve fare adesso, prima di tutto è fermare le armi e i combattimenti ma soprattutto evitare una escalation. E la prima escalation è proprio quella verbale», ha detto in un’intervista a Tv2000, in merito alla guerra in Ucraina. Parolin ha ribadito: «Noi siamo disponibili. Se è ritenuto che la nostra presenza e la nostra azione possa aiutare, noi siamo lì. L’intervento della Santa Sede - ha spiegato - si colloca a più livelli, “religioso”, “umanitario” e “poi c’è la disponibilità di iniziative sul piano diplomatico».
«La Santa Sede si è messa al servizio per il raggiungimento della pace in Ucraina». Lo ribadisce la sala stampa vaticana ricordando che il Papa ha inviato due cardinali come «espressione della solidarietà della Chiesa verso il popolo ucraino sofferente»: il cardinale Konrad Krajewski, l’Elemosiniere, e il cardinale Michael Czerny, Prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, e responsabile per la parte dei migranti. Il cardinale Krajewski è in viaggio verso il confine tra Polonia e Ucraina, dove visiterà i rifugiati e i volontari nei rifugi e nelle case. Il cardinale Czerny arriverà in Ungheria martedì 8 marzo, per visitare alcuni centri di accoglienza per i migranti provenienti dall’Ucraina. Entrambi sono diretti in Ucraina e a seconda della situazione intendono raggiungere il Paese nei prossimi giorni. I cardinali «porteranno aiuti ai bisognosi e rappresenteranno non solo il Papa ma tutto il popolo cristiano che vuole esprimere la solidarietà al popolo dell’Ucraina». «Il gesto di Papa Francesco vuole anche richiamare l’attenzione sulle molte situazioni simili in tutto il mondo», conclude la Santa Sede.
La Santa Sede, comunicando l’invio da parte del Papa dei cardinali Konrad Krajewski e Michael Czerny in Ucraina, sottolinea: «Ci sono rapporti preoccupanti di crescenti attività di traffico di esseri umani e contrabbando di migranti alle frontiere e nei Paesi vicini». In particolare il card. Czerny, dichiarerà che, «poiché la maggior parte delle persone in fuga sono credenti, l’assistenza religiosa dovrebbe essere offerta a tutti, avendo riguardo alle differenze ecumeniche e interreligiose. Infine, nonostante i lodevoli sforzi per offrire risposte umanitarie e organizzare corridoi umanitari, c’è un grande bisogno di coordinamento, buona organizzazione e strategia condivisa, al fine di abbracciare le sofferenze delle persone e fornire un aiuto efficace».
In un sermone-shock pronunciato nella Domenica del Perdono il patriarca di Mosca Kirill ha parlato in termini giustificazionisti della guerra in Ucraina dopo che «per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass, dove c’è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale». Per Kirill «oggi esiste un test per la lealtà a questo governo, una specie di passaggio a quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della “libertà” visibile. Sapete cos’è questo test? È molto semplice e allo stesso tempo terribile: è una parata gay».
Carlo Marroni
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