di Nicola Dimitri *
(REUTERS)
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L’importanza degli appalti pubblici per lo sviluppo economico, sociale e tecnologico di un paese è stata di recente ribadita, ed evidenziata in modo particolare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che riguarda l’Italia. Infatti, in un testo corposo ed articolato come quello del Pnrr, i riferimenti al ruolo degli appalti pubblici sono molteplici, e diffusi in varie sezioni. Emerge quindi chiaramente dal documento come il sistema pubblico degli acquisti sia considerato di rilevanza fondamentale per il successo del Pnrr, e quindi per la ripresa post-pandemia così come per la crescita globale del Paese.
In generale, nel testo i riferimenti sono di due tipi, che qui riporto separatamente ma che in effetti sono collegati. Innanzitutto, nel documento gli appalti figurano come strumento essenziale per la realizzazione di molti tra gli obiettivi presenti nel Pnrr. Contestualmente, però, il testo sottolinea anche come tale strumento debba essere reso maggiormente efficiente, possibilmente semplificandone le procedure, senza comprometterne efficacia ed integrità.
Il legame tra i due punti sembra evidente: il Paese ha necessità di un sistema pubblico degli acquisti ben funzionante, per fare in modo che gli obiettivi del Pnrr possano essere raggiunti. In particolare, per sostenere la ripresa e migliorare la resilienza sistemica, il documento suggerisce modalità di acquisto snelle ma tracciabili, eseguite su piattaforme elettroniche, e con procedure gestite da operatori competenti, appropriatamente formati. In questo senso iniziative, ad esempio, legate alla crescita professionale degli operatori ed alla digitalizzazione degli acquisti sono già attive, in varie realtà del Paese.
Tuttavia, molta strada deve ancora essere percorsa ed il Pnrr rappresenta un’occasione unica in tal senso, non solo per favorire la ripresa nel breve-medio periodo, ma anche per valorizzare il ruolo e l’importanza degli acquisti pubblici per il futuro del sistema Italia nel medio-lungo periodo. Rammentando che nei Paesi europei gli acquisti pubblici per beni, servizi e lavori costituiscono una quota rilevante del Pil, si stima che in media ammonti a circa il 15%-18%, è evidente come la loro influenza sulla crescita globale dell’Italia possa essere determinante.
A tale riguardo, l’impatto positivo degli appalti pubblici non dovrebbe riguardare solamente i prodotti maturi, commercializzati e già presenti sul mercato. Infatti, a partire dalla Comunicazione della Commissione Europea del 2007 sugli Appalti Pre-Commerciali, il legislatore europeo ha chiarito come il settore pubblico possa, e debba, avere una parte attiva nel promuovere prodotti innovativi, non ancora presenti sul mercato e che necessitano attività di Ricerca e Sviluppo per essere resi disponibili.
Se in alcune aree del settore pubblico, quali lo spazio e la difesa, il ruolo degli acquisti innovativi è ben noto, la vera novità della recente legislazione, che include anche il vigente Codice dei Contratti Pubblici 2016, si trova nel fatto che ora tutto il settore pubblico può rendersi protagonista nel promuovere nuove soluzioni.Il Pnrr è fortemente allineato con tale visione. Nel testo, infatti, il termine “innovazione” è menzionato in molteplici circostanze, ed appare evidente come il sistema pubblico degli appalti dovrà essere coinvolto in maniera rilevante anche per il raggiungimento delle soluzioni innovative previste dal piano.
Se Consip, per gli acquisti di prodotti già disponibili sul mercato, in qualità di stazione centrale di committenza pubblica per beni e servizi, continuerà a svolgere una funzione fondamentale, almeno altrettanto importante per lo sviluppo di nuove soluzioni sarà l’azione dell'Agenzia italiana per la digitalizzazione (Agid), che a partire dal 2012 supporta le pubbliche amministrazioni nell’organizzazione e gestione di appalti innovativi.
L’enfasi posta dal PNRR sul ruolo degli acquisti pubblici potrà avere importanti benefici per il settore delle imprese, e per l'intero sistema produttivo italiano. Il motivo è legato alla forte complementarietà che sussiste tra i due settori. Se il sistema pubblico degli acquisti diventa più efficiente, e qualitativamente più esigente, anche le imprese che partecipano alle gare di appalto ed all’esecuzione dei contratti dovranno a loro volta migliorare la loro organizzazione e la qualità dei loro prodotti. Il settore privato potrà inoltre rendersi proattivo, proponendo al settore pubblico nuove soluzioni, elevandone la qualità.
In tale ottica l’effetto domino, che dalla realizzazione del Pnrr si trasferisce sul miglioramento del sistema produttivo, attraverso gli acquisti pubblici, può essere interpretato a tutti gli effetti come una misura di politica industriale.Concludiamo queste riflessioni con l’auspicio che il Pnrr possa in effetti rappresentare un impulso formidabile, se non addirittura una discontinuità, nella ripresa e nello sviluppo ulteriore del Paese, e che il settore pubblico ricopra, come previsto dal piano, una funzione decisiva a riguardo.
* Università di Roma Tor Vergata - docente del Master in Procurement Management
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