di Celestina Dominelli
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Il mercato libero della bolletta elettrica attrae soprattutto i giovani tra i 18 e i 29 anni. Oltre a tale fascia, la percentuale di clienti ancora serviti in maggior tutela cresce sempre più con l’aumentare dell’età, ma la scelta del mercato libero è maggioritaria fino alla fascia 70-79 anni. È quanto emerge dal primo “Rapporto monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas” messo a punto dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) e trasmesso al ministero della Transizione Ecologica (Mite) e alla commissioni parlamentari competenti. Si tratta di una fotografia completa della situazione della vendita sotto diversi profili: dal cambio di fornitore alla trasparenza e pubblicità delle offerte, dall’andamento dei prezzi all’evoluzione del comportamento dei clienti finali. Ecco i punti salienti.
Il report dell’Authority mostra innanzitutto il livello dei cambi di fornitore con la progressiva uscita dei clienti finali dalle tutele: secondo l’ultimo aggiornamento, datato marzo, nel settore elettrico il 57,3% dei clienti domestici e il 68% dei clienti altri usi in bassa tensione è transitato nel mercato libero; nel settore gas, il 60,2% dei clienti domestici e il 69,9% dei condomini uso domestico con consumi inferiori ai 200mila Smc (standard metri cubi) annui. Cambi che, come detto, vedono prevalere i più giovani nel passaggio al mercato libero. E riguardano, per tutte le tipogie di cliente e per tutti i settori, in prevalenza passaggi che avvengono nell’ambito del mercato libero (si tratta, cioè, di clienti già usciti dalla tutela in precedenza).
Per orientarsi nella giungla delle offerte, il monitoraggio dell’Arera ricorda che esiste il Portale ad hoc, operativo dal 2018, che contiene, al 30 giugno 2021, circa 4.855 offerte disponibili alla consultazione e alla comparazione della spesa. Per il settore elettrico: 1.371 per i clienti domestici (di cui il 61% a prezzo fisso) e 1.225 per i clienti non domestici (di cui il 56% a prezzo fisso). Quanto al settore gas, i numeri sono i seguenti: 446 per i condomini uso domestico (di cui il 49% a prezzo fisso), 986 per i clienti domestici (di cui il 58% a prezzo fisso) e 741 per i non domestici. Per le dual fuel (un unico contratto per le due forniture di luce e gas): 83 per i clienti domestici (di cui il 90% a prezzo fisso) e 3 per i non domestici (di cui 1 a prezzo fisso).
Ma come sono queste offerte? È più conveniente la maggior tutela e il mercato libero? La diatriba è sempre attuale, ma forse la migliore risposta è una sola: più il consumatore attiva tutti gli strumenti di confronto messi a disposizione dall’Autorità come il Portale Offerte (ma sul web ci sono anche altri comparatori di operatori privati che alla bisogna possono tornare utili, l’importante è approfondire le proposte che ci vengono fatte), più cresce la consapevolezza e la capacità di compiere una scelta vantaggiosa e funzionale al proprio profilo di consumo. Ciò premesso, l’Arera fa qualche confronto per concludere che dall’analisi per alcuni clienti emerge come nel mercato libero siano presenti alcune offerte più convenienti dei servizi di tutela, sia a prezzo fisso che a prezzo variabile, «nonostante queste rappresentino - scrive l’Autorità - una quota residuale di quelle disponibili». Nel settore gas, invece, per il cliente domestico erano disponibili in media 65 offerte più convenienti del servizio di tutela, pari al 9,82% delle offerte a disposizione.
L’Autorità ha poi approfondito le scelte compiute da un campione di clienti usciti dal servizio di maggior tutela nel periodo luglio 2020-marzo 2021. E i risultati mostrano che non sempre il cliente sceglie l’offerta economicamente più vantaggiosa. I dati mostrano infatti che solo una parte dei consumatori effettua confronti sul Portale Offerte e questo, sottolinea l’Authority, «fa presumere che la sottoscrizione delle offerte continui in modo prevalente a essere effettuata dopo essere stati contattati da un call center (il 42,9% per i domestici in entrambi i settori) o da un agente di vendita (il 12,8%) e che il cliente non sfrutti appieno gli strumenti a disposizione per una scelta consapevole».
Interessante, infine, anche il passaggio sulle ragioni che hanno impedito di cambiare fornitore: il 59,1% dei domestici dice di star bene con l’attuale fornitore, ma colpiscono anche altri tre numeri. Il 13,8% ha paura di esperienze negative con altri operatori, il 12,8% dice di non avere chiari i vantaggi di un cambio e l’11,8% parla di mancanza di certezza dei prezzi nel mercato libero. Per gli operatori, insomma, vale la pena prendere qualche appunto.
Celestina Dominelli
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