di Massimo Malavasi (*)
Pensioni, il governo ai sindacati: ragionare sul ricalcolo contributivo
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Come è noto, le riforme che si sono susseguite dal 1992 in poi hanno progressivamente ridotto l'importo delle pensioni pubbliche. A questa riduzione, però, non hanno fatto seguito provvedimenti adeguati per supportare lo sviluppo della previdenza complementare, tanto che meno del 30% dei lavoratori si sta costruendo una pensione integrativa con un grosso rischio di vedere aumentare nel tempo situazioni di povertà nella terza/quarta età.
Per avviare una inversione di tendenza servirebbero interventi strutturali quali ad esempio l'adesione automatica dei lavoratori alla previdenza complementare con eventuale possibilità di recesso, misura che potrebbe essere introdotta contrattualmente (prevedendo una adesione piena ai Fondi con la contribuzione a carico azienda, lavoratore e Tfr) o per via legislativa.
In assenza dell'adesione automatica ben venga almeno un nuovo semestre di silenzio-assenso, sicuramente utile per avvicinare un maggior numero di lavoratori a questo importante strumento per garantirsi un futuro più sereno.
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Fondi pensione: iscrizione test per 12 mesi e opzione di uscita
di Andrea Mariani fondo Pegaso
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