Fisco, Leo: i tempi sono maturi una riforma strutturale
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È ai blocchi di partenza il confronto con le parti sociali sulla riforma fiscale. Si procederà a tappe ravvicinate fino a giovedì 16 marzo quando arriverà in Consiglio dei ministri il testo del disegno di legge. Prima a Palazzo Chigi saranno ricevuti i rappresentanti delle sigle sindacali quelli delle associazioni di categoria e degli ordini professionali.
Il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, conferma l’esame del disegno di legge delega sulla riforma fiscale giovedì prossimo da parte del Consiglio dei ministri. Leo è stato interpellato dai cronisti a Montecitorio a margine della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario tributario 2023. Il viceministro ha ribadito che con il Ddl delega «si esamineranno i principi generali sia nazionali che internazionali, la rivisitazione dello statuto del contribuente, si faranno interventi su tutti i tributi, Irpef, Irap, Ires, Iva, tributi doganali, accise e si rivedranno tutti i meccanismi dei procedimenti, accertativi, di riscossione. Infine si rivedranno i meccanismi sanzionatori, e ultimo passaggio di questa ampia riforma sarà rivedere i testi unici dell’imposta sui redditi, dell’Iva, degli altri tributi per arrivare a un codice tributario»
L’orizzonte della delega al governo è quello di dare una fisionomia radicalmente moderna al sistema tributario. Nella lotta all’evasione troveranno spazio meccanismi di intelligenza artificiale, anche se al fondo lo spirito del nuovo impianto incoraggia l’adempimento spontaneo da parte del contribuente, con premi e sanzioni ridimensionate per chi collabora. La bozza circolata nei giorni scorsi si compone di 22 articoli ed è suddivisa in cinque parti: principi generali e tempi di attuazione; tributi; procedimenti e sanzioni; testi unici e codici; disposizioni finanziarie.
Prima un Irpef a tre aliquote e poi una flat tax incrementale per tutti, anche per i lavoratori dipendenti. L’obiettivo resta quello dichiarato di ridurre la pressione fiscale, semplificare il sistema e garantire «l’equità orizzontale» da garantire soprattutto con una revisione delle tax expenditures che oggi contano più di 600 voci e sottraggono gettito per 165 miliardi. Il taglio delle spese fiscali, dal quale saranno escluse le detrazioni per spese sanitarie, per l’istruzione e per gli interessi passivi sui mutui prima casa, così come le deduzioni per i contributi di colf e badanti, sarà forfettizzato per scaglione di reddito. Un’ipotesi al momento prevede un 4% per lo scaglione più basso, un 3% del reddito per lo scaglione intermedio e del 2% per il terzo scaglione, fino ad azzerarsi sopra i 100mia euro.
Un regime duale per l’imposta sul reddito dell’impresa. Il punto di riferimento per la riscrittura delle regole che disciplinano l’Ires è l’entrata in vigore dal prossimo 1 gennaio della Global minimum tax, quell’imposta globale minima da applicare alle multinazionali e pari al 15 per cento. L’idea è di introdurre una nuova Ires in linea con le regole internazionali e che possa garantire un maggiore appeal per attrarre capitali stranieri. Si tratterebbe di ridurre l’attuale aliquota del 24% per i due anni successivi se l’imprenditore investe o crea nuova occupazione. L’aliquota scontata, con l’obiettivo progressivo di portarla al 15% come la Gmt, punta a favorire la capitalizzazione delle imprese e premiare chi investe in nuova occupazione e beni strumentali innovativi e qualificati come transizione 4.0, ricerca e sviluppo.
Niente più Irap per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti con l’introduzione di una sovraimposta sulla base imponibile Ires. Intervento questo necessario per garantire il finanziamento della spesa sanitaria. Occorre ricordare infatti che oggi la sola Irap dei privati garantisce alle regioni entrate per oltre 17 miliardi, stando almeno all’ultimo bollettino diramato nei giorni scorsi dal Dipartimento delle Finanze sugli incassi 2022. L’altra rivoluzione riguarda l’Iva con una razionalizzazione del numero delle aliquote, una revisione delle regole sulle operazioni esenti per allinearle a quelle comunitarie, una revisione del regime delle detrazione Iva ma soprattutto una procedura semplificata e più veloce per le procedure dei rimborsi a cittadini e imprese
La bozza di riforma affronta il nodo dell’evasione fiscale prevedendo l’utilizzazione dei dati, il potenziamento dell’analisi del rischio e il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale, pur nel rispetto della tutela dei dati personali, per «prevenire e ridurre l’evasione ed elusione fiscale». Ipotizzati anche premi per chi collabora, tramite il «rafforzamento del regime di adempimento collaborativo» e «l’aggiornamento e l’introduzione di istituti, anche premiali, volti a favorire forme di collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti».
La bozza contiene anche un’ipotesi di riordino del sistema dei giochi pubblici, con una stretta sulle giocate e le vincite e il divieto alle scommesse sulle gare sportive dilettantistiche ai minorenni. Si pensa di mantenere «il modello organizzativo fondato sul regime concessorio e autorizzatorio»; poi «misure tecniche e normative» per la tutela dei soggetti più vulnerabili e per prevenire disturbi da gioco d’azzardo e di gioco minorile (diminuzione dei limiti di giocata e vincita, obbligo della formazione continua di gestori ed esercenti, rafforzamento del meccanismo di autoesclusione dal gioco anche sulla base di un registro nazionale); la certificazione degli apparecchi, con un passaggio graduale verso «apparecchi che consentono il gioco solo da ambiente remoto facenti parte di sistemi di gioco non alterabili»; «divieto di raccogliere gioco su competizioni sportive dilettantistiche riservate esclusivamente a minori» di 18 anni.
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