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G7, il piano dei sette Grandi: eliminare il virus per fine 2022

di Nicol Degli Innocenti

G7, Carbis Bay blindata in vista del summit dei capi di governo

Si prevede anche che il G7 troverà un accordo sull'eliminazione delle barriere commerciali all'export di vaccini

10 giugno 2021
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3' di lettura

LONDRA – Collaborazione su vaccini, ambiente e sicurezza: questo l'impegno del premier britannico Boris Johnson per il G7 che inizia venerdì a Carbis Bay in Cornovaglia. La speranza del padrone di casa è che Brexit non rovini la festa, nonostante le tensioni tra Londra e Bruxelles e i timori espressi dal presidente americano Joe Biden sui rischi per la pace in Irlanda del Nord.

Un g7 “allargato”

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Il premier britannico avvierà i lavori di un G7 che cerca un rilancio positivo dopo la pandemia e vuole presentare un fronte comune, lasciandosi alle spalle le divisioni del passato. Johnson punta su un'alleanza tra Paesi che condividono i valori democratici e per questo oltre ai sette Grandi e alla Ue ha invitato al summit anche Australia, Sudafrica, India e Corea del Sud.

La collaborazione sui vaccini è il pilastro del primo incontro in presenza dopo mesi di lockdown. Il premier britannico ha dichiarato che «questo è il momento per le democrazie più grandi e con le tecnologie più avanzate di assumersi le loro responsabilità e vaccinare il mondo, perché nessuno può essere veramente protetto finchè non saranno protetti tutti».

Obiettivo immunizzare tutti entro il 2022

I leader del G7, ha anticipato Johnson, «si impegneranno a distribuire vaccini per immunizzare tutti entro la fine dell'anno prossimo». Almeno un miliardo di dosi supplementari verranno garantite per vaccinare l'80% della popolazione adulta globale, con l'obiettivo di eliminare il coronavirus entro il dicembre 2022. Biden ha già annunciato che gli Stati Uniti acquisteranno e distribuiranno 500 milioni di dosi del vaccino Pfizer, mentre Johnson ha promesso di donare «milioni di dosi» delle riserve britanniche.

Si prevede anche che il G7 troverà un accordo sull'eliminazione delle barriere commerciali all'export di vaccini.

Accelerazione verso energia verde

La lotta al cambiamento climatico è il secondo cruciale pilastro sul quale si posa la ritrovata alleanza tra Grandi post-Trump. I sette leader discuteranno di un pacchetto di misure da adottare per accelerare la transizione verso l'energia verde. Johnson vorrebbe che il G7 seguisse la Gran Bretagna decidendo di eliminare le auto a benzina o diesel entro il 2030 e di puntare tutto sulle auto elettriche.

Per l'ambiente, come per i vaccini, il G7 guarda anche ai Paesi meno ricchi e si impegnerà a sostenere finanziariamente i loro sforzi a ridurre le emissioni nocive con un piano da 100 miliardi di dollari, anche se resta da definire chi contribuirà di più.Il terzo pilastro è la collaborazione sulla sicurezza e il fronte comune contro i regimi non democratici. È probabile che nel comunicato finale del summit ci sia un richiamo alla Russia a fare di più per controllare e limitare gli attacchi informatici e il cybercrime.

Minoranze etniche: Cina nel mirino

La Cina invece potrebbe non essere citata esplicitamente, anche se è la destinataria del messaggio che il G7 invierà contro la persecuzione delle minoranze etniche e il lavoro forzato, riferito alla situazione in Xinjiang. Mirata a Pechino anche la richiesta del G7 di chiedere all'Organizzazione mondiale della Sanità di aprire una nuova, rigorosa inchiesta sulle origini del Covid-19.

Brexit sotto traccia

Brexit non è un tema in agenda a Carbis Bay e non sarà nominato nel comunicato finale, ma indubbiamente sarà discusso ai margini del summit. Johnson, che ieri non ha fatto accenno alle tensioni con Bruxelles sul protocollo irlandese, si troverà di fronte la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e i leader di Francia, Germania e Italia, oltre a Biden che ha messo in chiaro di volere un accordo che tuteli gli accordi di pace del Venerdì Santo.

Il primo incontro tra Johnson e Biden è stato tutto sorrisi per ribadire l'importanza e solidità della “special relationship” tra Londra e Washington. Il presidente Usa è “una ventata d'aria fresca”, ha detto il premier britannico.Ottant'anni dopo la dichiarazione congiunta di Winston Churchill e Frankling D.Roosevelt, i loro successori hanno firmato una nuova Carta Atlantica, un solenne impegno a risolvere insieme le nuove sfide, difendere la democrazia e costruire un sistema commerciale equo e sostenibile.

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