di Luca Tremolada
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In cinque anni startup e scaleup di founder italiani con sede in Italia o all’estero hanno raccolto 5,1 miliardi di euro, dei quali circa 2,9 miliardi raccolti da aziende italiane con sede in Italia e 2,2 miliardi da italiane con sede all’estero. Lo ha registrato l’Osservatorio P101 sgr–Bebeez confermando che si è accentuato nel corso dell’anno scorso il processo di internazionalizzazione del mercato. I numeri del 2021. Nel 2021, invece, l'importo complessivo raccolto da startup e scale up “a matrice italiana” è stato invece di 2,9 miliardi per 534 operazioni suddivise in 341 round di VC veri e propri, 171 campagne di equity crowdfunding e 23 sottoscritti da veicoli di investimento diversi. Il totale era stato di 780 milioni per 306 operazioni lo scorso anno e 605 milioni nel 2019 distribuiti su 244 operazioni. Si tratta di una accelerazione che non dà segno di rischiare battute d’arresto, dal momento che i primi mesi del 2022 sono iniziati con una raccolta record grazie all’operazione milionaria del player italiano del “buy now pay later” Scalapay.
Esaminando il 2021 emerge bene come gran parte dei quasi 3 miliardi raccolti 2021 è andata a 20 società che hanno incassato un totale di 2,05 miliardi di euro. Un buon numero di queste scaleup sono società fondate da italiani che hanno creato all'estero, in particolare USA o UK, startup dal modello di business globale più facilmente sviluppabile fuori Italia. La scaleup al top della classifica ne è l'esempio più evidente: Sysdig è una società informatica di San Francisco (California) fondata dall'italiano Loris Degioanni, che nell'aprile 2021 ha chiuso un round di serie F da 188 milioni di dollari, al quale ne è seguito un altro di Serie G da 350 milioni di dollari a metà dicembre. Doppia raccolta nell'anno anche per ScalaPay, come già detto specializzata in soluzione di pagamento Buy Now Pay Later, fondata da Simone Mancini e Johnny Mitrevski, affiancati da Raffaele Terrone, Mirco Mattevi e Daniele Tessari, che ha chiuso un round da 48 milioni di dollari a gennaio e poi un nuovo round da 155 milioni di dollari a settembre. Infine al terzo posto, c'è TrueLayer, scaleup con sede in Regno Unito, fondata dagli italiani Francesco Simoneschi e Luca Martinetti e specializzata nello sviluppo di APIs (Application Programming Interfaces), anch'essa con due round chiusi nell'anno, di cui uno in aprile da 70 milioni di dollari e l'altro in settembre da 130 milioni.
Secondo il report il 2021 è stato l'anno in cui numero e una varietà crescente di investitori sono entrati in questo mercato: accanto ai fondi specializzati, strutturati da sgr, anche holding di investimento, corporate (più o meno dotate di strutture di corporate venture capital), business angel, crowd delle piattaforme di equity crowdfunding, incubatori e acceleratori hanno preso parte attiva nel mercato del Venture.
I Secondo l'ultima analisi messa a disposizione da Preqin (società specializzata in analisi di dati finanziari e informazioni sul mercato degli asset alternativi), a livello globale la strategia di venture capital è quella che per l'undicesimo anno consecutivo si è dimostrata avere la performance più alta tra tutte quelle di private capital. A tre anni i fondi vintage 2017 nel 2020 avevano generato un Irr mediano netto del 18%, mentre a fine 2021 i fondi vintage 2018 nello stesso periodo di tre anni erano arrivati a un Irr netto mediano del 25,3%, ben al di sopra del 24,4% segnato dai fondi di fondi e al di sopra del 23,2% dei fondi bouyout, rispettivamente secondi e terzi nelle classifiche.
Luca Tremolada
Giornalista
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