di Emiliano Sgambato
L'Italia resta leader del mondo del vino, ma cala la produzione
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Riaperture e il fenomeno del “revenge spending” (acquisti per “vendicarsi” o consolarsi delle restrizioni subite nel periodo più duro della pandemia) determinano un nuovo record per le vendite di vino italiano. I primi 12 Paesi esteri per quantità di acquisti, nel primo semestre di quest’anno, fanno infatti segnalare importazioni in crescita a valore del 7,1% sullo stesso periodo 2020, e del 6,8% sul 2019, in regime pre-Covid.
Lo scenario emerge dai dati presentati dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, in vista della “Vinitaly Special edition” in programma a Veronafiere dal 17 al 19 ottobre. Si tratterà di un format espositivo leggero con iniziative mirate esclusivamente al business: oltre a buyer, distributori e delegazioni estere dai principali paesi target, sono previsti incontri con i professionisti del mondo della ristorazione (horeca), grande distribuzione, enoteche. Aree speciali saranno dedicate ai vini biologici, alla mixology e alle masterclass. Contestualmente, di scena anche il “Wine2wine business forum”, dedicato alla wine industry, “Sol&Agrifood”, Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, ed “Enolitech”, Salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, birra, olio.
Tornando ai dati, Nomisma sottolina come «l’Italia sovraperforma rispetto al mercato in Cina (+36,8%), in Germania (+9,3%) e in Russia (+29,4%), mentre è sotto la media negli Usa (+1%, ma sul 2019 l’incremento è di quasi il 6%), Uk (-0,4%) e Canada (+2,5%)». Crescono le importazioni dei vini fermi (+6,9%, con il prezzo medio a +5,9%), mentre le bollicine incrementano le vendite di oltre l’11%, con una riduzione del prezzo medio del 4,8 per cento.
L’elaborazione riguarda gli ultimi dati doganali sulle importazioni dei 12 principali mercati mondiali della domanda di vino, che assieme valgono circa i tre quarti del totale export made in Italy. Lo “scatto” di questo primo semestre – sottolinea l’Osservatorio – rappresenta il trend di incremento più netto registrato negli ultimi anni, e soprattutto controbilancia “con gli interessi” lo stop forzato del 2020.
«Il settore è uscito, si spera definitivamente da una crisi senza precedenti – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – grazie ai fondamentali dei suoi operatori, alla loro organizzazione commerciale e alla forza del brand tricolore. Oggi, in particolare con i nostri vini simbolo, siamo al centro del fenomeno legato ai ’consumi di rivalsa’ post-Covid, un effetto traino da intercettare e da cui ripartire consolidando ancora di più le quote di mercato».
Emiliano Sgambato
redattore
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