di Beda Romano
Ucraina, Zelensky: "Riconoscendo i ribelli, Mosca viola la nostra sovranita'"
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES - È una prima risposta incisiva quella che i Ventisette hanno deciso di dare alla clamorosa decisione russa di riconoscere l'indipendenza di due repubbliche separatiste ucraine e di inviare nuovi soldati nella regione. Delle misure sanzionatorie illustrate oggi, martedì 22 febbraio, la più interessante riguarda il settore economico: l'Unione europea bloccherà l'accesso dello Stato e del governo russi ai mercati finanziari europei. Berlino intanto ha sospeso la certificazione del gasdotto Nord Stream II.
Le misure - coordinate con i partner internazionali - prevedono la messa al bando di persone ed entità coinvolte nella scelta russa: gli esponenti della Duma, che hanno votato a favore del riconoscimento dell'indipendenza, così come 27 persone e società coinvolte nella decisione russa in Ucraina. Il presidente Vladimir Putin non farà parte della lista degli individui sanzionati. In compenso, saranno colpite anche le banche che operano nelle regioni separatiste, così come l'import-export con quelle zone.
L'elemento più interessante riguarda «il divieto per lo Stato e il governo russi di accedere ai mercati finanziari europei, limitando in questo modo il finanziamento delle politiche economiche del paese», ha detto da Parigi l'Alto Rappresentante per la Politica e di Sicurezza Josep Borrell. «Queste sanzioni faranno del male alla Russia, molto male».
Dettagli più precisi emergeranno al momento della pubblicazione delle sanzioni nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, entro la settimana.
Della stessa natura sono le sanzioni americane. Da Washington, il presidente Joe Biden ha annunciato misure che isoleranno la Russia dai capitali occidentali: «Stiamo mettendo in atto ampie sanzioni sul debito sovrano russo. Questo significa che stiamo tagliando fuori il governo russo dai finanziamenti occidentali». Il presidente ha parlato anche di misure sanzionatorie contro le «élites russe», mentre gli Stati Uniti continueranno a rifornire l'Ucraina di «armi difensive».
Il confronto tra i Ventisette è tra chi è preoccupato dall'ambizione di Mosca in Europa orientale e insiste per scelte drastiche, come la Polonia o i paesi baltici, e chi invece vuole privilegiare la diplomazia e tenere aperto il dialogo con il Cremlino, come la Germania, la Francia e l'Italia. «Questo confronto esiste, ma va temperato con alcune considerazioni – precisa un alto funzionario europeo –. Anche i paesi dell'Est sanno che bisogna tenere a disposizione margini di manovra».
Tutti qui a Bruxelles spiegano che altre misure sanzionatorie verranno prese nel caso di una ulteriore escalation. Il problema è capire quando agire nuovamente: in occasione di una invasione dell'intera Ucraina da parte delle forze russe o nel caso di un ulteriore rafforzamento della presenza russa nella parte orientale del paese? “Sarà questione di un apprezzamento politico che oggi è prematuro”, spiegava sempre ieri lo stesso alto funzionario europeo.In questa occasione, l'unità dei Ventisette ha rispettato l'appuntamento. Non è chiaro se sarà così in occasione di un nuovo pacchetto di sanzioni. Alcuni Stati membri rischiano di essere particolarmente penalizzati, come l'Italia o l'Austria.
La Commissione europea si è detta pronta a compensare i paesi più vulnerabili. Ma in quale misura? Intanto da Londra, il governo Johnson ha deciso di colpire cinque banche russe - Rossiya, IS Bank, General Bank, Promsvyazbank e Black Sea Bank - oltre che vari individui.
Il gasdotto russo-tedesco Nord Stream II non è stato oggetto di sanzioni europee, ma il cancelliere Olaf Scholz ha deciso di sospenderne l'entrata in funzione. Parlando a Berlino, l'uomo politico ha annunciato di avere congelato l'iter di certificazione dell'impianto. La scelta è un compromesso che permette alla Germania di lasciare aperto il futuro del contestato gasdotto. L'establishment tedesco è sempre stato freddo all'idea di fare del progetto una arma sanzionatoria contro il Cremlino.L'adozione politica delle misure sanzionatorie è avvenuta a Parigi, in occasione di un incontro dei ministri degli Esteri a margine di una conferenza prevista da tempo. Parole molto dure sono state pronunciate dal capo della diplomazia francese. Citando le intese internazionali dedicate all'integrità territoriale in Europa, tra cui l'Atto finale di Helsinki del 1975 o l'Accordo di Minsk del 2014, Jean-Yves Le Drian ha osservato che “Vladimir Putin non rispetta più gli impegni della Russia”.
Beda Romano
Corrispondente
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