di A.Mac.
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Il 65% degli italiani valuta il proprio reddito inadeguato per far fronte alle necessità primarie, quali la spesa, l'affitto, il mutuo, ecc. Lo rileva Nomisma Spazio Sociale. In particolare le famiglie sandwich - cioè quelle famiglie o quegli adulti che, per posizione generazionale, ogni giorno si prendono cura allo stesso tempo dei figli e dei genitori - sono la categoria più sensibile a questo tipo di difficoltà: il 74% si trova in condizioni di disagio economico, di cui il 41% anche a causa di una diminuzione del reddito complessivo percepito dalla famiglia nell'ultimo anno.
Il 72% delle famiglie con almeno un componente non autosufficiente giudica il proprio reddito inadeguato, di cui un 7% dichiara addirittura di avere un reddito gravemente insufficiente.Tra le cause che concorrono all'inadeguatezza del reddito famigliare emergono tre questioni focali:
1) il disallineamento tra il reddito e il costo della vita (65%)
2) le difficoltà lavorative (sia quelle causate dalla pandemia, sia quelle non causate dall'emergenza sanitaria, entrambe pari al 9%)
3) le spese elevate non legate alla casa (8%).
Chi è anziano, solo e senza reti sociali vive la questione economica come decisiva per il proprio equilibrio di vita, ragione per cui l'80% delle famiglie unipersonali over 70 intervistate da Nomisma individua nella sproporzione tra reddito percepito e costo della vita il motivo dell'inadeguatezza delle proprie entrate, situazione percepita analogamente dalle famiglie con figli (68%).
Anche di fronte ad un miglioramento generale delle condizioni economiche, testimoniato dalla minore percentuale di chi dichiara che non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista di 5mila euro – 20% rispetto al 24% dello scorso anno – si registra un lieve peggioramento della percezione della capacità di affrontare eventuali problemi come la perdita di lavoro o la perdita di autonomia di un componente della famiglia.
Un altro aspetto che incide fortemente sull'equilibrio delle famiglie – ad eccezione delle famiglie unipersonali over 70 - e che è strettamente legato al reddito, è il lavoro.
Di tutte le categorie intervistate da Nomisma, le famiglie unipersonali under 70 risultano essere quelle maggiormente sensibili al disequilibrio tra il proprio reddito e le difficoltà lavorative: il 13% ha avuto difficoltà in ambito lavorativo non connesse all'emergenza sanitaria, mentre il 16% ha registrato problemi lavorativi collegati alla pandemia. Seguono le famiglie con almeno un componente non autosufficiente (12%).
Se guardiamo alla quota di famiglie con all'interno persone disoccupate, pari al 18%, ci si accorge subito dell'aumento di questa percentuale nelle famiglie con figli (29%) e nelle famiglie sandwich (33%). Ma i problemi occupazionali non si esauriscono qui: un'altra problematica è legata alla discontinuità lavorativa che colpisce particolarmente le famiglie sandwich. Il dato è motivato dal fatto che alcuni componenti di questa categoria impegnati nel doppio compito di cura (dei figli e dei propri genitori) riscontrano grandi difficoltà nel conciliare vita lavorativa ed esigenze famigliari: il 29% degli intervistati ha riscontrato problemi di conciliazione famiglia – lavoro, una percentuale molto alta se comparata all'11% del totale del campione.
La presenza in famiglia di almeno una persona non autosufficiente, bisognosa quindi di un'assistenza continua, si rivela un compito arduo da un punto di vista economico e dell'impegno. Le famiglie in esame devono infatti farsi carico di famigliari con malattie croniche (41%), limitazioni nelle attività quotidiane a causa di problemi di salute (23%), situazioni di disagio psichico (16%), oltre ad anziani non autosufficienti (44%).
Il tema della cura delle fragilità, inoltre, oltrepassa i confini della coabitazione: il 51% di queste famiglie si occupa di genitori che non vivono nella stessa abitazione, una quota che sale al 67% tra le famiglie sandwich. Se si confrontano questi dati con quelli registrati a febbraio 2021, è curioso notare come i trend rispetto alla presenza di “non autosufficienza in famiglia” siano in lieve aumento (+10% in totale): + 2% per le famiglie che hanno al loro interno persone con malattie croniche; + 4% per le famiglie con persone autosufficienti ma con limitazioni; segue ancora un aumento del 2% per le famiglie con over 65 non autosufficienti a carico.
La ricerca di equilibrio delle famiglie italiane è stata messa alla prova dagli effetti scaturiti dall'emergenza sanitaria. Negli ultimi sei mesi, il 16% delle famiglie ha dovuto fronteggiare problemi di salute psicologica, prima tra tutte le cause segnalate, dato che raddoppia al 31% per le famiglie con almeno un componente non autosufficiente. È interessante invece analizzare come il 14% delle famiglie italiane presenti problemi legati alla difficoltà nel recepire le informazioni provenienti dai mezzi di comunicazione e dalle istituzioni, a cui si aggiunge un altro 13% di famiglie alle prese con problemi legati all'utilizzo delle tecnologie.
Quasi una famiglia su quattro negli ultimi sei mesi ha riscontrato difficoltà nella gestione educativa dei figli e il 20% segnala la presenza di problemi legati alla sfera psicologica e comportamentale. Eppure, sono sempre le famiglie con almeno un componente non autosufficiente ad essere sollecitate su più fronti: almeno una famiglia su tre afferma di aver vissuto problemi di natura psicologica (31%), problemi di recepimento di informazioni (27%) e di problemi legati all'utilizzo delle tecnologie (32%). Le problematiche relazionali al di fuori della famiglia riguardano il 18% delle famiglie unipersonali under 70 e delle famiglie con persone non-autosufficienti, mentre il 34% delle famiglie sandwich ha dovuto affrontare problemi di assistenza a persone anziane o disabili.
Circa una famiglia su tre pensa di doversela cavare autonomamente, in particolare per le famiglie unipersonali under 70 (50%). Per il 30% dell'intero campione, il ricorso ai genitori appare come una via praticabile, in particolar modo per le famiglie con figli e quelle sandwich, rispettivamente nel 49% e 41% dei casi.
Sul fronte degli strumenti a supporto delle famiglie erogati dalle istituzioni, 3 famiglie su 4 conoscono l'assegno unico per i figli a carico (77%). Un secondo strumento è costituito dai contributi economici Inps per le famiglie in difficoltà, conosciuto dal 66% del totale. Tra gli strumenti troviamo anche il bonus asilo nido, conosciuto dal 63% dei nuclei famigliari. È interessante notare come solo una famiglia su quattro (26%) pensi di usufruire dell'assegno unico per i figli.
Alessia Maccaferri
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