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Occupazione, imprese a caccia di 526mila lavoratori in Italia: ecco dove c’è posto

di Giorgio Pogliotti

Dal 15 ottobre al lavoro con il Green Pass o stop allo stipendio

Secondo Unioncamere-Anpal a settembre cresce anche la difficoltà di reperire professionalità. Entro novembre stimato il reclutamento di 1,5 milioni di lavoratori, 436mila nell'industria e oltre 1 milione nei servizi.

18 settembre 2021
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3' di lettura

La ripresa economica spinge la domanda di lavoro che torna a salire oltre i livelli pre Covid. Sono oltre 526mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di settembre, rispetto alla fase pre pandemica, ovvero allo stesso mese del 2019 sono circa 91mila in più (+20,9%). Nonostante le tensioni crescenti per l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime e l’incognita legata all’andamento dell’epidemia, le imprese da alcuni mesi sono tornate ad assumere, nell’industria come nei servizi, complice la ripresa dei consumi interni e dell’interscambio mondiale.

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Introvabile un profilo su tre

Ma insieme all’aumento della domanda cresce, raggiungendo oramai oltre un terzo di profili (36,4%), la difficoltà di reperire queste professionalità per le imprese (5,5 punti percentuali in più rispetto a settembre 2019).

Questo lo scenario del Bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal che proietta la domanda di lavoro nel trimestre settembre-novembre, quando le imprese hanno in programma di assumere 1,5 milioni di lavoratori (+23,5% rispetto allo stesso trimestre 2019), di questi 436mila riguardano l’industria e oltre 1 milione i servizi.

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Le offerte nell’industria

Iniziamo dall’industria che ha in programma per il mese di settembre 156mila entrate, che salgono a quota 436mila se si guarda nel trimestre settembre-novembre (in crescita rispettivamente del 24,8% e del 29,1% rispetto allo stesso periodo del 2019). Dove sono previsti questi ingressi? Nel manifatturiero si consolida la ripresa con 114mila entrate nel mese e 317mila nel trimestre (rispettivamente +31,7% e +34,9% rispetto agli stessi periodi del 2019).
La spinta arriva dalle industrie della meccatronica che ricercano 31mila lavoratori nel mese e 87mila nel trimestre, seguite dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (27mila nel mese e 75mila nel trimestre) e da quelle tessili, dell’abbigliamento e calzature (16mila nel mese e 45mila nel trimestre). Dalle costruzioni, complice il bonus del 110%, arriva una forte domanda di lavoro: 42mila le assunzioni programmate nel mese (+9,3% rispetto a settembre 2019) e 118mila nel trimestre (+15,7% rispetto al trimestre 2019).

Le offerte nei servizi

Passando, invece, al settore dei servizi, sono 370mila i contratti di lavoro offerti (+19,3% su settembre 2019) e oltre 1 milione quelli previsti per il trimestre settembre-novembre (+21,2% sul trimestre 2019). Le maggiori opportunità di lavoro arrivano dal commercio (87mila entrate programmate nel mese e 279mila nel trimestre), dai servizi alle persone (84mila nel mese e 188mila nel trimestre) e dai servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (73mila nel mese e 192mila nel trimestre).

Ma resta la situazione paradossale che, nonostante la ripresa, per il 36,4% di assunzioni le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, una cifra che sale al 51,6% per gli operai specializzati, al 48,4% per i dirigenti, al 41,4% per le professioni tecniche e al 37,7% per le professioni intellettuali e scientifiche. Percentuali altissime per il nostro Paese che vanta il triste primato di avere un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa e un tasso di occupazione giovanile tra i più bassi. Ebbene delle 526.250 entrate programmate a settembre, ben 158.230 (30%) riguardano giovani under 29.

Saldatori e fabbri introvabili

Quali sono le figure di più difficile reperimento? I fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (66,2%), fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati (65,8%), artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (65,5%). Sono difficili da reperire anche i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (59,2%), i tecnici della distribuzione commerciale (58,7%) e quelli della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (57,1%) così come gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (57,2%) e gli ingegneri (47,8%). La mancanza di esperienze pregresse, le competenze inadeguate, sono tra i principali problemi lamentanti dalle imprese, anche se i sindacati chiamano in causa anche le retribuzioni offerte. Resta, comunque, la difficoltà di fare incontrare domanda e offerta di lavoro.

Assunzioni a tempo determinato

A trainare la domanda di lavoro sono soprattutto i contratti a tempo determinato: sono 275mila, pari al 52,3% delle entrate programmate. Seguono i contratti a tempo indeterminato (109mila), i contratti di somministrazione (49mila), altri contratti alle dipendenze (37mila), i contratti di apprendistato (28mila), altri contratti (18mila) e i contratti di collaborazione (10mila).

A livello territoriale le maggiori difficoltà di reperimento dei profili richiesti riguardano le imprese del Nord est (41,5% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (36,3%), Centro (34,0%) e Sud e Isole (33,2%).

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