di Patrizia Maciocchi
(ANSA )
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La Corte di assise di appello di Bologna ha rigettato la questione sollevata dagli avvocati di Gilberto Cavallini, Alessandro Pellegrini e Gabriele Bordoni, in merito alla possibilità di annullare la sentenza di primo grado che aveva condannato all’ergastolo l’ex Nar, considerato uno degli autori materiali della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.
La questione sollevata dai due legali, Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini, si basava sul fatto che quattro giudici popolari, durante il dibattimento, avevano superato il 65esimo anno di età, eccedendo così il limite anagrafico stabilità dalla legge.
Il presidente della Corte di assise di appello, Orazio Pescatore, ha letto in aula Bachelet i motivi del rigetto della richiesta di annullare la sentenza.
Una decisione sulla quale ha avuto un peso determinante il verdetto con il quale la Suprema corte, il 12 maggio scorso, ha annullato con rinvio, la sentenza della Corte d’Assise di appello di Palermo che aveva dichiarato nulle le condanne di un processo per omicidio di mafia, perché uno dei giudici popolari, al momento del verdetto di primo grado, aveva superato i 65 anni di età.
Può dunque procedere il processo di appello, dopo che i giudici bolognesi avevano rinviato l’udienza al 18 maggio per attendere la Cassazione. Soddisfatto Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i famigliari delle vittime della strage di Bologna «Grazie alla decisione della Cassazione, è stato bloccato sul nascere il tentativo di fermare il processo. Ora può iniziare. La prossima udienza è fissata per il 24 maggio».
Si augurano che il processo possa ora proseguire senza altre battute d’arresto, gli avvocati di parte civile, Andrea Speranzoni, Lisa Baravelli, Alessia Merluzzi e Alessandro Forti. «La normativa sul giudice popolare è chiara - afferma l’avvocato Baravelli - e nessuna nullità può essere prospettata. Ora siamo pronti ad affrontare il processo d’appello, augurandoci che non ci siano più interferenze, volte a minarne il procedimento».
Diverso il parere dell’avvocato Alessandro Pellegrini, che con il collega Gabriele Bordoni, difende Gilberto Cavallini. «La nostra eccezione è stata respinta ma conserva una sua validità nel caso di un eventuale ricorso per Cassazione, qualora dovessimo impugnare la sentenza della Corte di Assise d’Appello. Siamo convinti della bontà della nostra tesi suffragata da numerose sentenze della stessa Suprema Corte».
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