Migranti, Piantedosi: "Centri di accoglienza verso saturazione"
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Da una parte il contenimento dell’attività delle Ong, le cui navi nel mar Mediterraneo rappresentano «un fattore di attrazione» per i flussi di migranti e sono importanti anche per «le organizzazioni criminali». Dall’altra un rafforzamento degli ingressi regolari, «con un meccanismo premiale a favore dei Paesi più impegnati nel contrasto all’immigrazione illegale». È la strategia del governo in materia di immigrazione illustrata dal ministro dell’Interno Piantedosi nella sua informativa in Parlamento. Intanto la Ue lavora a un piano su ricollocamenti e salvataggi.
Intanto al G7 dei ministri dell’Interno a Eltville in Germania il ministro Piantedosi ha avuto un bilaterale con la collega tedesca Nancy Faeser. A quanto trapela, Piantedosi avrebbe detto “più volte” che l’Italia “non intende affatto procedere da sola” sui migranti e la ministra Faeser ha sottolineato che Berlino terrà fede agli impegni. “I ministri hanno entrambi sottolineato di voler collaborare sul tema della migrazione e della sicurezza nella cornice delle regole europee” hanno aggiunto fonti del governo tedesco. Anche il Viminale in un tweet ha confermato: “Piena convergenza per iniziative comuni al fine di governare i flussi migratori”.
Le gestione del fenomeno migratorio passa perciò, secondo il governo italiano, anche attraverso il decreto flussi al quale il Viminale sta lavorando. Con una doppia chiave: la prima è quella di corridoi umanitari per le persone vulnerabili, la seconda gli ingressi di lavoratori misurati in base alle esigenze delle imprese italiane. «Dobbiamo creare percorsi legali di ingresso per i Paesi che collaborano alla prevenzione delle partenze illegali e ai rimpatri - ha spiegato il ministro - con un meccanismo premiale a favore dei Paesi più impegnati nel contrasto all’immigrazione illegale».
L’attenzione è rivolta in particolare a quei Paesi da dove il flusso migratorio verso l’Italia è continuo. Delle circa 93mila persone sbarcate da inizio anno, più della metà provengono da tre Stati: Egitto (18.800), Tunisia ( 17.300) e Bangladesh (13mila).
Quali potrebbero essere i numeri del nuovo decreto flussi, lo strumento con il quale ogni anno l’Italia decide la quota di ingresso regolare sul proprio territorio? Quello del 2022, varato dal governo di Mario Draghi dicembre 2021, prevedeva una quota massima di 69.700 lavoratori non comunitari subordinati, stagionali e non stagionali e di lavoratori autonomi. Numeri raddoppiati rispetto all’anno precedente. A giugno l’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese annunciò per il decreto flussi 2023 «oltre 70mila posti» e questo, spiegò, perché «manca personale in alcuni settori specifici». Nel frattempo la corsa del governo Draghi si è interrotta e spetta ora al suo successore gestire il dossier.
Iil presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha sollecitato il governo a emanare immediatamente il decreto flussi 2023 per l’ingresso di almeno centomila lavoratori migranti stagionali necessari al settore agricolo in modo che la manodoperra sia disponibile nei campi già dai primi mesi del nuovo anno per garantire la manodopera: un modo per constrare il caporalato, potenziare la produzione di cibo dell’Italia e difendere la sovranità alimentare nazionale. Concetto, quest’ultimo, caro al governo che ha rinominato il ministero dell’Agricoltura proprio in questa chiave.
Intanto, in vista di un’azione che si presume in tempi rapidi dell’Ue sul dossier migranti, fonti europee sottolineano come “si lavorerà intensamente a un accordo politico sui principali punti” sul tavolo e “in particolare sull’intesa sui ricollocamenti e su una gestione trasparente e regolamentata dei salvataggi in mare”. E la riunione straordinaria dei ministri dell’Interno europei sul dossier migranti, a quanto si apprende, si terrà il 25 novembre.
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