di Giorgio Pogliotti
Reddito cittadinanza, Orlando: "Al lavoro su percorsi di formazione per aumentarne efficacia"
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Sono rimasti in poco meno di 1.900 e hanno il contratto scaduto lo scorso 30 aprile. Dal 1° maggio, dunque, i navigator hanno perso il lavoro. Ma una chance occupazionale gli è offerta dal Dl Aiuti: dal 23 maggio potranno essere ricontrattualizzati da Anpal servizi come Cococo, alle stesse condizioni pregresse, per l’assistenza nei Centri per l’impiego regionali fino al 23 settembre. Ipotesi, tuttavia, respinta da 13 assessori al lavoro delle Regioni del centrodestra che hanno espresso un «forte dissenso» al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sollevando questioni di merito e di metodo.
Il Governo, dunque, ha raccolto le preoccupazioni espresse dai sindacati e dalle associazioni dei navigator, nella bozza del Dl Aiuti che è stato approvato dal Consiglio dei ministri del 2 maggio (ancora si attende il testo definitivo): il nuovo contratto con Anpal servizi decorrerà dal 23 maggio, oltre che per lo svolgimento delle attività di assistenza tecnica connesse al Reddito di cittadinanza, anche per quelle connesse all'attuazione del programma nazionale di politiche attive del lavoro Garanzia occupabilità dei lavoratori (Gol, finanziato con 4,9 miliardi dal Pnrr e dalle risorse di React- Eu).
Saranno le convenzioni tra Anpal Servizi e le singole regioni a definire le modalità di intervento con cui far operare i navigator nell’attività di assistenza tecnica svolta nei centri per l’impiego regionali. La novità è che, su richiesta delle regioni, potranno svolgere attività in favore dei beneficiari del programma nazionale Gol, anche se non beneficiari del Reddito di cittadinanza.
Le Regioni che intendono avvalersi dell’assistenza tecnica dei navigator oltre il periodo di due mesi, lo dovranno comunicare al ministero del Lavoro entro il 23 giugno 2022: la proroga potrà essere concessa per un periodo massimo di tre mesi (dunque fino al 23 settembre) e comunque non oltre l'avvenuto completamento delle procedure di selezione e di assunzione del personale da destinare ai centri per l'impiego. Come è noto le Regioni hanno bandito i concorsi per 11.600 assunzioni, per potenziare l’organico nei centri per l’impiego, ma soprattutto al Sud, si registrano forti ritardi.
Gli assessori al lavoro delle Regioni governate dai centro destra contestano il meccanismo di ricontrattualizzazione «a valere sulle risorse delle Regioni destinate alle assunzioni per il potenziamento dei centri per l'impiego», esprimendo un «forte dissenso sia nel metodo che nel merito». Una nota congiunta firmata dagli assessori Elena Donazzan (Veneto), Elena Chiorino (Piemonte), Gianni Berrino (Liguria), Melania Rizzoli (Lombardia), Alessia Rosolen (Friuli Venezia Giulia), Michele Fioroni (Umbria), Stefano Aguzzi (Marche), Pietro Quaresimale (Abruzzo), Filomena Calenda (Molise), Alessandro Galella (Basilicata), Alessandra Zedda (Sardegna), Antonio Scavone (Sicilia) e l'assessore al lavoro della Provincia autonoma di Trento Achille Spinelli, sottolinea che «era in corso una interlocuzione Ministero-Regioni sul tema, ed un intervento con utilizzo delle risorse 2021-2022 che le Regioni stanno utilizzando per il potenziamento ordinario dei centri per l'impiego». E accusano il fatto che la decisione sia stata presa dal governo senza «neppure essere informate preventivamente rappresenta un vulnus istituzionale ed un attentato al principio della lealtà istituzionale».
Giorgio Pogliotti
Redattore esperto
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