di Nicol Degli Innocenti
Theresa May e Shinzo Abe a Kyoto (AFP)
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LONDRA - La tradizionale cerimonia del tè è andata bene, ma la missione in Giappone resta tutta in salita per Theresa May. La premier britannica, arrivata per una visita ufficiale di tre giorni, ha incontrato il premier giapponese Shinzo Abe che l’ha accolta ieri con la cerimonia rituale.
L’ obiettivo della visita è porre le basi per un accordo commerciale tra i due Paesi post-Brexit. Il Governo giapponese, però, ha messo in chiaro che la priorità di Tokyo è definire l’intesa commerciale con l’Unione Europea, e che i negoziati con Londra non potranno iniziare fino a che la Gran Bretagna avrà formalmente lasciato la Ue.
Per la May la visita è un’occasione per dimostrare che la Gran Bretagna ha un futuro radioso di potenza commerciale globale anche dopo Brexit, e per rafforzare la sua posizione, indebolita dal recente insuccesso elettorale che ha privato il Governo conservatore della maggioranza assoluta a Westminster.
Uno dei maggiori benefici di Brexit, ha ribadito la May, è poter liberamente stringere accordi commerciali bilaterali con altri Paesi in tutto il mondo. Dopo il marzo 2018, la data prevista di uscita dalla Ue, «gli accordi commerciali che la Ue ha con altri Paesi possono essere trasformati in accordi di questi Paesi con il Regno Unito. E poi starà a noi e al singolo Paese rinegoziare e cambiare i termini dell’accordo in futuro. Daremo certezza alle imprese, che è quello che vogliono».
L’intesa Giappone-Ue che deve essere finalizzata sarà il modello per un futuro accordo tra Gran Bretagna e Giappone, secondo la May. «Siamo stati uno dei Paesi Ue che hanno spinto la Ue a procedere con questo accordo con il Giappone, perché è importante per la Ue», ha detto. A Londra il leader liberaldemocratico Vince Cable ha definito ridicola la «strategia commerciale copia e incolla» della May.
Il Giappone intanto ha espresso serie preoccupazioni sull’impatto di Brexit e sulla mancanza di certezze sui futuri rapporti tra Gran Bretagna e Ue. Tomohiko Taniguchi, consigliere economico del premier Shinzo Abe, ha detto oggi che «crisi è una parola forte, ma sicuramente c’è un senso di disagio su Brexit tra gli imprenditori giapponesi». Oltre mille imprese giapponesi hanno investito 40 miliardi di sterline in Gran Bretagna e danno lavoro a 140mila persone, ma non vogliono perdere l’accesso al mercato unico europeo.
Frustrate dalla mancanza di chiarezza sul futuro post-Brexit, diverse banche giapponesi hanno già trasferito parte delle loro operazioni da Londra a Francoforte o Amsterdam, e molte imprese stanno rivedendo le loro strategia. Hitachi, che nel 2015 aveva acquisito una quota di maggioranza di Ansaldo, potrebbe trasferire il suo quartier generale europeo in Italia. La May viaggia con il ministro del Commercio Estero Liam Fox e una delegazione di 15 Ceo di imprese e banche britanniche tra le quali Barclays, Standard Life e Aston Martin.
Con Shinzo Abe la May ha anche discusso della minaccia della Corea del Nord. La premier britannica ha dichiarato che «la Cina deve fare di più per tenere a bada Pyongyang».
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